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Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

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Nr. 5 (Settembre e Ottobre 1866)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0086

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letizie

ROMA — Scoperte nella basìlica di s. Ilaria
in Trastevere.

Nel Marzo dello scorso anno accennai, che sotto il pa-
"vimcnto della nave maggiore della basilica di s. Maria in
Trastevere erano stati scoperti gli avanzi del recinto com-
munemente appellato schola cantorum ed i plutei marmorei,
che lo chiudevano. Quel recinto fu opera di Gregorio IV,
come leggiamo nella vita di lai (1); quivi ò appellato pre-
shyterium nel significato generico di quel vocabolo indicante
tutta la parte del tempio chiusa da cancelli e riserbata ai
varii ordini dei chierici (2). Ma nella vita predetta leggiamo
altresì, che quel pontefice costruì sotto l'absida posta ad
occidente un alto tribunale, sul quale eresse 1' altare ; che
prima stava in umile e basso luogo. Ed in fatti sotto il grande
arco dell1 attuale basilica edificata da Innocenzo II è stato
rinvenuto il principio dell'abside spettante alla basilica più
antica. E dinanzi a quell'abside si veggono le vestigia del
tribunale costruito da Gregorio IV con i gradini per ascen-
dere all'altare, ed altri particolari, che in una breve notizia
non accompagnata da una pianta e impossibile descrivere ; ma
sono stati accuratamente notati e delineati dal eh. signor
conte Vespignani architetto, per ordine della Commissione
dirigente i restauri dell'insigne monumento. Gregorio IV
costruì il predetto tribunale facendo un aggerc maximae
rnolh sopra un antro clandestino, che egli scavò dentro l'am-
bito dell'abside per riporvi ed occultare i corpi dei famosi
pontefici Callisto c Cornelio (3) A questo aggere slimo spet-
tare la costruzione massiccia, che apparisce nel profondo
dell'area semicircolare a perpendicolo sotto il posto dell'an-
tico altare.

Nelle vestigia dell'abside, delle costruzioni laterali, del
pavimento ornato di varii marmi e del tribunale si distin-
guono due epoche diverse. La prima è quella Giulio, suc-
cessore di Silvestro, che nei primi anni della pace costruì
la basilica trastiberina: la seconda quella del tante volte già
nominato Gregorio IV. Anche alcuni brani d'intonaco con
decorazione dipinta spettano ai tempi di quest' ultimo pon-
tefice ; e sono da paragonare con le decorazioni di quel me-
desimo tempo rinvenute dal eh. Monsignor Bartolini nella
confessione della basilica di s. Marco (4). In fine nel pa-
ti) Lib. pont. in Gregorio IV §. XXXII.

(2) V. Da Gange, Gloss. v. prcsbyterium.

(3) Lib. pont. !. c.

(-'<) V. Bartolini, La confessione di s. Marco tav. II.

vimento primitito osservo un partito di ligure geometriche
in marmi di varii colori, che assomiglia perfettamente a
quello d'un pavimento di cubicolo nel cemetero di Callisto,
ed ai pavimenti dei buoni tempi romani. Nei restauri e rap-
pezzi del secolo nono sono adoperati frammenti diversi di
lastre marmoree senza studio di simmetria; in alcune delle
quali appajono lettere greche e latine, laceri avanzi di epi-
taffi tolti dai sotterranei cemeteri.

Parimente pel pavimento fatto ai tempi d'Innocenzo li
furono tagliate e messe in opera antiche iscrizioni, massime
cristiane e sepolcrali. Cotesti marmi scritti segati in varie
fette e figure e taluni anche coperti di tenacissima calce
non sono stati ancora posti in luogo adatto a studiarli ed
a ricomporli. Il primo esame, che ho potuto farne, m' ha
insegnato che da quei frantumi raccoglieremo l'epitaffio d'un
prete del titolo di s. Pudenziana vissuto nel secolo quinto
ed iscrizioni consolari con le date degli anni 400, 437,
489, 544. Quando ne avrò riunito le sparse membra, e ||
avrò diligentemente trascritti, ne farò parte ai miei lettori/

MODERNA — Arca sepolcrale di piombo dei
tempi cristiani. Dopo la morte del nostro grande ar-
cheologo Mons. Cavedoni e stato divulgalo l'ultimo scritto
di lui intitolalo : Ragguaglio archeologico di un gruppo di
sepolcri antichi scoperti di recente in Modena. Uno di questi
era costruito di mattoni romani e di marmi tolti a monu-
menti pagani e racchiudeva un'arca di piombo. Quivi presso
giaceva una monetina di Costanzo II figliuolo di Costantino,
tuttora Cesare. Poco lungi da questo sepolcro era stata rin-
venuta la cristiana iscrizione col gruppo simbolico dei pesci
e dei pani, che ò delineata nel Bullettino d'Ottobre dello
scorso anno. Il Cavedoni per questi ed altri indizi crede,
1' arca plumbea sia d'un sepolcro cristiano o almeno di tempi
cristiani; e si distende a provare con quella facile copia
d'erudizione, che tutti in lui ammiravamo, l'uso delle arche
plumbee sepolcrali non essere stato proprio dei Greci, come
taluno aveva pensato, ma frequenti esserne gli esempi del
secolo terzo e del quarto in ogni regione e provincia dei
romano impero; e constare che i Cristiani hanno seppellito
i cadaveri dentro casse di quel metallo e in Modena mede-
sima e altrove. Nelle romane catacombe una sola volta ho
trovato alquanti frammenti d'una siffatta arca plumbea; ma
giacevano sotto una frana e forse dal suolo esterno erano pre-
cipitati nel sotterraneo.

AVVERTENZA

Il mezzo foglio, che manca in questo fascicolo, è compensato dal mezzo foglio
eccedente la misura consueta nel fascicolo di Marzo e Aprile.

TIPOGRAFIA SALVICCOI
 
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