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Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

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Nr. 1 (Gennaro e Febbraro 1866)
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Esame archeologico e critico della storia di s. Callisto narrata nel libro nono dei Filosofumeni, [1]
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Epitaffio del'anno 501 scoperto in s. Lorenzo nell'agro Verano
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https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0022

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— 14 —

speranza di succedere a lui. Ma Eulogio Alessandrino
non avrà forse confuso l'istoria d'uno scisma con quella
d'un altro ; lo scisma notissimo di Novaziano , con
quello dimenticato da tutti dell' avversario di Cal-

listo ? Io nulla decido; nè voglio che queste con-
getture , qualunque peso sarà loro dato , sieno sti-
mate parte integrale e necessaria dell'esame e dell'apo-
logia, che vengo dettando.

Epitaffio dell' anno SOI scoperto

Tra le iscrizioni cristiane di data certa, che deb-
bono essere aggiunte alla serie pubblicata nel tomo
primo, una ne tornò in luce nell'anno scorso dalla
basilica di s. Lorenzo nell' agro Yerano , che è di-
sposta in una forma singolare, e della quale non
ricordo altro esempio. Le lettere sono scritte in fa-
scie di marmo ; i cui frammenti superstiti e ricom-
posti chiaramente mostrano, che quelle fascio com-
ponevano una cornice quadrilunga, che forse chiudeva
un musaico od un' opera tessellata. Nelle due fascie
laterali, che sono di lunghezza maggiore, erano scritti
due disliei per parte ; nella fascia superiore era se-
gnato il nome con gli anni della vita della persona
onorata da cotesto epitaffio di nuova forma ; nella
fascia inferiore era la data dell' anno e del giorno
della deposizione. Colesta ultima fascia rimane intera;
della superiore appena un frantume : della laterale
sinistra rimangono i finali d'un solo dislieo, della la-
terale destra molte parole d' ambedue i disliei. Ma
ciò che giova assai a supplirne le lettere perdute, è
che cotesta ultima fascia è opistografa, cioè scritta
anche nel suo rovescio : e porta in ambe le scritture
i versi medesimi. È chiaro che la prima scrittura fu
rigettala e ripetuta nell' altra faccia per qualche er-
rore occorso , o perchè si volle variare qualche pa-
rola. Si vegga la delineazione de' frammenti restituiti
ai debiti luoghi nella pagina seguente.

11 primo distico dell' epigramma dal confronto
delle lettere del dritto con quelle del rovescio della
fascia opistografa mi sembra dovere essere supplito in
circa così:

haC SYB LEGE DEVs nuptiS CONSORTIA YINXIT
corpOmWs junclis eSSET VT YNA CARO

11 secondo distico non è egualmente facile a restituire.
Dal confronto predetto raccolgo :

EN CONIVX CARYMQYE TIIORVM GVro conjuge NATVM
DESERIS AYCTORIS IVSSA.........

Ma nell' esametro la buona costruzione della frase
esige carumque thorum et cum conjuge natum deseris ;
e credo che l'ommissione dell' et sia stata la cagione di

in s, Lorenzo nell' agro Ver&no.

riscrivere da capo l'epigramma nella faccia opposta
del marmo. In quanto al pentametro il senso è chia-
ro, e dice che la defonta morendo ha infranta la legge
del creatore ermi duo in carne una ricordata nel primo
distico. Ma non trovo parole, che rendano quel senso e
compiano il verso con una frase, al mio gusto, tol-
lerabile e conforme allo stile del secolo e del poeta.
Si provino altri a quest' impresa, se ne vale la pena.

Del primo distico della fascia sinistra nulla rimane,
e del secondo soltanto il finale:

CONSTANTE MARITO
funeW MENSA DIE.

Constante significa vivente. In un sarcofago delle grotte
vaticane leggiamo uno scherzo sul sepolcro preparato
in vita da un Constantius: LOCYS CONSTANTI OVI
ADIIYC CONSTAT , ed equivale alla nota forinola
se vivo fecit. Le parole residue del pentametro sono
tolte dal noto verso di Virgilio ahstulit atra dies et
funere mersit acerbo, che fu molto caro agli antichi
compositori di metrici epitaffi.

Dai versi raccogliamo, che l'epigrafe è d'una donna
premorta al suo marito; dalla fascia inferiore ch'essa
morì nel 501; laonde la fascia superiore sarà da sup-
plire secondo il formolario epigrafico del secolo sesto
in circa così :

hic reejuiescit in pace .... conjXX ALEXANrfn...
guaevixit in saeculo aNNIS PM (plus minus)...

Resta a commentare la data Avieno viro clarissi-
mo constile, che ho detto contrasegnare l'anno 501.
Tre Avieni consoli sono registrati nei fasti; il primo
fu collega dell'imperatore Valentiniano III nell'anno ISO;
il secondo ed il terzo procedettero in Occidente nel 301
e nel 502. Il modo di distinguerli nelle date è in-
segnato nel tomo I delle Inscriptiones christianae pa-
gina 328 e 412 e segg. Il primo non fu giammai
nominato solo; il terzo di legge ordinaria fu chiamato
junior per discernerlo dal secondo; a questo che fu
chiamato Avieno senz'aggiunta veruna e die il suo no-
me all'anno 501, di pieno diritto appartiene la nostra
iscrizione.

Le due croci in un epitaffio del secolo sesto non
sono degne di osservazione e di nota; in quell'età
gli esempi ne sono assai communi.
 
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