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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 146 (Luglio 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0178
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ove si tenevano eziandio le masserizie della casa, ne-
cessarie al vicino triclinio.

Efedra. Questa nobilissima sala di trattenimento e
di conversazione ha soglia di bianco marmo, e pavi-
mento a musaico. La parte media di questo pavimento
offre graziosi omasi di nere pietruzze, ove si scorgono
anilre, pesci, delfini ; e fra 1' altro due ripetizioni del
nodo così detto gordiano di bianche pietruzze in fondo
nero. Vedi Raoul-Rochette (mais, du potile tav. 20).
Dal giornale degli scavi si rileva che la volta era ad
incannucciata ricoperta di stucco e adorna di pitture,
essendosene alcune parti raccolte nel momento della
scoperta. Un rotondo finestrino nell'alto dava luce alla
stanza. Magnifiche sono le pitture che ne fregiano i
muri, delle quali non potrà darsi giammai un'ade-
guata descrizione. Potrà aversene una idea dalfa pub-
blicazione di una delle pareli fatta dalRaoul-Rocheite;
sebbene inesatta in parecchie particolarità. Vedi mai-
son du poèle fav. 11. Nella parete sinistra, come
nelle altre, vedi nero zoccolo con riquadri ed ornati
di varii colori , ove son pure augelli ed alali grifi.
Succede una rossa zona orizzontale, che offre nel
mezzo fra due alberi due centauri correnti in oppo-
ste direzioni, e fra essi un lione con cui sono alle
prese: in due laterali divisioni sono un ippocampo ed
un marino drago fra delfini. Più in su osservansi tre
gialle zone circondate da rosso dipinto, e frammezzale
da capricciosa architettura in fondo azzurro. Si os-
servano in questa marini mostri, alale figure uscenti in
tortuosi fogliami, donne in gialla veste succinta con
braccio levalo sul capo facendo 1' ufficio di telamoni,
alali e capricciosi ippocampi, cigni, sfingi, Amorini
alali ora uscenti in fogliami, ora in serpentina coda,
dischi con teste di fronte, una cetra, figurine di Sirene
con islrumenli, aquile, teste di leoni, Amorini curvi
a tirare verdeggianti rami. Nella zona media vedesi
un singolarissimo quadro. Leda con rossa clamide
tiene con ambe le mani un iulessulo nido, ove sono
i tre figli suoi, ovvero di Nemesi, prodotti dal ma-
raviglioso uovo, Castore, Polluce ed Elena. Tindaro
con duplice giavellotto guarda attonito la non sua pro-
le. Due altre che sembrano servili figure attendono
a quel nido : indietro sono alberi e costruzioni; men-

tre le figure di una ninfa e di un personaggio col pe-
do, ambi coronati, valgono a dinotare il sito dell'av-
venimento. Questo importante dipinto fu pubblicato
primamente nel Real Museo Borbonico tom. I tav.
NX1V , con la illustrazione del Bechi ; poscia ripro-
dotto dal Zahn I, 23, e dal Raoul-Rochelte mais, du
poele tav. 11 o iS. il sig. Bechi cita a proposito un
quadro descritto da Ausonio ep. 58 : cf. Preller
griech. Mythol. tom. II p. G5 n. * *. 11 signor Raoul-
Rochetle parla più distesamente di questo dipinto 1.
c. p. 22 seg. Non è però un motivo per esclu-
dere la idea che i figli fossero di Nemesi la conside-
razione che gli amori di Leda fossero più conosciuti
fra' Pompejani. lì nido, invece dell' uovo , prova a
mio giudizio doversi applicare la tradizione, la quale
portava Leda semplice nutrice de' figli di Giove e di
Nemesi : di fatti esso accenna ad un uovo già aperto
e ritrovalo in quel nido, non già ad un uovo parto-
rito della stessa Leda, che non lo avrebbe certamente
tenuto a quel modo. Ci proponiamo di presentare al-
tre osservazioni su questa p ttura in altro lavoro ; es-
sendoci richiesla la brevità in queste pagine.

Nella zona a sinistra è un guerriero con elmo ,
scudo, spada ed asta, che ha la clamide: nell' altra a
destra è una femminile figura tutta avviluppata in
bianco panno, che ne ricopre eziandio il capo, e con
che forma quasi un seno ove sono frutta e fiori. Que-
sta simbolica figura può riputarsi l'Aurora. In un or-
dine superiore sono altre simili zone ed altri architet-
tonici ornati. Tra essi vedi un quadretto con una
piccola anitra, che si appressa ad un cestino con frut-
ta; un altro con paese ; e la figura di Marsia colla du-
plice tibia, che ne insegna al giovinetto Olimpo gli
accordi. Così ci sembra di scorgere in'questo gruppo ;
non essendo la figura del libicine sì giovanile ed ele-
gante come venne ritratta nelle varie pubblicazioni.
Simile sistema di ornati si scorge nelle altre pareli.
In quella di fronte la caccia de'centauri è variata:
vedendosi uno di tai mostri spingere un ramo con-
tro un furioso lione, ed un altro caduto al suolo, es-
sere assaltato da un'aizzala pantera. È notevole, che
essendo quasi del tulio caduto il colore, sono però
rimasti gl'intelligenti graffili delle figure. Nell'ar-
 
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