OPERE DI MATTIA PRETI
139
Con gaudio infinito di penombre e lumi, angioletti di velo rosa 0 di neve scintil-
lante s'aggrappano alle colonne, occhieggiano dalle travi corrose dei tetti, mentre l'ombra
fulva del demone sbarra trasversalmente lo spazio con le trasparenti ali di vampiro.
La luce, che s'addensa nell'atmosfera vespertina, trae splendori di pallido oro dalla
stuoia di Giobbe, dal fiasco, dal bacile di metallo; raggi di sole nell'ombra son le dita
delle mani protese, e in contrasto a questi fissi lumi, scorrono con fervore di spume lucenti,
di liquide gemme, i riflessi lunari sulla veste azzurra dell'uomo seduto: la soffice barba
e le chiome fuggenti del tìpico vecchio avvolto di manto gialloro, si plasmano entro il
vaporoso tessuto delle nubi, mentre la testa, grande, malinconica, possente, lambita
di luce, ha gli [occhi profetici avvolti d'ombra; volti e stoffe increspati riflettono con
Fig. 2. — Mattia Preti : Giobbe. Bruxelles, Museo Nazionale.
estrema sensibilità i chiarori del fondo, in questa magica tela, ove la luce attrae con vio-
lenza le forme e suscita nello spazio vibrazioni infinite.
Blandizie di lumi lunari, nel quadro della galleria Pallavicini in Roma (fig. _}): // rice-
vimento della regina Saba,1 provano il fascino esercitato dall'arte di Paolo Veronese sul Preti,
quantunque nel denso fondo le glauche lievi trasparenze di Paolo si mutino in compatti vel-
luti di nuvole e luci. In quella grave spessa opulenta atmosfera, gli oggetti riversano il tesoro
dei loro varii splendori: le masse periate delle case a destra, dietro l'ombra tremula di riflessi
d'un gruppo contro luce, i vimini aurei di un paniere, da cui precipita il rivo dei vasel-
lami, l'armatura corrusca di un guerriero da tergo, nell'angolo, lo smalto di un occhio
di moro, perla splendente nell'ombra del volto, i fiori di luce tessuti nella veste di Saba,
come il lino sottile che involge la testa della servente nell'ombra. E secondo il volger delle
forme alla fonte luminosa la sostanza muta di qualità e di spessore: compatta, come di
stucco, nella testa di Saba, s'impasta morbida nella testa arguta del vecchio pescatore,
mentre la dama, che presso la regina indietreggia, fa pensare alle vacue forme, all'alluminio
1 Un'altra rara opera ili Mattia Preti, nella stessa collezione, ci proponiamo di pubblicare appena avu-
tane la fotografia.
139
Con gaudio infinito di penombre e lumi, angioletti di velo rosa 0 di neve scintil-
lante s'aggrappano alle colonne, occhieggiano dalle travi corrose dei tetti, mentre l'ombra
fulva del demone sbarra trasversalmente lo spazio con le trasparenti ali di vampiro.
La luce, che s'addensa nell'atmosfera vespertina, trae splendori di pallido oro dalla
stuoia di Giobbe, dal fiasco, dal bacile di metallo; raggi di sole nell'ombra son le dita
delle mani protese, e in contrasto a questi fissi lumi, scorrono con fervore di spume lucenti,
di liquide gemme, i riflessi lunari sulla veste azzurra dell'uomo seduto: la soffice barba
e le chiome fuggenti del tìpico vecchio avvolto di manto gialloro, si plasmano entro il
vaporoso tessuto delle nubi, mentre la testa, grande, malinconica, possente, lambita
di luce, ha gli [occhi profetici avvolti d'ombra; volti e stoffe increspati riflettono con
Fig. 2. — Mattia Preti : Giobbe. Bruxelles, Museo Nazionale.
estrema sensibilità i chiarori del fondo, in questa magica tela, ove la luce attrae con vio-
lenza le forme e suscita nello spazio vibrazioni infinite.
Blandizie di lumi lunari, nel quadro della galleria Pallavicini in Roma (fig. _}): // rice-
vimento della regina Saba,1 provano il fascino esercitato dall'arte di Paolo Veronese sul Preti,
quantunque nel denso fondo le glauche lievi trasparenze di Paolo si mutino in compatti vel-
luti di nuvole e luci. In quella grave spessa opulenta atmosfera, gli oggetti riversano il tesoro
dei loro varii splendori: le masse periate delle case a destra, dietro l'ombra tremula di riflessi
d'un gruppo contro luce, i vimini aurei di un paniere, da cui precipita il rivo dei vasel-
lami, l'armatura corrusca di un guerriero da tergo, nell'angolo, lo smalto di un occhio
di moro, perla splendente nell'ombra del volto, i fiori di luce tessuti nella veste di Saba,
come il lino sottile che involge la testa della servente nell'ombra. E secondo il volger delle
forme alla fonte luminosa la sostanza muta di qualità e di spessore: compatta, come di
stucco, nella testa di Saba, s'impasta morbida nella testa arguta del vecchio pescatore,
mentre la dama, che presso la regina indietreggia, fa pensare alle vacue forme, all'alluminio
1 Un'altra rara opera ili Mattia Preti, nella stessa collezione, ci proponiamo di pubblicare appena avu-
tane la fotografia.