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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.5.1856-1857

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Nr. 117 (Maggio 1857)
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— 152 —

ipotesi del eh. Sig. Lajard ; di cui riportammo la o-
pinione, abbenchè diversa da quella che venne da
noi proposta, il confronto del dio Pales, richiamato
dall'illustre scrittore francese, èsenz'alcun dubbio im-
portante. Sarebbe poi desiderevole che qualche eser-
citato epigrafista osservasse la iscrizione di Sentino ,
che die causa alla mia conghiettura. Giacché , ove i
sospetti del dotto archeologo si verificassero sussisten-
ti, sarei il primo a dichiarare la mia spiegazione man-
caute del principale appoggio.

MlNERVlNI.

BIBLIOGRAFIA

Description generale des monnaies de la république ro-
maine communément appelées médailles consulaires,
par H. Cohen. Paris 1857 — Supplemento a' nu-
meri 110, 117.

1. Dove dico cheL. Aquillio Floro della iscrizione
di Atene è lo stesso che il moneticre (pag. 123), si
rettifichi invece che sembra il padre del monetiere
medesimo.

2. Mi passò per la mente, che la monetuccia sin-
golarissima di bronzo di STATI TREBO (Morelli,
Stalla n. li.) fosse impressa appunto dagli alleati
della guerra Marsica. Nel ritto di questa monetina
vedesi la testa di Vulcano imberbe col suo pileo e con
le tenaglie, e nel riverso la Vittoria in quadriga trion-
fale con palma nella d. Il tipo del riverso riferir po-
trebbesi al trionfo menato da P. Pompedio Silone in
Boviano ( lui. Obs. de prodig. e. 116), e quello del
ritto a Vettio Scatone che espugnò Esernia ( Appian.
B. civ. I, 41» 51), nelle cui monete ricorre la testa
di Vulcano imberbe pileata con dappresso le sue te-
naglie (Carelli, tal. LX). In un danaro della guerra
Marsica sono due tipi analoghi a quelli del piccolo
bronzo di Slatto Trebonio (Carelli lab. CCÌI, 38), la
testa cioè di Vulcano, o di Castore che dir si debba,
e Pallade o Bellona in biga veloce armala di lancia e
di scudo. Anche la nomenclatura STATI TREBO
meolio si addice a personaggio Sannilico, anzi che ad

un Romano. Fra' duci della guerra Marsica non ri-
scontrasi uno Stalio Trebonio; ma quello della me-
daglia forse comandava il presidio di Esernia dopo
che venne essa in potere degl' Italici. Cavedoni.

Ragionamento sopra un antico sarcofago trovato in via
Macera nel distretto di Melfi in provincia di Capi-
tanata : del Sig. Raffaele Smith Professore di
letteratura nel seminario di Venosa etc. etc. Na-
poli 1856. in-8.

In questo opuscolo il Sig. ab. Smith parla dell' in-
signe sarcofago di Rapolla, di cui fu data da noi la
descrizione nel presente bulleuino (an. IV pag. 171).
Egli comincia dal dar la descrizione del monumento;
e poscia esprime la sua conghiettura che la tomba
fosse destinala a contenere gli avanzi di Emilia Me-
tella figliuola di Cecilia Metella, e sposa del gran Pom-
peo. Da ultimo olire la spiegazione delle figure, che
fregiano il sarcofago, in un modo alquanto diverso
da quella , che ne fu da me presentata. Egli opina
che siesi effigialo un tempio sacro agli dei edalle dee,
che proteggevano la famiglia Cornelia,con alcuni per-
sonaggi di loro gente. Onde ravvisa lo stesso Siila ,
Giunone, Marte, Apollo, forse i due Dioscuri, Dia-
na, Meleagro, Venere, l'Amore colla riversa face, ed
un' altra figura di Venere.

Noi non faremo alcuna osservazione su queste con-
ghietture; le quali non ci fanno allontanare da quello
che innanzi ne scrivemmo (/. e.). Vogliamo con que-
sta occasione notare che noi allora parlammo di due
figurine alate effigiate ne' timpani della porta scolpila
nel laterale sinistro (p. 172 col. 2). Il eh. Sig. Cav.
Finali vi ravvisò Psiche ed Amore. Noi accettiamo
questa spiegazione, anche per un bellissimo confron-
to, che ne forniscono le scavazioni pompejane.

Tra' numerosi e pregevolissimi dipinti delle pareti
dell' atrio nella casa di M. Lucrezio, si vedono le fi-
gurine di Psiche e di Amore collocale egualmente ne-
gli scompartimenti di una porla. E non è da dubita-
re che debba riconoscersi in esse una non dissimile
intelligenza. Mikervim.

GlDLIO MiNERVINl

— Editore.

Tipografìa di Giuseppe Cataneo.
 
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