DUE PITTORI SIGNORELLIANI
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La composizione del Battesimo rimonta, anche
nel gruppo dei neofiti nel fondo, ad un cartone ov-
vero ad un bozzetto di Luca, ed è riferibile ai pri-
missimi anni del cinquecento; datazione appros-
simativa, che ci viene confermata dalla figura del
Battista nell'altro pannello, ampiamente panneg-
Fig. 5. — P. P. Baldinacci: Stendardo.
Gubbio, S. Croce.
già t a e che risulta, del resi o, anche dalla greca che
gira all'intorno, imitata dal piccolo stendardo raf-
faellesco nella stessa Pinacoteca. L'opera di cui
ci occupiamo non può appartenere al nipote del
Signorelìi che, nelle sue fatiche sicure, accenna a
tutt'altra maniera, ed inclino a crederla invece ili
Giovanni Battista.
Se è così, essa ci mostra assai bene lo stile più
avanzato del pittore castellano, un po' schiarito
ma ancor ( indo e vivace nei colori; preciso nel
segno ma privo di certe legnosità giovanili; legato
sempre a schemi signorelliani nella composizione
e nelle forme. Queste bensì sono tradotte senza
energia e con una certa dolcezza, la quale ci
assicura come l'artefice non avesse veduto invano
Pinturicchio e Raffaello.
* * *
Luigi Bonfatti pubblicò, molti anni fa, vari do-
cumenti intorno al pittore eugubino Pietro Paolo
Baldinacci. 1 Alcuni di questi — che vanno dal
1517 al 1521 — riguardano la pittura del palio
1 In Giornali- di Erudizione artistica, III (1874), pa-
gina 291 ssq.
o stendardo di S. Croce della Foce a Gubbio; altri
■— dal 1525 al 1537 — si riferiscono alla pittura
di un baldacchino e di un palio per la Fraternità
di S. .Maria dei Laici, sempre a Gubbio, cose queste
ultime ormai perdute, mentre ci resta in parte lo
stendardo di S. Croce.
Il Baldinacci, ebbe in quel lavoro, a compagno
un certo maestro Silvio col quale riceveva, dalla
Confraternita committente, in un primo paga-
mento del ro maggio 1517, tre fiorini. Poi, in varie
volte, egli riscosse sei fiorini; il suo compagno ne
ritirò soltanto tre e trenta bolognini. Da ultimo
risulta che il 2 1 agosto 1521 i due artefici erano in-
sieme creditori di ventiquattro fiorini « per mani-
fattura di un pallio ».
Sul primo altare a sinistra della chiesetta di
S. Croce, si vede lo stendardo (tìg. 5) con S. Pietro
Martire e S. Ubaldo in piedi, i confratri biancove-
stiti, genuflessi, e S. Elena, inginocchiata essa pure,
ed in atto di abbracciare la croce, che due angeli
sollevano.
Che cosa fosse rappresentato dalla parte opposta
non sappiamo: il Baldinacci riceveva il 22 maggio
Particolare dello stendardo precedente.
Gubbio, S. Croce.
1522, dieci bolognini « per resto di pegnere una
nunziata », mala troppo generica notizia non ci au-
torizza ad affermare senz'altro che vi fosse figurato
il Mistero della Annunciazione.
Cavalcasene e Crowe, accennando alla parte del
« pallio » che rimane, senza conoscere i documenti
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La composizione del Battesimo rimonta, anche
nel gruppo dei neofiti nel fondo, ad un cartone ov-
vero ad un bozzetto di Luca, ed è riferibile ai pri-
missimi anni del cinquecento; datazione appros-
simativa, che ci viene confermata dalla figura del
Battista nell'altro pannello, ampiamente panneg-
Fig. 5. — P. P. Baldinacci: Stendardo.
Gubbio, S. Croce.
già t a e che risulta, del resi o, anche dalla greca che
gira all'intorno, imitata dal piccolo stendardo raf-
faellesco nella stessa Pinacoteca. L'opera di cui
ci occupiamo non può appartenere al nipote del
Signorelìi che, nelle sue fatiche sicure, accenna a
tutt'altra maniera, ed inclino a crederla invece ili
Giovanni Battista.
Se è così, essa ci mostra assai bene lo stile più
avanzato del pittore castellano, un po' schiarito
ma ancor ( indo e vivace nei colori; preciso nel
segno ma privo di certe legnosità giovanili; legato
sempre a schemi signorelliani nella composizione
e nelle forme. Queste bensì sono tradotte senza
energia e con una certa dolcezza, la quale ci
assicura come l'artefice non avesse veduto invano
Pinturicchio e Raffaello.
* * *
Luigi Bonfatti pubblicò, molti anni fa, vari do-
cumenti intorno al pittore eugubino Pietro Paolo
Baldinacci. 1 Alcuni di questi — che vanno dal
1517 al 1521 — riguardano la pittura del palio
1 In Giornali- di Erudizione artistica, III (1874), pa-
gina 291 ssq.
o stendardo di S. Croce della Foce a Gubbio; altri
■— dal 1525 al 1537 — si riferiscono alla pittura
di un baldacchino e di un palio per la Fraternità
di S. .Maria dei Laici, sempre a Gubbio, cose queste
ultime ormai perdute, mentre ci resta in parte lo
stendardo di S. Croce.
Il Baldinacci, ebbe in quel lavoro, a compagno
un certo maestro Silvio col quale riceveva, dalla
Confraternita committente, in un primo paga-
mento del ro maggio 1517, tre fiorini. Poi, in varie
volte, egli riscosse sei fiorini; il suo compagno ne
ritirò soltanto tre e trenta bolognini. Da ultimo
risulta che il 2 1 agosto 1521 i due artefici erano in-
sieme creditori di ventiquattro fiorini « per mani-
fattura di un pallio ».
Sul primo altare a sinistra della chiesetta di
S. Croce, si vede lo stendardo (tìg. 5) con S. Pietro
Martire e S. Ubaldo in piedi, i confratri biancove-
stiti, genuflessi, e S. Elena, inginocchiata essa pure,
ed in atto di abbracciare la croce, che due angeli
sollevano.
Che cosa fosse rappresentato dalla parte opposta
non sappiamo: il Baldinacci riceveva il 22 maggio
Particolare dello stendardo precedente.
Gubbio, S. Croce.
1522, dieci bolognini « per resto di pegnere una
nunziata », mala troppo generica notizia non ci au-
torizza ad affermare senz'altro che vi fosse figurato
il Mistero della Annunciazione.
Cavalcasene e Crowe, accennando alla parte del
« pallio » che rimane, senza conoscere i documenti