Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

DOI issue:
Nr. 5 (Settembre e Ottobre 1866)
DOI article:
Scoperte negli edifici cristiani di Ravenna
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0084

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
— 74 —

Battistero degli Ariani

Le figure 1, 2, 3 rappresentano il prospetto, la
pianta, lo spaccalo del battistero degli Ariani; che il
eh. Lanciani ha restituito alla sua vera arèliitettura ;
e questa ci si mostra identica alla pianta del batti-
stero cattolico. « Presso ed innanzi alla chiesa dis.Teo-
» doro (prosegue il Lanciani) è il battistero degli
» Ariani, costruito nella prima metà del sesto secolo.
» La pianta è un ottagono con quattro nicchioni o
» loculamenta, come chiama il Giampini siffatte ap-
» pendici. 11 lineato b indica ciò che manca, il pun-
» teggiato c le parti moderne, che dovrebbero essere
» demolite. Il prospetto e lo spaccato dello stato pri-
» mitivo potrebbero dimostrarsi matematicamente; tanto
» certi sono i vestigi superstiti. La forma di questo
» battistero illustra e ripete quella di s. Giovanni in
» Fonte presso la basilica Ursiana. Il piano antico
» (fig. 1, B, B) interno soggiace all'attuale (A,A) me-
» tri 2, 15. La porta tra levante e mezzodì ha la
» soglia o il luogo della soglia, più alta del pavi-
» mento interno metri 0, 80 circa. Il perchè non s'in-
» tende. Sotto il pavimento antico si è trovato un pic-
» eolissimo loculo con piccole ossa d'un fanciullo di
» circa cinque anni. I frammenti della cassa sono di
» cedro ».

Mausoleo di Galla Placidia e chiesa della s. Croce.

Intorno al mausoleo predetto, ai suoi ricchi orna-
menti , e sopratutto al suo legame col portico e col
nartece della chiesa di s. Croce bellissime sono le sco-
perte narrate nella relazione seguente. La figura 5,6,7
rappresenta la pianta del fondo della chiesa di s. Croce
5, del portico 6, del mausoleo 7. Ora parli lo sco-
pritore.

« La pianta del sepolcro di Galla Placidia era no-
» tissima. Ma ciò che forse non era stalo avvertito
» è lo sbieco di tutto il monumento, del quale sem-
» bra difficile poter rendere ragione. Attualmente si
» scende nel monumento dal piano antico e più de-
» presso dell'odierno di metri 1, 43; e trovasi a me-
» tri 0, 731 sul pelo basso ordinario del mare. Nel-
» l'ottobre del 1865 cercavasi quale decorazione avesse
» potuto avere il muro AB, che credevasi essere la
» facciata del mausoleo. Ma invece fu trovato il por-
» lieo ABCD. Il piano di esso è metri 0, 28 più basso
» di quello del mausoleo. V'ha tuttora al posto le basi
» delle due colonne alte metri 0, 21 col plinto di lato
» metri 0, 48 e sorgenti sopra un gradino di rosso
» di Verona. I due pilastrini laterali alle colonne hanno
» le basi impiallacciate di verde antico, rosso antico,
» greco eie. Innanzi al portico il pavimento era messo
» a marmi svariati e pregevoli, come diaspro di Sicilia,
» giallo antico, nero etc, e sottostava al piano delpor-
» tichetlo metri, 0,11; trovandosi cosi a metri, 0,341
» sul pelo basso del mare. La calma o marea ordi-
» naria coprirebbe dunque questo pavimento per l'al-
» tezza di metri 0, 20.

» Questo pavimento appartiene indubbiamente alla

» chiesa attigua di s. Croce, eretta da Galla Placidia

» prima del 450. La chiesa ha la sua facciata in EG.

» La facciata moderna GH fu costruita quando un sc-

» colo e mezzo fa venne aperta la strada I. Questa

» chiesa eretta in honorem sanctae crucis Domini, a

» qua habet et nomen et formam (Muratori, Script.

» rer. ital. T. I P. II p. 574, A) si vede ora dalla

» pianta attuale quale importanza doveva avere per

» l'ampio nartece CDEF, che le stava innanzi, di cui

» furono ritrovate le fondamenta e la gran soglia di

» marmo, tutto un pezzo, nella porta principale. Pro-

» Inabilmente il muro, che volge in isquadra a tra-

» montana insiste sul braccio sinistro della croce. In

» ogni modo come nel portico della chiesa dei dodici

» apostoli in Costantinopoli era il sepolcro del magno

» Costantino, così in questa di s. Croce sta quello di

» Galla Placidia. La chiesa dei dodici apostoli era cru-

» ciforme e forse equilatera. Il noto epigramma del

» Nazianzeno lo conferma.

'li (jàv §>j noXkoÌGiv dyxXkoixhY] (j^óìkoigxs.

Nkzvpcaz aravpozvrtaig xi-cpa/oc zrc[ivóusvov.

» Questa di s. Croce era a croce latina, come a croce
» Ialina è pure conformalo il monumento sepolcrale pla-
» cidiano. L'idea è bizantina incarnata in forme latine.

» La porta CC presso il portico del mausoleo ha
» pur essa la soglia di rosso di Verona e sembra con-
» ducesse alla tomba senza passar per la chiesa. Forse
» un'altra porta simmetrica era presso l'angolo E. Ma
» le vestigia trovate sotto il bettolino della caserma di
» s. Vitale si riducono al solo fondamento ».

Queste notizie sulle vere forme architettoniche di
alcuni cristiani edifìci di Bavenna e segnatamente su
quelle dei due battisteri saranno utilissime e gradite
agli studiosi della cristiana architettura, e della sacra
archeologia. La scoperta poi, che il mausoleo di Galla
Placidia era congiunto al portico della chiesa di s. Cro-
ce, giusta il rito dei sepolcri imperiali di Costantino-
poli, è conforme ai documenti ravennati del medio evo.
Imperocché il Zirardini nell' opera manoscritta sugli
edifici sacri di Bavenna cita i libri volgarmente ap-
pellali Deacepti del monastero di s. Vitale, nei quali
è scritto, che la chiesa di s. Croce aveva l'ardica
(cioè il portico esterno), e contigua all'areica la
cappella dei santi Celso e Nazario (1). Or appunto a
questi martiri era dedicata la cappella, che Galla Pla-
cidia costruì per suo mausoleo. Del rimanente gli in-
signi monumenti della nostra Pompei italo-bizantina
meritano esame e pubblicazione assai più accurata di
quelle., che fino ad oggi ne sono stale fatte. Auguro
al benemerito sig. cav. Lanciani, che continuando sì
belle e lodate ricerche e scoperte, s'accinga poi ad
una edizione perfetta delle basiliche e dei mausolei
di Bavenna.

(1) V. Pavirató, Memorie storiche di Galla Placidia pag. 237-241,
 
Annotationen