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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 155 (Novembre 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0050
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— 40

fornisce il vocabolo a'z'fxof che, a nostro giudizio (I),
ha la medesima derivazione.
Riprendiamo ora la spiegazione della discendenza
di Atamanle; e vedremo che i suoi figli prendono la
loro intelligenza dalla qualità della madre, alla quale
appartengono.
Da Nefcle provengono, secondo tutte le tradizioni,
Frisso ed Elle. Già fu riconosciuto da’dotti filologi
sopra nominati ii significato di uno di questi due mi-
tici eroi. Frisso, da Cpp/crcrszy, esprime il rigor della
pioggia, e forse ancora della gelala e della neve. Così
il mito portava che la carestia cesserebbe, quando
Frisso si allontanasse ; perchè le fredde piogge e le
gelate danneggiano sommamente la vegetazione ed il
frumento. '’ÙiXXvj, a mio avviso , non può signifi-
care la luce; perocché non può ragionevolmente dirsi
che la luce provenga dalla Nube o dalla Nebbia. A me
sembra che la origine di questo nome sia da ricono-
scere nel verbo IXXw o nel significato di rav-
volgere, ed agitare in giro. Onde spetterebbe ad Elle
il significato di vortice o turbine: ed è questo signi-
ficalo assai conveniente ad un prodotto della nube e
della tempestosa atmosfera. Non è diverso il signifi-
cato di gf'X/£, che vien da gX/trow; ; parole che richia-
mar si possono a dichiarare la intelligenza di Elle ,
ove la diversità dello spirito fosse riputata una seria
difficoltà. Sembra che nella continuazione del mito
si confermi in Elle la significazione che ora adottia-
mo. Essa precipita e quasi g'Xnnrg'm nel mare, ro-
tolando dall’ alto. Nè è da tralasciare che nel vaso
pestano da noi illustrato Elle volge significativamente
(g'XXg/) la lesta egli occhi, etien colla sinistra lo svo-
lazzante peplo ravvolto a spira. Con che volle forse il
pittore additarci la vera intelligenza di quella figura,
o dir vogliamo la personificazione dell’ acqua vorti-
cosa e del turbine. In qualunque modo i figli della
Nube, che si aggira per l’aria, sono appunto feno-
meni aerei : e perciò il mito costantemente ci pre-
senta l’aerio viaggio di Frisso ed Elle (gvagp/wg a$7)p-
tfaTav, Menecr. Tirio 1. c. —ùiaspioy Quyty,
Lucian. de salt. 42, cf. de astr. 14—^gpt&gy, Frisso
(1) Confronla ’'ArXas, ’AraXavrr] da rX«w.

è detto /xg^opos Nonn. diony*. X, v. 99 s.—5? ou-
pxvoù, Apollod. 1,9 1).
Da Ino divinità delle acque proviene Melicerte, Mg-
X/xgpr^S, il quale è pure una divinità delle acque ed
esprime i piccoli rigagnoli che dolcemente tagliano il
suolo,daz5/pw,oche dolcemente saltellandosi avanza-
no, da trx/pTaw, ed esprime i zampilli delle acque delle
fontane. Al cominciar di Primavera, le acque fluenti
van diminuendo : Ino, cioè l’acqua delle correnti, si
unisce a Melicerle , o la zampillante acqua de’ riga-
gnoli , ed entrambi si gettano in mare, e diventano
marine divinità, cioè acquistano la qualità delle acque
colle quali si confondono. Così si comprende perchè
l’oscuro poeta Licofrone diede ad Ino l’epiteto di Buyvj
(Cass. 107, 767) equivalente a Antri : ed è appunto
perchè le acque correnti si tuffano in mare ove si per-
dono. Ino Leucotea è invocata da’marinai, eMelicerte
prende la denominazione di Glauco.Sappiamo in fatti
da un frammento di Nicànore,presso Ateneo (Lih.VII
p.266),che Melicerte prese il nome di Glauco: e quindi
accenna all’azzurro colore delle marine onde. Nè di-
versa ci sembra la significazione dell’altro figlio d’ino
detto Agapxos. Egli è ucciso dal padre Atamante, cioè
dall’ atmosfera inferiore agitata dal padrone dell’aria
superiore, insania a love objecla. E l’acqua che dall’
aria tempestosa è spenta, cioè rasciugata; e che per-
ciò può dirsi la origine della levigatezza del suolo Asi-
ap^os, da Xg7o$.
Non meno importante è la figliuolanza diTemisto,
Sfingio, Orcomeno, Scheneo , Eritrio , Leucone, e
Ptoo.Ha già dimostrato il Miiller che tutti questi no-
mi si riferiscono a varie località della Beozia ; vale a
dire, alle città di Orchomenos, Schoenus, Ertyhrae, a’
monti Sphingion e Ploos, e finalmente al lag» Copais
che più anticamente dicevasi Leuconis ( Orchomenos
und die Minger p. 208 seg. ed. Scbneidcwin, cf. la
p. 165). Siccome trattasi di terre e non di acque, è
chiaro che Leucon dava il nome a Leuconis cioè a
Copae eh’ era un’ isola in mezzo a quel lago (Miiller
op. cit. p. 37, 58, 63 ). Or se Temisto è una perso-
nificazione della terra, si vedrà facilmente la forma-
zione de’differenti suoli della Beozia insieme coll’at-
mosfera che li circonda e li abbraccia.
[continua) Minervini.

Cav. Giulio Minervini—Editore

Tipografìa di Giuseppe Cataxf.o
 
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