50
LUIGI BIAGI
stezza. È anche nell'aspetto, un monumento funebre inalzato dalla riconoscenza del sor-
ridente pontefice e non dal dolore.1
Quando poi il bonario papa volle procurarsi un luogo in cui godere pacificamente
la bellezza della campagna romana e svagarsi dai pensieri della politica, incaricò i suoi
artisti di inalzargli quella villa, che ancor oggi serba il nome di lui. Soleva recarvisi su per
il Tevere, in una barca suntuosamente addobbata, nei caldi crepuscoli di estate, e
la villa conserva il carattere di un luogo di riposo passeggiero con quelle poche stanze
e quel susseguirsi di freschi cortili e di porticati in cui le linee architettoniche si alter-
nano alle bellezze naturali del giardino e del bosco. Fu il Vasari a darne un primo di-
segno, corretto poi da Michelangiolo e dal papa medesimo,1 ma l'impronta all'opera
la impresse il Vignola che rimase a portare avanti il lavoro dal 1550 al 1553. Nel 155.5
il pontefice regalò la villa a suo fratello Balduino.3 Un anno prima l'Ammannati,
che doveva esser entrato nelle grazie di Giulio III, fu chiamato a partecipare ai lavori
e per pasqua 4 presentò il modello in legno della fonte pubblica che fu costruita all'angolo
Fig. [. — Balaustrata del sepolcro Dal Monte.
Roma, S. Pietro in Montorio.
di via dell'Arco Oscuro, dove si scorge ancor oggi mutilata delle statue della Felicità e
dell'Abbondanza, che riempivano le due nicchie laterali, e di quella testa antica e bellis-
sima di Apollo che gettava l'acqua nella sottostante vasca di granito, e mancante degli
acroteri e delle statue antiche di Roma Minerva e Nettuno sul cornicione. Oggi essa è
invece sciupata dalle lapidi aggiunte dal Cardinal Borromeo, da Benedetto XIV e dagli
ornamenti che vi appose Filippo Colonna, Connestabile del Regno di Napoli; ed ha cam-
biato di proporzioni a causa della sovrapposizione di un secondo ordine ionico a quello
corinzio originale. s
Dietro alla fontana il cui aspetto primitivo ci è conservato da un disegno del sec.xvi,6
l'Ammannati costruì una loggia a tre bracci con pilastri corinzi su alto piedistallo sor-
reggenti un architrave. La fontana prima che fosse incorporata nel palazzo di Pio IV,
constava di una semplice facciata curvilinea con alto zoccolo ed un cornicione ed era
decorata, nel centro da un'edicola. Opera di regolarità classica in cui si riflette l'insegna-
mento del Vignola trattatista. Ad essa l'Ammannati si prodigò come architetto e come
1 L'Ammannati, nel giugno 1554, ottenne il
resto del pagamento delle sculture della cappella.
Pastor (Geschichte der Pàpste-Julius III, pag. 261).
2 Nuova Antologia, 1890; Paolo Giordani,
L'Arte, 1907; Id., Il Vignola a Roma, 1908.
3 Vasari, Milanesi, VII, 694.
4 V. Documento n. 1 in fine.
s Giacomo Balestra, La fontana pubblica di
Giulio III e il Palazzo di Pio IV sulla via Flami-
nia, 1911.
6 Egger, Ròmi'che, Veduten 1911. Balestra,
op. cit.
LUIGI BIAGI
stezza. È anche nell'aspetto, un monumento funebre inalzato dalla riconoscenza del sor-
ridente pontefice e non dal dolore.1
Quando poi il bonario papa volle procurarsi un luogo in cui godere pacificamente
la bellezza della campagna romana e svagarsi dai pensieri della politica, incaricò i suoi
artisti di inalzargli quella villa, che ancor oggi serba il nome di lui. Soleva recarvisi su per
il Tevere, in una barca suntuosamente addobbata, nei caldi crepuscoli di estate, e
la villa conserva il carattere di un luogo di riposo passeggiero con quelle poche stanze
e quel susseguirsi di freschi cortili e di porticati in cui le linee architettoniche si alter-
nano alle bellezze naturali del giardino e del bosco. Fu il Vasari a darne un primo di-
segno, corretto poi da Michelangiolo e dal papa medesimo,1 ma l'impronta all'opera
la impresse il Vignola che rimase a portare avanti il lavoro dal 1550 al 1553. Nel 155.5
il pontefice regalò la villa a suo fratello Balduino.3 Un anno prima l'Ammannati,
che doveva esser entrato nelle grazie di Giulio III, fu chiamato a partecipare ai lavori
e per pasqua 4 presentò il modello in legno della fonte pubblica che fu costruita all'angolo
Fig. [. — Balaustrata del sepolcro Dal Monte.
Roma, S. Pietro in Montorio.
di via dell'Arco Oscuro, dove si scorge ancor oggi mutilata delle statue della Felicità e
dell'Abbondanza, che riempivano le due nicchie laterali, e di quella testa antica e bellis-
sima di Apollo che gettava l'acqua nella sottostante vasca di granito, e mancante degli
acroteri e delle statue antiche di Roma Minerva e Nettuno sul cornicione. Oggi essa è
invece sciupata dalle lapidi aggiunte dal Cardinal Borromeo, da Benedetto XIV e dagli
ornamenti che vi appose Filippo Colonna, Connestabile del Regno di Napoli; ed ha cam-
biato di proporzioni a causa della sovrapposizione di un secondo ordine ionico a quello
corinzio originale. s
Dietro alla fontana il cui aspetto primitivo ci è conservato da un disegno del sec.xvi,6
l'Ammannati costruì una loggia a tre bracci con pilastri corinzi su alto piedistallo sor-
reggenti un architrave. La fontana prima che fosse incorporata nel palazzo di Pio IV,
constava di una semplice facciata curvilinea con alto zoccolo ed un cornicione ed era
decorata, nel centro da un'edicola. Opera di regolarità classica in cui si riflette l'insegna-
mento del Vignola trattatista. Ad essa l'Ammannati si prodigò come architetto e come
1 L'Ammannati, nel giugno 1554, ottenne il
resto del pagamento delle sculture della cappella.
Pastor (Geschichte der Pàpste-Julius III, pag. 261).
2 Nuova Antologia, 1890; Paolo Giordani,
L'Arte, 1907; Id., Il Vignola a Roma, 1908.
3 Vasari, Milanesi, VII, 694.
4 V. Documento n. 1 in fine.
s Giacomo Balestra, La fontana pubblica di
Giulio III e il Palazzo di Pio IV sulla via Flami-
nia, 1911.
6 Egger, Ròmi'che, Veduten 1911. Balestra,
op. cit.