ADOLFO VENTURI
gere, sulle acute ali aperte di colpo, sul braccio avvolto da un drappo fluente, l'orlo
sfrangiato della corolla-candelabro, cui dà la spinta con la mano paffuta, quasi a
farla torneare per gioco. Lo spirito lieto dell'arte di Francesco di Giorgio anima il
volto aperto, i grandi occhi, la bocca parlante, le floride forme del fanciullo, che piega
Fig 14. — Francesco di Giorgio:
Angelo portacandelabro
presso il ciborio del Vecchietta nel Duomo di Siena.
la testa ricciuta sotto la fantastica giostra della corolla piatta e del calice espanso,
appena ricurvo, e avventa con slancio di prua la sinuosa forma di piccolo Tritone fuor
dal calice schiantato (fig. 18).
Lo scultore spiega tutta la freschezza della sua vena fantastica e l'energia vitale
delle sue forme, nel disegnar le nervature tese delle foglie, i cui multipli lobi ora s'in-
curvano all'unisono con elastica grazia, lambendo il corpo del fanciullo, ora si tendono
gere, sulle acute ali aperte di colpo, sul braccio avvolto da un drappo fluente, l'orlo
sfrangiato della corolla-candelabro, cui dà la spinta con la mano paffuta, quasi a
farla torneare per gioco. Lo spirito lieto dell'arte di Francesco di Giorgio anima il
volto aperto, i grandi occhi, la bocca parlante, le floride forme del fanciullo, che piega
Fig 14. — Francesco di Giorgio:
Angelo portacandelabro
presso il ciborio del Vecchietta nel Duomo di Siena.
la testa ricciuta sotto la fantastica giostra della corolla piatta e del calice espanso,
appena ricurvo, e avventa con slancio di prua la sinuosa forma di piccolo Tritone fuor
dal calice schiantato (fig. 18).
Lo scultore spiega tutta la freschezza della sua vena fantastica e l'energia vitale
delle sue forme, nel disegnar le nervature tese delle foglie, i cui multipli lobi ora s'in-
curvano all'unisono con elastica grazia, lambendo il corpo del fanciullo, ora si tendono