dell' edifizio ; cioè due pilastrini di tufo bigio di No-
cera, con semplice cornice. Nella parte liscia di detta
cornice vedesi dipinto col pennello di nero :
MVLIER
e pare che non vi fosse altra scrittura.
Di qui si entra per soglia di piperno alla continua-
zione del corridojo r. 11 pavimento è di opera signi-
na: le pareti di bianco intonico, con zoccolo rosso. A
destra entrando comparisce un'apertura, che immette
in un piccolo stanzino le cui pareti sono di rozzo in-
tonico. A sinistra è una piccola vasca, e nell' angolo
una grossa pietra, per potervi discendere.
Poco più innanzi, proseguendo lo slesso corridojo,
è pure a destra un'altra apertura, che dà origine ad
una scala di quattro scalini di fabbrica ricoperti da
tegole di terracotta. Per essa si discende in altro pic-
colo compreso non ancora rivestito d'intonico: il pa-
vimento è a musaico di bianche e nere pietruzze, a-
dorno di più grandi pezzi di marmi di differenti colo-
ri, e di forma romboidale.
Questo compreso era ricoperto a travi ; come si
raccoglie da' rettangolari buchi pratticati a circa dieci
palmi dal pavimento. La scala prosegue a destra, met-
tendo ad un sotterraneo corridojo parallelo alla stra-
da, nel quale però non si è poluto penetrare a causa
dell'aria mofelica, che non può affrontarsi senza pe-
ricolo. È da notare che la parte della scala non rico-
perta dalla travatura, è invece coperta da volta. Il
compreso col pavimento a musaico, e la continua-
zione della scala, mercè alcune finestre, prendono luce
dal corridojo, ov'è il graffito relativo a Nerone. Lo
stesso compreso offre al suolo ne' due lati non occu-
pati dalla scala, un piccolo dente, che si eleva per cir-
ca mezzo palmo , e del quale non è facile indagare la
destinazione.
Risalendo al corridojo , comincia questo ad esser
ricoperto da volta , dalla quale prende luce mercè
quattro superiori lanternini. A sinistra sono quattro
aperture con particolari soglie di pietra, e che danno
ingresso a' quattro piccoli stanzini, notati nella nostra
pianta ostensiva colla lettera w. Tutti sono di rozzo
intonico, ed anche in parte ne son privi. In ciascuno
è una piccola vasca di fabbrica; e la luce penetra da'
superiori terrazzi, mercè particolari aperture o lan-
ternini. (Continua) Minervini.
Notizia di alcune antichità presso Atri. Continuazione
deln. 116: (18 dell'anno V).
L'egregio sig. Gabriello Cherubini, continuando
le sue gradile notizie, mi avvertiva che presso Atri
furono pur ritrovati altri oggetti, de'quali presentia-
mo qui una breve descrizione.
1. Un bollo metallico colla iscrizione
MER
CVRI
Potrebbe opinarsi che questo bollo appartenesse a
qualche tempio diMercurio.servendo a dinotare gli og-
getti del cullo; non altrimenti che altri esempli se ne co-
noscono, fra'quali è da citare il suggello DIANAE
TIFAT1NAE
del quale altrove avemmo pur la occasione di par-
lare (an. V p. 44).
2. Altro bollo, ove si legge
FAVS
TINA
3. Uno di que'pezzetli di vetro rotondi con la bi-
lingue iscrizione ne' suoi due lati
APTAC \/ ARTAS
CCIAU) J\ SIUON
Si fa in esso menzione di uno de'fabhricanti di vetro
stabiliti in Sidone : e già avemmo la occasione di ram-
mentare questo Artas ed altri artefici sidonii nella pri-
ma serie del bulleltino archeol. napol. an. IV p. 23.
4. Una 1 ucerna di terracotta leggerisrima con lu-
cida vernice nera, di fabbrica greca. Attorno al foro
ha una ghirlanda di pampini e grappoli, che il signor
Cherubini dice di squisito lavoro. Sotlo la base è il
nome dell'artefice KAPITOS. Non sembra da dubi-
tare che appunto a questo nome facciano allusione
que' frutti che furono figurati sulla lucerna.
(continua) Minervini.
Cav, GìVUQ MiNEitviNi—Editore
Tipografia di Giuseppe Cataxeq
cera, con semplice cornice. Nella parte liscia di detta
cornice vedesi dipinto col pennello di nero :
MVLIER
e pare che non vi fosse altra scrittura.
Di qui si entra per soglia di piperno alla continua-
zione del corridojo r. 11 pavimento è di opera signi-
na: le pareti di bianco intonico, con zoccolo rosso. A
destra entrando comparisce un'apertura, che immette
in un piccolo stanzino le cui pareti sono di rozzo in-
tonico. A sinistra è una piccola vasca, e nell' angolo
una grossa pietra, per potervi discendere.
Poco più innanzi, proseguendo lo slesso corridojo,
è pure a destra un'altra apertura, che dà origine ad
una scala di quattro scalini di fabbrica ricoperti da
tegole di terracotta. Per essa si discende in altro pic-
colo compreso non ancora rivestito d'intonico: il pa-
vimento è a musaico di bianche e nere pietruzze, a-
dorno di più grandi pezzi di marmi di differenti colo-
ri, e di forma romboidale.
Questo compreso era ricoperto a travi ; come si
raccoglie da' rettangolari buchi pratticati a circa dieci
palmi dal pavimento. La scala prosegue a destra, met-
tendo ad un sotterraneo corridojo parallelo alla stra-
da, nel quale però non si è poluto penetrare a causa
dell'aria mofelica, che non può affrontarsi senza pe-
ricolo. È da notare che la parte della scala non rico-
perta dalla travatura, è invece coperta da volta. Il
compreso col pavimento a musaico, e la continua-
zione della scala, mercè alcune finestre, prendono luce
dal corridojo, ov'è il graffito relativo a Nerone. Lo
stesso compreso offre al suolo ne' due lati non occu-
pati dalla scala, un piccolo dente, che si eleva per cir-
ca mezzo palmo , e del quale non è facile indagare la
destinazione.
Risalendo al corridojo , comincia questo ad esser
ricoperto da volta , dalla quale prende luce mercè
quattro superiori lanternini. A sinistra sono quattro
aperture con particolari soglie di pietra, e che danno
ingresso a' quattro piccoli stanzini, notati nella nostra
pianta ostensiva colla lettera w. Tutti sono di rozzo
intonico, ed anche in parte ne son privi. In ciascuno
è una piccola vasca di fabbrica; e la luce penetra da'
superiori terrazzi, mercè particolari aperture o lan-
ternini. (Continua) Minervini.
Notizia di alcune antichità presso Atri. Continuazione
deln. 116: (18 dell'anno V).
L'egregio sig. Gabriello Cherubini, continuando
le sue gradile notizie, mi avvertiva che presso Atri
furono pur ritrovati altri oggetti, de'quali presentia-
mo qui una breve descrizione.
1. Un bollo metallico colla iscrizione
MER
CVRI
Potrebbe opinarsi che questo bollo appartenesse a
qualche tempio diMercurio.servendo a dinotare gli og-
getti del cullo; non altrimenti che altri esempli se ne co-
noscono, fra'quali è da citare il suggello DIANAE
TIFAT1NAE
del quale altrove avemmo pur la occasione di par-
lare (an. V p. 44).
2. Altro bollo, ove si legge
FAVS
TINA
3. Uno di que'pezzetli di vetro rotondi con la bi-
lingue iscrizione ne' suoi due lati
APTAC \/ ARTAS
CCIAU) J\ SIUON
Si fa in esso menzione di uno de'fabhricanti di vetro
stabiliti in Sidone : e già avemmo la occasione di ram-
mentare questo Artas ed altri artefici sidonii nella pri-
ma serie del bulleltino archeol. napol. an. IV p. 23.
4. Una 1 ucerna di terracotta leggerisrima con lu-
cida vernice nera, di fabbrica greca. Attorno al foro
ha una ghirlanda di pampini e grappoli, che il signor
Cherubini dice di squisito lavoro. Sotlo la base è il
nome dell'artefice KAPITOS. Non sembra da dubi-
tare che appunto a questo nome facciano allusione
que' frutti che furono figurati sulla lucerna.
(continua) Minervini.
Cav, GìVUQ MiNEitviNi—Editore
Tipografia di Giuseppe Cataxeq