IO')
VITTORIO M0SCHIN1
Ecco che così il nostro si mostra, come del resto nel quadro di Schleissheim, vi-
vace pittore di storie, rese vive non per la loro impostazione scenografica, ma per
note acute di colore e di espressione sentimentale.
In questo quadro della Barberini, come in quello di S. Carlo Borromeo, la scena
tende ad assere impostata come un bassorilievo profilato sullo sfondo e ciò conferma
quanto poco il Luti si sia posto il problema dello spazio pittorico, cosa del resto che
ci è dimostrata dalla sua valentìa ben scarsa di prospettico. Così in quello scomparto
che egli dipinse in una sala del palazzo Colonna, e che rappresenta la Gloria di Papa
(mi: BENEDETTO LUTI FIORENTINO E
mio AQC DI &WCA NEL AUXXXXXXIV
Fig. 16. — ìi. Luti: Autoritratto.
Roma, Galleria dell'Accademia di S. Luca.
(Fot. del Gabinetto Fot. del Ministero dell'Istruzione).
Martino V assunto al soglio di S. Pietro l'effetto di sfondo è assolutamente mancato:
goffo e impacciato piomba giù nel cielo quel lezioso papa settecentesco, incontro al
nuovo eletto in rossa veste cardinalizia disegnato sullo sfondo chiaro con lo stesso
senso col quale si profilano quelle neoclassiche fanciulle in primo piano (fig. 15).
L'eleganza di linea di alcune figure, qualche nota di vivace colore non bastano
però a salvare quest'opera. Troppo v'è in questa pittura di superficiale, di falso, di
leccato, nei colori zuccherini che brillano, come in tante stucchevoli figure.
Se il Luti ottenne talora nelle sue composizioni una certa larghezza spaziosa, non
fu per mezzo della prospettiva dei quadraturisti, ma del senso atmosferico degli sfu-
mati. Quanto egli abbia questo utilizzato nelle sue opere anche in sè (come effetto
VITTORIO M0SCHIN1
Ecco che così il nostro si mostra, come del resto nel quadro di Schleissheim, vi-
vace pittore di storie, rese vive non per la loro impostazione scenografica, ma per
note acute di colore e di espressione sentimentale.
In questo quadro della Barberini, come in quello di S. Carlo Borromeo, la scena
tende ad assere impostata come un bassorilievo profilato sullo sfondo e ciò conferma
quanto poco il Luti si sia posto il problema dello spazio pittorico, cosa del resto che
ci è dimostrata dalla sua valentìa ben scarsa di prospettico. Così in quello scomparto
che egli dipinse in una sala del palazzo Colonna, e che rappresenta la Gloria di Papa
(mi: BENEDETTO LUTI FIORENTINO E
mio AQC DI &WCA NEL AUXXXXXXIV
Fig. 16. — ìi. Luti: Autoritratto.
Roma, Galleria dell'Accademia di S. Luca.
(Fot. del Gabinetto Fot. del Ministero dell'Istruzione).
Martino V assunto al soglio di S. Pietro l'effetto di sfondo è assolutamente mancato:
goffo e impacciato piomba giù nel cielo quel lezioso papa settecentesco, incontro al
nuovo eletto in rossa veste cardinalizia disegnato sullo sfondo chiaro con lo stesso
senso col quale si profilano quelle neoclassiche fanciulle in primo piano (fig. 15).
L'eleganza di linea di alcune figure, qualche nota di vivace colore non bastano
però a salvare quest'opera. Troppo v'è in questa pittura di superficiale, di falso, di
leccato, nei colori zuccherini che brillano, come in tante stucchevoli figure.
Se il Luti ottenne talora nelle sue composizioni una certa larghezza spaziosa, non
fu per mezzo della prospettiva dei quadraturisti, ma del senso atmosferico degli sfu-
mati. Quanto egli abbia questo utilizzato nelle sue opere anche in sè (come effetto