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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 4
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Recchi, Ada: Carlo Baudelaire, critico d'arte
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0285

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CARLO BAUDELAIRE CRITICO D'ARTE

259

* * *

Ma per fare un bel quadro non basta, secondo
il B., l'analisi necessaria per l'unione dei toni;
occorre anche la melodia, che è l'unità nel colore,
un concorrere di tutti gli efietti ad un effetto
generale. E infatti la melodia1 che più impres-
siona e lascia nello spirito una traccia più dura-
tura. Egli non vuole insomma che il colorista
proceda mediante lo studio minuzioso dei toni
confusi in un limitatissimo spazio: poiché allora
bisognerebbe ammettere che la natura sia divi-
sibile all'infinito: il Nostro ha la stessa concezione
del Dclacroix che vede nell'arte il bisogno della
sintesi, il sacrificio del dettaglio all'insieme.

D'altra parte la natura esteriore non fornisce
all'artista che un'occasione, sempre rinascente di
coltivare questo germe: essa non è che un ammasso
incoerente di materiali che l'artista è invitato
ad associare e ci.mettere in ordine, un incìtamentum,
un risveglio per le facoltà sonnecchianti.

È in questo modo che il Baudelaire intende
l'imitazione della natura. Anche per queto egli
ha fatto sue le idee del suo maestro di estetica,
del Dclacroix: e ci riporta una conversazione avuta
col Pittore in cui questi paragona la natura ad
un enorme dizionario. E per ben comprendere il
significato della frase ci dice di pensare all'ordi-
nario uso del dizionario: in cui si cerca il senso
dei nomi, la loro etimologia, e se ne estraggono
tutti gli elementi che compongono una frase od
un racconto: ma a nessuno verrà mai in mente
di considerine il dizionario come una composizione
nel senso poetico della parola.

I pittori che obbediscono alla fantasia cercano
nel loro dizionario gli elementi che convengono
alla loro concezione: e, spiritualizzandoli dànno
lóro una fisonomia tutta nuova. Coloro che son
privi di fantasia copiano il dizionario e cadono
nel grande vizio della banalità.

È contro questi che Baudelaire si scaglia: egli
divide la grande classe degli artisti in due cate-

precursorc dell'impressionismo, specie ncU'Eiitrcc des Croisés
à Conslanlinople, ove la donna bionda inginocchiata al primo
piano è dipinta secondo il principio della divisione delle to-
nalità.

1 La buona maniera per sapere se mi quadro è melodioso,
ci insegna il Baudelaire, è di guardarlo da lontano, senza
comprenderne nè il soggetto uè le linee: se è melodioso avrà
già preso un posto nel repertorio dei ricordi.

In questo modo egli vede assai chiaro nella dibattuta
questione del suo tempo sul predominio della forma o del
colore in pittura. Egli comprende che le due facoltà non
possono mai essere del tutto separate e che non sono che
«le résultat d'un germe primitif soigneuscment cultivé ».

goric: i naturalisti, i realisti (materialisti senza
anima), che vogliono rappresentare le cose come
sono o come sarebbero, supponendo che l'uomo
non esiste; gli spiritualisti, che trasformano gli
clementi del reale al fuoco della loro fantasia, ed
elaborandoli nello spirito, li rendono arte.

Per i primi Baudelaire non nasconde il suo di-
sprezzo: li chiama i « macons •> della pittura, spi-
riti grossolani e materiali che non apprezzano gli
oggetti che per il loro contorno, o peggio ancora,
per le loro tre dimensioni: larghezza, lunghezza e
profondità. Per essi il colore non sogna, non
pensa, non parla; per essi le cose non hanno quel
misterioso linguaggio che l'anima umana intende
c al quale risponde con eco di vasta simpatia.

* * *

Pensieri ancora più inattesi ci colpiscono: ■< C'est
l'imagination qui a enseigné à l'hommc le sens
inorai du coulcur, du contour, du son et du parfum.
Elle a créé, au commencement du monde, l'ana-
logie et la métaphorc. Elle décomposc toute la
création, et, aver, Ics matériaux amassés et dis-
posés suivant des règlcs dont on ne petit trouver
l'origine que dans le plus profond de l'àme, elle
crec un monde nouveau, elle produit la sensation
du neuf *.*

Dalla spiritualità di questo fine critico sboccia
come un misterioso fiore, la corris-pondenza: il
divino potere di analogia che avvicina due arti
diverse, che dà un sentimento di tristezza alle
ombre violette, di gloria alle porpore autunnali,
di gioia e d'amore ai rossi e agli aranci caldi e
violenti, che strappa un significato da una linea,
da un'armonia, da un accordo di toni, da un aroma.

È la spiritualità che genera la corrispondenza,
stabilendo certi rapporti, cogliendo certe simpatie,
istituendo certi paragoni.

L'anima delle cose non vive che in noi, ed è
la nostra anima che dà valore ad ogni impressione,
del mondo materiale.

Il dizionario della natura diviene così per il
Baudelaire denso- di analogie e di sinonimi, tale
da poter dare vita ad un nuovo linguaggio^

Le langage des fleurs et des choses muettés.

11 mondo è una complessa ed indivisibile to-
talità, una specie di tempio ove tutto ha un si-
gnificato per chi sa interpretarne i simboli.

La nature est un tempie oil de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L'homme y passe à travers des foréts de symboles
Qui Tobservent avec des regards familiers.

1 Cunosités, p. 265.
 
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