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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 141 (Maggio1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0138
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sola faccia (irpóffoumv) (lib. II cap. XI, 7). Sulla
natura di questo dio merita di essere particolarmente
studiato il celebre inno pubblicato ed illustrato già
dal Gesnero (comm. soc. Golting. voi. II p.281-324),
e più correttamente riprodotto sulle migliori lezioni
del Voelkel[corp. inscr. gr. tom.t p.914u.5ll). Tra
le importami novità, che sorgono da queste nuove le-
zioni , si è la denominazione di Bacco data a Tele-
sforo. Noi ci proponiamo di presentare in altra occa-
sione alcune nostre idee sul confronto della coppia
d'Igia e Telesforo con 1' altra di Cibele ed Ati ; ma
non è qui il luogo di entrare in più ampia discus-
sione. Per ora ci basti il rammentare come sia que-
sto uu demone di buono augurio , che ha rapporto
alla nutrizione ed alla salute ( Gerhard gr. mylh. §
503 , 7; 506, 1 ; 514). Parecchi monumenti finora
ce ne presentarono la effigie (Mùller Handb. § 394
n. 3 p.634 ed. Welcker). E le monete degli Adria-
ni e di Nicea della Bitinia ( Eckhel doclr. II pag.
413, e 415); di Gargara, di Pergamo, e di Pilane
della Misia ( Id. ib. p. 455; 463 , 468 ; 476 ) ora
ce 1' offrono solo , ora e più frequenlemente'colle al-
tre divinità della salute. Già come un dio Termine
era stalo considerato Telesforo, traendone argomento
da una statua ove leggesi la iscrizione OMOPION
(Panolka Asklepios und die AMepiadcn p. 56 , e 89
tav. 6,5). La nuova statua Pompejana conferma
una tale significazione , mostrandosi appunto sotto
la forma di un erma. Sicché per questo motivo ezian-
dio è degna di particolar considerazione.

E qui mi piace di osservare come la statua di que-
sto giovine demone ben si rattrova in rapporto con
la palestra. È risaputo quanto le ginnastiche eserci-
tazioni conferissero , e fossero dagli antichi giudicale
conferire alla forza ed alla perfetta sanità del corpo.
Onde bene a ragione si mettono sotto la protezione
di un dio , che queste idee appunto rivela nella sua
vera intelligenza.

Per le quali cose la statua , di che discorriamo , e
per la sua ermica forma, e per lo sito in cui venne
scoperta , è da riputare , a nostro avviso, della più
grande importanza.

MlJìERVINI.

Dichiarazione dei dipinto di un vaso futile greco , che
conservasi nel Museo Jalla in Ruvo.

Chiunque attentamente e con assiduità ha esami-
nato le pitture dei vasi greci, si avvedrà di leggieri,
a mio credere , che la centrale figura dello inedito
dipinto ritratto nella tavola XI, rappresenti Orfeo.
Imperocché l'imagine di questo celeberrimo perso-
naggio , mitico o pur storico che stato si fosse (l),
vi si distingue ordinariamente alla tunica talare (2) ,
al berretto di barbarica foggia (3), edallo sfarzo delle
vesti (4). Caratteristica, inoltre, di sì famoso citarista
e cantore si è quella specie di arpa eh' egli suona
senza far uso del plettro (5). Siffatto strumento, che
dalla peculiare sua forma fu nomato triangolo ( rp/-
ywvov) , ha per ornamento la figura di una cicogna.
La quale , richiamando l'idea della fedeltà coniuga-
le (6), assai bene si addice ad Orfeo, di cui fu tanto
celebrata questa rara ed esimia virtù (7). E perchè
sia pur evidente il sacerdotale suo carattere , gli si
veggono a Ganco la patera da sagrificj da un iato e
la jeratica benda dall' altro.

Disdegnoso ei si volge ad una vezzosa e giovane
donna , in cui ha da riconoscersi, io avviso, Afrodite
che assuma l'ufficio di Pito. A costei, di fatti , che
persoueggiò nel greco panlcone una delle attribuzioni
principali di Venere, vale a dire Yamorosa persuasi-

(1) Su questa intrigata e difficile questione sono principal-
mente a consultarsi le osservazioni del Lobeck noli' Aglaoph. p.
349 , del Creuzer nelle note a Cicerone de Nat. dcor. , I , 38 ,
del Elausen nella Encycl. von Ersch alla v. Orpheus, e del Crone
nella erudita monografia De Orphco , Erlang., 1839.

(-2) Thre'icius longa cum veste sacerdos: Virg., Bit. VI, 645.

(3) V. Callistraio, c. Vii, c Filostrato il giovane, c. vi.

(4) Era cib proprio dei citaredi. V. la nota di Wyttenbach al
con», dei sette sap. di Plutarco , p. 1G1 C.

(5) Si lia da un luogo di Ateneo ( p. 183, D, Casaub. ) che
bisognava essere abilissimo virtuoso ( fxovcfiy.wraros ) per poter
suonare con le sole dita siffatti strumenti. V. l'eccellente nota
dello Spanheim al v. 253 dell' Inno a Deto di Callimaco.

(6) In più di un luogo della Storia degli animali ( Vili, 20, e
X, 15) fa parola Eliano della fama che si ebbero le cicogne di
propugnatrici e vindici della fede tra sposi.

(7) Se di cosa notissima occorresse recare autorità, potrebbero
citarsi Virgilio , Georg. IV , 520 , Igino , Astr. poet. II , 7 , Co-
none , Narrai. 45 e taluni altri si poeti e sì mitografi.
 
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