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Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

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Nr. 4 (Luglio e Agosto 1866)
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I templi pagani in Roma sotto gl'imperatori cristiani, ed una tavola degli atti dei Fratelli Arvali ora rinvenuta nel tempio della Dea Dia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0070

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— 62 —

tiene cenno veruno sullo scopo dell'adunanza e dei furono conchiusi gli atti scrini da s. Luca (1), Paolo,
sacrifici di quel giorno. Sappiamo però dalla storia, secondo la testimonianza dei codici antichissimi, fu
che circa quel tempo Nerone parli alla volta della consegnato toj arpotronz^àpxo- al prefetto cioè del pre-
Campania per ordire quivi l'uccisione della sua ma- torio, che era il celebre Afranio Burro. E l'apostolo
dre Agrippina. E nel frammento mariniano XVII, che medesimo scrivendo ai Filippesi testifica, la sua per-
no già dello essere del Luglio di questo medesimo sona e le sue catene avere svegliato l'attenzione ir-
anno 59, sono narrati i sacrifici prò reditu Neronis; l'intero pretorio e degli altri lutti, e d'essere en-
dopo compito cioè l'orribile delitto. Il paragrafo adun- trato in relazione stretta massimamente con i fedeli
que, di che ragiono, sembra spettare ai sacrifici fatti della casa di Cesare (2). La prigionia di lui durò
per la partenza di quei mostro, che covava il segreto circa due anni; la causa adunque ne fu discussa e
disegno del parricidio. decisa verso la fine del 57. Ora per la nostra tavola

Dei personaggi nominati in questi annali per la arvalica abbiamo scoperto, che appunto nel secondo

loro presenza alle arvaliche adunanze nulla dico; im- semestre del 57 era console Seneca, l'amico di Afranio

perocché sono tutti noti per altri marmi, ed il Marini Burro ed insieme con lui consigliere intimo e rego-

ne ha ragionato, tranne il solo Mcssalla Corvino, sul latore del giovanile impero di Nerone. Il consiglio

quale ho dato un cenno da principio. del principe, nel quale si trattavano le cause, per at-

Qualche lettore non uso agli studii epigrafici e cri- testato di Dione era composto dei due consoli oltre i
liei stimerà forse scarso il frutto raccolto da un testo senatori eletti tra gli amici dell'imperatore (3). Seneca
sì lungo, considerando, che in luogo di grandi fatti adunque e per la personale intimità col prefello
storici sconosciuti abbiamo scoperto soltanto nomi di del pretorio dovè udire novelle di Paolo, il quale
consoli e minuzie di date e nuovi punti difficili di coni- dell'intero pretorio e degli altri tutti a sè chiamò
puti cronologici da esaminare. E pure falsa sarebbe gli occhi e l'attenzionel; e nel consiglio del principe
una siffatta opinione. Cotesto minuzie di date, di nomi come consigliere precipuo e come console esaminò
e di computi risguardano i falli più importanti della l'appello dell'apostolo e contribuì a liberarlo dalla pri-
sloria e ne ricompongono la tela e la successione con gionia. Posto ciò, divengono quasi evidenti i rapporti
esattezza precisa e quasi direi matematica. Indi viene di Seneca con Paolo, dei quali la cristiana antichità
alla storia medesima quella certezza somma e luci- ha serbato qualche tradizione, e che parecchi dotti mo-
dità, che senza siffatti presidii di monumenti in marmo derni hanno riconosciuto essere probabilissimi (4). Le
ed in bronzo essa ottiene difficilmente. Inoltre i mo- false lettere di Seneca a Paolo e viceversa, che oggi
munenti del genere di cotesto tavole arvaliche ci fanno abbiamo, sieno o non sicno quelle medesime, che ri-
conoscere la vita e la religione officiale dei personaggi, tano s. Girolamo e s. Agostino, provano l'opinione
che la storia ci presenta in diversissima scena. In fine degli antichi, che tra l'apostolo ed il filosofo fu qual-
conchiudo con una importante osservazione, che agli che corrispondenza. Negli scritti morali di quesl'ul-
s t li ci i i proprii del Bullettaio richiamerà lo sviato di- limo sono state notale sentenze ed intere frasi, che
scorso. sembrano trascritte quasi parola per parola dalle epi-

Propriamenle negli anni, i cui fasti e la cui ero- stole del dottor delle genti (5). Le concordanze delle

nologia la tavola arvalica ci ha insegnalo a ricom- date meglio stabilite ed in parte rivelateci dal nuovo

porre, giunse a Roma s. Paolo, che aveva appellalo monumento aggiungono all'opinione dei rapporti di

a Cesare; le catene di lui furono viste da tutto il pre- Seneca con Paolo un peso sì grande, che induce quasi

torio (1), la causa di lui fu discussa nel consiglio del ad intera persuasione. E con questa avvertenza, che

principe, e Luca suo compagno fedele scrisse gli atti per l'apostolica istoria e per la pubblicità grande

degli apostoli. Imperocché messe da banda le opi- dell'evangelica predicazione nei suoi primi esordii mi

nioni diverse del Baronio, del Petavio, del Tillemont sembra di qualche momento, chiudo il mio discorso

e di altri, i quali per inesatte notizie intorno la ero- sulla tavola arvalica neroniana degli anni 58 e 59.
nologia neroniana e quella dei procuratori della Giudea
troppo ritardarono od affrettarono l'appello di Paolo,

Oggi è Solidamente Stabilito dal di. P. Patrizi , Che (*) V. Patrizi, De Evangeliis X- I p. 66 e segg.

l'apostolo giunse a Roma nel Gennaro del 56. e quivi (2) ad p^pp- i. c e iv, 22.

rimase fino ai primi mesi del 58, nel qual termine (3) Jiwt. lui, 21. ,..;„,..

(4) V. Greppo, Mém. relalifs à lht.sknreeccl.des premters siècles

-- p. 89-116.

(1) Ad Philipp. I. 12. (5) V. Greppo, I. e p. t06-108.

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