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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 26.1923

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Facs. 1
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Lavagnino, Emilio: Pittori pisani del XIV secolo, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17343#0065

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PITTORI PISAXI DHL XIV SECOLO

i.;

parte centrale e VAnnunciazione con il Cristo bene- la Vergine con il bambino poppatile, quattro santi

diccnte nel triangolo superiore (fig. 12). Anche con negli scomparti laterali, altrettanti evangelisti nelle

Getto di Iacopo si rimane sempre tra mestieranti: rispettive cuspidi ed il Cristo con la Croce in quella

le sue figure allungate non hanno vita come non dello scomparto centrale.

l'hanno quelle di Cecco e del Gera; ma mentre in Onesto maestro, come Giovanni di Nicola, de-
questi ultimi la tecnica era frettolosa e trasandata, riva la sua arte dal pittore della bella Madonna del
nella tavoletta di Getto troviamo una certa cura Museo Civico e da modelli senesi che poi egli tra-
nel segnare le fisonomie, una minuzia nuova nel duce nella sua rozza ed oscura tecnica,
dipingere barbe e capellature, come nel Santo Un altro di questi pittori ha nella sesta sala del

f ig- '3 — Scuola pisana: Quattro santi. Pisa, Museo Civico.
(Fot. Gabinetto Fotografico del Ministero della P. I.).

monaco che calpesta il drago, da farcelo conside-
rare come il più coscienzioso tra i suoi compagni
d'arte.

Altri mestieranti pisani che orientavano la pro-
pria pittura verso i modelli di Siena fiorirono nella
seconda metà del XIV e nei primi anni del XV secolo,
presentando nella tecnica del colore quella carat-
teristica indigena di segnar le ombre quasi le carni
fossero toccate con ferri arroventati, maniera ere-
ditata da « madonneri » bizantineggianti.

Nella terza sala del Museo, segnato con il n. 36,
vediamo un polittico attribuito alla « Scuola di Gio-
vanni di Nicola »: nella parte centrale è raffigurata

Museo (n. 38-39 1-2) quattro tavole, in cuison rap-
presentati San Michele Arcangelo, San Bartolomeo,
Santa Caterina ed un'altra Santa Martire (lig. 13).
Questo pisano, forse nei primi anni del '400, tenta
ancora ricollegare la sua arte al fare di Ambrogio
l.orenzetti; ma nelle figure basse fuori sesto, negli
sguardi languidi, nelle mani che non stringono 0
si abbandonano spossate, la gloriosa arte senese
s'è ormai venuta completamente disfacendo.

Qualche altra tavola del Museo Civico può rien-
trare nella schiera di epieste povere opere di bottega
ma credo non valga la pena di tenerne conto.
{Continua). Emilio I.avagnino.
 
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