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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 140 (Aprile 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0136
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poi coli' Eckhel ( t. Hip. 156;, che il M. Suillio
Antioco delle altre monete, donate a questa famiglia
dal Morell , è un magistrato locale d'Ierapoli , il
quale avrà ottenuto la cittadinanza Romana per be-
neficio di questo Suillio , onde , giusta il consueto ,
avrà assunto il nome e il prenome del patrono ».

M. Suillio Nerulino , educato com' era alla scuola
della sventura , avrà governato a dovere la provin-
cia dell' Asia, beneficando in modo speciale i Troa-
desi, anche in riguardo alle prime origini Romane ,
i quali in attestato di benemerenza erette avranno in
onore di lui parecchie statue, probabilmente in cia-
scuno de'diecio più tic* di quella colonia,come consta
di quelle da esso lor dedicate a C.Antonio Rufo, e a
Sesto Quintilio Massimo (Orelli n.512: Annaliarch. t.
Xi V p. 1 52:Cavedoni, museo del Calalo p.64).E colali
statue saranno probabilmente gli ccv^p/aWsS rov NspyX-
Xi'you detii da Alenagora x6^tp.y. oyp.óviov della città
di Alessandria Troade, anche perchè dedicati vicalim
dal popolo di quella colonia Romana.Che poi NspyX-
XìvoS e NEPOTA1NOS tener si possano per nome i-
denlico, ma scritto con diversa ortografia, panni po-
tersi comprovare col riscontro delle analoghe varia-
zioni del nome Romano Polla, che in greco trovasi
scritto IK2AA e ITOAAA, e del cognome de'Numo-
nii , che presso i Romani stessi fu scritto VAALA ,
VALA e VALLA (cf. Forcellin. s. v. Vaala). Anche
il nome Tullhis nelle monete greche da prima fu scrit-
to TTAAIOS, e poscia TOTAAIOS: ed il dittongo
OT di NE POTAI N02^, accorciato nella scrittura Ns-
pt/XX?yos, ha il compenso del raddoppiamento della
consonante susseguente , che lo fa equivalente alla
primiera sua quantità.

Altri potrebbe oppormi, che M. Suillio Nerulino
Proconsole d'Asia intorno all'anno 70 dell'era no-
stra non sarebbesi detto àv^p w KaS'^às dall'apo-
logista , che scriveva un cento e più anni dopo. Ma
questa frase pare posta in senso lato , ed equivalere
a memoria nostra ; poiché Alenagora in appresso
pone quel Nerulino come già da qualche tempo de-
funto : d yàp r\ lìxwv Xsysrai vini hepyéTr, hv\pyu xal
^àivros x%ì yoffouvros NsptfXX/Voi>.

L' Alessandro , di cui scrive Alenagora che con-
servavasi tuttavia a' suoi giorni e il sepolcro ed il si-
mulacro, fu dagli scoliasti e dagl'interpreti general-
mente identificalo con Alessandro Paride figliuolo di
Priamo. Il Tillemont lo repulò invece quel celebre
prestigiatore Alessandro di Ahonilichos , del quale
scrisse Luciano nel suo •^su^óyLv.vrriS , eh' ebbe tan-
ta fama'a'tempi degli Antonini, e che ricorre anche

nelle monete ( Eckhel t. il p. 383: cf. Bull. arch.
1S40 p. 107: annali archeol. t. XII p. 21.8 ). Ma ,
come avverte il eh. Otto, a ciò si oppone , che l'im-
postore di Abonilichos mori e fu sepolto in quella
città stessa; laddove l'Alessandro, di cui ragiona Ate-
nagora, era sepolto in Pario della Misia. Arroge, che
di Alessandro , morto poc'anzi in Abonitichos della
Paflagonia, l'apologista non avrebbe detto, che se
ne conservava tuttora il sepolcro e 1' effigie nel foro
di Pario. Il lodato eh. Otto mostra accostarsi all'av-
viso del Moshemio , che tenne 1' Alessandro vene-
ralo qual nume da' Pariani per uno dei molli impo-
stori di que' tempi , che sedussero co' lor prestigii la
plebe ; diverso peraltro da quello di Abonitichos, o
sia d'Ionopoli. Ma anche a questa opinione contra-
stano le ridette parole di Alenagora, rov 'AXagoVSpot/
\ri viti tt|S àyopZs xeni 6 rotyoì xeni ri dxAiv.

Onde parmi unicamente vera l'antica opinione di
chi intese qui memorato il culto di Paride figlio di
Priamo , che con altro nome si chiamò Alessandro.
Il dotto Nep.mann (Populor. et regum numi vet. pari,
li p. 23) ingegnosamente congetturò , che Alessan-
dro Paride , venerato dai Pariani , sia rappresentato
in quelle monete della colonia Padana , che, inco-
minciando da Antonino Pio e progredendo fino a Gal-
lieno, hanno nel riverso l'epigrafeDEO AESCVLA-
PIO SVBVEN , oppure DEO AESC. SVB. attorno
al tipo di una figura imberbe sedente in atto di prestar
soccorso ad un bue malato, che le presenta la zampa
sua destra anteriore. E che sotto la denominazione
del Dio Esculapio soccorrente o sia sovveniente, possa
intendersi denotato Alessandro Paride, chiaro si pare
dalle denominazioni analoghe ben note di Giove A-
greo e di Apollo Nomio date similmente ad Aristeo
(cf. Athenagor. Apolog. c. 14). E parmi che la con-
gettura del Neumann si conforti di molto osservando
per una parte, che 1' alto di apprestar rimedio ad un
bue malato troppo bene si addice a Paride Alessan-
dro pascente gli armenti nel monte Ida ; e che per
altra parte, a detto di Suida (s. ». Tlapiov) e d'altri,
era fama, che Paride fanciulletto fosse dal padre suo
Priamo mandalo nel sito, ove poscia surse la città che
da lui si nomò Pario , ove egli apprese e coltivò le
lettere e le discipline greche, e vi rimase fino all'an-
no trigesimo dell'età sua. Altra fama forse portava,
che Paride fosse sepolto in Pario , ov' egli ebbe la
prima e precipua sua educazione; ma di ciò non trovo
altro riscontro che il cenno che indirettamente pare
ne porga Alenagora.

C. Cavedom.

Cav. Gicuo Mikeuviki—Editore

Tipografia di Gwseppe Cataneq
 
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