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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 154 (Ottobre 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0042
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— 32 —

)( Dea stolata sedente in trono con asta nella s. e
con tazza nella d. protesa, alla quale avido si accosta
un Amorino ignudo alato, per bere. . zE. 6.
Per simile modo nelle monete di Giulia Soemia,
quasi contemporanee, vedesi (Mas. Caes. n. 4) VE-
NVS CAELESTIS sedente con asta nella s. e con la
d. stesa inatto di porgere un pomo ad un putto stante
dinanzi a lei, che altri non sarà che Cupido.
Rhescuporis VII.
Nelle monete di questo principe, che regnò dal-
l’anno 314 al 335 sotto Costantino Magno, vedesi
di sovente il segno Q posto dinanzi alla testa dell’im-
peratore ; ed il eli. de Koehne (p. 344) confessa che
se ne ignora il significato. A’ giorni passati mi venne
presentato un simile oggetto d’oro, scopertosi in un
sepolcro Romano, circa tre miglia al di sopra di Mo-
dena, che ha sembianza di lunetta falcata fornita del
suo appiccagnolo e contrassegnala da sette come stel-
lette ; sì che pare amuleto da appendere al collo della
persona che lo possedette.
Da ultimo mi giovi accennare alcune monete de-
gli ultimi re del Bosforo, che sembrano presentare
segni manifesti di Cristianesimo.
1. BACIA€U)C@O0OPCOT. Busto diademato ad.
con croce, +, al dinanzi.
)( Busto di Diocleziano, con l'anno bS4>=592
dell' era del Bosforo. -dE. 3.
2. BACIA€(à)C 0O0COPCOT (sic). Busto del re
a d. e dinanzi ad esso uno scettro in forma di croce.
)( Busto di Diocleziano a d. esott’ esso l'anno®^
= 599 dell' era del Bosforo. Arg.
3. BAClACrC PHCKOTnoPlC. Busto imberbe
diademato.
)( Busto laurealo di Costantino Magno e soli’ esso
Vanno K+=620 dell’era del Bosforo. /E. 4.
Le suddette tre monete trovansi così descritte dal
eh. de Koehne (voi. Il p. 348, 360, 417 ), i! quale
avverte come nell’ultima la nota numerica X ha forma
di croce regolare. E pare veramente croce Cristiana
anche perchè dall’ anno 270 in appresso nella serie
copiosa delle monete dei re del Bosforo non si vede
più comparire il consueto tipo di Astarle, nè verun
altro indizio di culto pagano, se non che forse il tri-
dente simbolo del dominio del mare, o di vittoria
navale, o di officina monetaria (de Koehne voi. II p.
341 ). I sovra indicali anni 592, 599, 620 dell’ era
del Bosforo corrispondono agli anni 296,303 e 324
dell’era volgare ; e d’altra parte consta, che in sulla
fine del secolo III Ermone patriarca di Gerusalemme
inviò due vescovi ed altri uomini apostolici a pre-

dicare il Vangelo nel Bosforo e nelle contrade vicine;
e nell’ elenco dei vescovi che nel 325 sottoscrissero
gli atti del primo concilio ecumenico di Nicea non
manca il Bosforense, che chiude quella lunga serie
(cf. Bolland. Acta Sanctor Mart. t. I pag. 639: Me-
nol. Basii, die Vili Jfarf. : Mansi coll. Concilior.t. II:
de Koehne vol.-I p. 181). Così que’monarchi di re-
gioni semibarbare avrebbero pe’primi improntato
sopra la loro moneta il segno salutare della santa
Croce, giacché nelle monete Costantiniane la Croce
non comparisce se non che verso l’anno 326 ( cf.
Opuscoli Relig. lelt. t. IV p. 53 ).
Nel 1853 il conte Ouwarof scoperse nelle vici-
nanze di Sebastopoli le colonne ed il pavimento a
musaico di un’ antica Basilica Cristiana del secolo IV
(de Koehne voi Ip. 447), innalzata sopr’essole ruine
di un antico tempio di Venere presso l’antica città
di Cherroneso (de Koehne voi. I p. 447-448). I ca-
pitelli di quelle colonne sono sormontali da cubi ra-
stremati dalla parte inferiore ed ornati di fogliami,
di croci e di monogrammi di Cristo. A lato di quella
basilica, verso meriggio, si scoperse un’antica lapide
sepolcrale de’tempi del paganesimo, nella quale fu
poscia incisa la seguente iscrizione Cristiana:
¥OC
Z f OH
K x TPHE + BOH + ©I
T 1 ONTKON TOTTONA MHN

Il eh. autore trova difficoltà insormontabile nelle
due voci 'i'OC ed TKON; ma panni che ammettendo
il consueto scambio delle vocali, cagionato dall’iota-
cismo, e delle due lettere simili ¥ e si tolga di
mezzo ogni difficoltà leggendo Zw?) ( cioè che
il segno della Croce è luce e vita ) ; e poscia la pre-
ghiera: Kupie, Potile? ròv oixov 'rov'rov. ’Apc^v. E che
la santa Croce fosse dai Greci detta luce e vita, chiaro

si pare dalla seguente ingegnosa e
divota disposizione delle sei lettere
componenti le due voci<bf2X, Zi2H
( Pitra , spicileg. Solesm. t. IH. pag.
448):

I
Z—Q—H
I
X

Da ultimo mi giovi osservare, che se in questo te-
nue mio scritto mi sono talvolta dilungato dal parere
del eh. autore, ed ho proposto qualche rettificazione
al detto da lui, l'opera sua è di sì lunga lena, e d’
altra parte ha tanti pregi e meriti, che con tali av-
vertenze non avrei fatto che egregio inspersos repri
hendere corpore naevos. C. Cavedoni.

Cav. Giulio Mjnervini—Editor(

Tipografia di Giuseppe Cataneo
 
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