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Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

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Nr. 6 (Novembre e Decembre 1866)
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Epilogo sull'autore dei Filosofumeni
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Lo Xenodochio di Pammachio in Porto
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https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0109

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— 99 —

Pag. 85, col. 2, nota 2, linea 11, Bumoi-fan,
correggi BzonocrjGev-

Pag. 90, col. 2, lin. 14. Alle parole quivi reci-
tate di Tertulliano aggiungi, De jejuniis cap. XI.

Pag. 95. Ho affermalo, senza provarlo, che le im-
magini in musaico descritte dal Marangoni sono del se-
colo IV. Per facilitare ai periti in questi giudizii l'esame
dell'asserzione mia, trascrivo le parole del Marangoni;
le quali serviranno anche ad emendare qualche ine-
sattezza sfuggitami neiraccennare quelle immagini.

« L'anno 1742 fu scoperta da noi una scala, ben-
» chè chiusa, che dalla campagna discende nel primo
» piano del cimitero di Callisto, nel cui prospetto è
» dipinto in forma grande il monogramma In un
» lato di essa è un grande sepolcro arcuato di pai-
» mi 9 di lunghezza e 5 di larghezza tutto lavoralo
» a mosaico. Nel prospetto sta Cristo N. S. seduto so-
» pra un globo, alla destra è s. Pietro, alla sinistra
» s. Paolo, anch'eglino seduti in due seggie coll'estre-
» mità loro acute, e nella volta più contigua è la

» seguente iscrizione a mosaico di pietre verdi ;
QVI ET FILIVS DICERIS S ET PATER 1NVENIRIS
» Sotto l'arco o volta del monumento sono altre fi-
» gure di santi in piedi, fra i quali una donna. Nel
» lato destro è Cristo, che risuscita Lazaro ; nel sini-
» stro, essendo caduto il mosaico, non può discernersi,
» bensì da una striscia, che rassembra acqua, può cre-
» dersi vi fosse Mosò in atto di farla scaturire dalla pie-
» tra. » (Cose gentilesche p. 461 ). Neil'Istoria del Sancta
Sanctorum, p. 168 il Marangoni indica esattamente il sito
di questa scala nella campagna di Tor Marancia lungo
la via, che va a s. Paolo. Oggi è noto, che quello
non fu mai il sito di veruna regione del cemetero di
Callisto. L'importanza storica e dommatica del deter-
minare il vero nome del cemetero, cui spelta cotesto
arcosolio , e dell' età, in che fu fatto, è un esempio
della necessità di restituire alla loro esatta topografia
e cronologia i monumenti cristiani, se vogliamo con
sicurezza adoperarli a rischiarare la storia ecclesiastica
e la teologia dei primi secoli.

Lo Xenodochio di Pammachio in Porto.

Molto interesse ha destato la notizia da me divul-
gata nel Maggio della scoperta avvenuta in Porlo d'un
cristiano edificio, cui mi sembrò poter dare il nome
del famoso xenodochio di Pammachio. Continuate le
escavazioni sono apparse le vestigia d'una basilica con
istoriche epigrafi; talché non era esatto ciò , che mi
era stato riferito, il quadriportico con cisterna mettere
soltanto ad ambulacri e celle d'un ospizio, non ad alcuna
basilica. Ciò non ostante parmi, che la denominazione
di xenodochio di Pammachio rimanga nello stato, in
che la posi con le ragioni da me dichiarate; ed acqui-
sti anche qualche nuovo lume dalle recenti scoperte,
come m'accingo ad accennare.

Ho pregato l'egregio cultore di studii archeolo-
gici sig. Rodolfo Lanciani di fornire ai lettori del Bui-
lettino un rapporto sulle nuove scoperte da lui veri-
ficate, corredalo degli opportuni disegni; ed ottenu-
tolo dalla cortesia e perizia di lui , qui lo divulgo ,
premettendogli queste brevi parole. Si vegga nella
pagina 103 l'icnografia dell'edificio non intero , ma
delle parli, che fino ad oggi il Lanciani ha potuto ri-
conoscere e coordinare. Bellissima è quella pianta; e
dimostra, che il quadriportico non sboccava nella pub-
blica via , ma era nel centro del fabbricato secondo
il tipo dei monasteri; con la differenza però, che in
luogo d'essere fiancheggiato da celle, per Ire lati mette
in ambulacri paralleli ai tre portici e dagli ambulacri
in corsie similmente parallele. La quale disposizione
dell'edificio conferma, il rinvenuto quadriportico non
essere semplicemente l'atrio d'una basilica, ma centro
d'un magnifico ospizio. Vero è, che dal quarto lato
1' atrio imbocca in una grande aula a tre navi con
abside doppia nel fondo, e con stanze laterali all'abside,
simili a quelle della basilica di s. Stefano sulla via La-
tina, in una delle quali stanze è un pozzo. Sarà questo
il triclinio dell'ospizio, ovvero ne sarà la basilica? Con-

fesso la mia esitazione nella scelta della risposta al que-
sito. Le forme e la disposizione dell'aula mi sembrano
soverchie per il solo scopo del triclinio o, come oggi
diciamo, del refettorio. Che uno xenodochio poi fino dal
secolo quarto o quinto abbia avuto chiesa propria ed
interna, non mi sembra conforme alla disciplina di
quei tempi. 11 dubbio però sarà sciolto dalla slorica
iscrizione , della quale ora viene ch'io parli ; e per
la quale faccio vivissime istanze , che ne sieno con
ogni cura ricercati i frammenti. Dalle rovine dell'aula,
di che ragiono, è tornato alla luce un frammento d'iscri-
zione in lettere di grandezza monumentale e della più
bella calligrafia damasiana: altri laceri frantumi della
medesima epigrafe il Lanciani ha riconosciuto tra le di-
sperse reliquie dei marmi usciti dalle recenti escavazioni.
Si vegga un saggio della paleografia di cotesti fran-
tumi nella pagina 102 n. 3. Lettere di siffatta foggia
e di sì certo e storico tipo in un edificio , che per
altre ragioni era già sembrato lo xenodochio di Pam-
machio contemporaneo di Damaso , sono degnissime
della nostra attenzione e destano un grande desiderio
dell'epigrafe intera. Cresce l'espettazione al considerare,
che in un frammento leggiamo ...YS EP1SCOP..., in
un altro le sigle YC. La specialità della calligrafia
m'inviterebbe a supplire DamasVS EPISCOPI ovvero
StWctVS (il successore di Damaso), se l'origine por-
tuense del monumento non facesse pensare al nome
anche d'un vescovo del luogo. Le sigle poi YC, vir
clarissimus, o spettano al nome di Pammachio. o sono
residue d'una nota consolare. In somma dalle poche
lettere dell' insigne memoria monumentale si raccol-
gono tre dati : che quivi era nominalo un vescovo ,
un personaggio senatorio, e che l'iscrizione fu deli-
neata ed incisa nella romana officina del famoso cal-
ligrafo damasiano Furio Dionisio Filocalo. Questi dati
bastano a determinare l'età del monumento con lem-
 
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