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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 132 (Dicembre 1857)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0072
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_ 64 —

L' Antrof agonia, mito di un vase di Nocera Al falerno,
scavato dalsig. Primicerio, oranelReal Museo Bor-
bonico.

Non cessando di essere ammiratore della bella ed
ingegnosissima illustrazioue del dipinto del vase No-
ceriuo , emessa dal eh. Cav. Minervini uel Bullelli-
no Archeologico da lui diretto ( anno V. N. S. pag.
65 segg.), debbo candidamente manifestare, non es-
sere rimasto pienamente appagato della opinione di
lui; e d'altronde debbo pur confessare che sono sta-
to premuto come da incubo nel non poterla sì tosto
abbandonare, tanto lusingavami la sua illustrazione.
Ma l'attribuire la gran testa sporgente dal suolo al-
la dea Cerere Triopia irata e vendicatrice de' profa-
natori e tagliatori del bosco sacro alla stessa, cioè di
Erisitlone e del suo fido, sembrami, non convenire al-
la postura tranquilla ed alla calma serena della testa
del vase Nocerino , e a quella specie di elisiaco so-
pore , a quel dolce riposo che nelle deità creatrici,
specialmente se Indiane, si vede e che costituisce il
carattere della santità (Creuzer et Guigniaut Inlrod. al
libro lesRelig. delantìq. p. 72), e a quella specie di
supremo e straordinario atteggiamento che vedesi ne'
monumenti relativi a Giove nella generazione di Mi-
nerva , in cui è assistito dal grande operaio Vulca-
no, o Palemone, ed anche talora da Prometeo. La
turgida mammella è un simbolo significantissimo,
che scorgesi nella protome maravigliosa. Non veggo
per ultimo i caratteri specchiati, o almeno proba-
bili , che possono far ritenere il dipinto del vase
Nocerino per un fatto mitologico, che restringesi ad
una punizione, nella idea del eh. scrittore, la quale
non tiene uno scopo in un monumento funebre , al
quale doveva rapportarsi per que' supremi donimi
dell' umanità , che risalgono alla vita ed alla morte ,
i cui due poli ricongiungonsi nella tomba , per dar
luogo ad un altro ciclo di esistenza. Per lo che avrei
desiderato vedere la scena del vaso Nocerino rappor-
tata aduna sfera più alta, cioè di creazione di esseri,
di origine umana, di antropogonia, ed in fine ad una

di quelle scene de' misteri Cabirici di Samotracia, ed
Eleusinii, in cui i sacrificii delle divinità paganiche
erano il tipo di arcani dommi creativi, di generazioni,
di rigenerazioni, con che sarebbesi, mi lusiogo , tro-
vato in relazione con la funebre destinazione del vaso
rinvenuto in una tomba di Nocera Alfaterna.

Occupato nelle penose ricerche della craniolatria
pagana , e in qualche altro lavoro , non ho poluto
pubblicare subitamente le mie idee sul vaso interes-
santissimo ; ma essendo già quasi che tutto pronto ,
ho credulo annunziare il mio concetto senz' altro in
questo Ballettino ; dichiarando che esso emerga da
tre idee principali , cioè di un sacrificio divino sim-
bolico eterodossiaco ; di una divinità femmina che
con tale sacrificio fassi generatrice dell' umanità ed
istitutrice dell' agricoltura e del lavoro ; e di una
scena Cabirica allusiva alla genesi , ed alla morte ,
degli uomini, e alla destinazione funebre del vaso
per la tomba di qualche dovizioso Noceriuo.

Domenico de Guidobaldi

Dichiarazione dell' editore siili' articolo precedente.

Nel riferire la nuova spiegazione del eh. de Guido-
baldi, mi fo ad avvertire che ne' vasi dipinti non sem-
pre appajono soggetti di profonda relazione funebre e
mistica.

A me parve che la sola presenza della Cerere Cto-
nia fosse bastante a richiamar tali idee, che ben si tro-
vano in rapporto con una tomba.

Del resto , attendendo la pubblicazione del lavoro
del mio eh. amico , lo inviterei a far rientrare nella
presente ricerca gli altri due simili monumenti , che
già furono riportati a' Palici, e che sembrano doversi
ridurre ad una medesima significazione. È pur da con-
siderare che il eh. Maury ha riportalo lo stesso mito
di Erisittone alla terra aperta dall' aratro , e perciò
alla germinazione ed alla coltivazione (hisloire des re-
ligioni de la Grece antique tom. I p. 226 segg. ); ma
di ciò avremo la occasione di parlare più diffusamente
in altro nostro lavoro. Minervini.

Cav. Giulio Minervini—Editore

Tipografia di Giuseppe Càtàneo
 
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