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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 156 (Novembre 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0052
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— 42 —

nentemente mistico , come quello che esprime il ri-
torno della Primavera, e la rigenerazione della intera
natura. Onde assai a proposito si vede figurato in un
funebre monumento , accennandosi alle future sorti
della umanità ed alla palingenesia.
Debbo solo aggiungere poche parole sul pittore
che dipinse il nostro importantissimo vaso. Sul nero
fondo, che sottosta alla principale rappresentanza, mi
è riuscito di leggere le lettere quasi svanite, per es-
sere caduto il bianco in che erano segnate. Esse di-
cono così:
ASXTEAX ErPA&E
E cosi propriamente si legge negli altri quattro
vasi conosciuti finora dello stesso pittore; cioè in tre
del Reai Museo Borbonico, ed in un quarto del mu-
seo Torrusio ( vedi il corp. inscr. gr, tom. IV pag.
244, 245 n. 8480-8483 ). È da notare che due di
essi rappresentano miti tebani, Cadmo che uccide
il dragone ( Millingen anc. uned. mon. I tavola
XXVII ; Mus. Borb. XIV tav. XXVIII ) ed Ercole
al giardino delle Esperidi ( Inghirami mon. etruschi
t. V tav. XVI: cf. Millin vas. peints t. 1 tav. HI pag.
10 e gal. mylh. CXIV. 444): quest’ultimo fu ritro-
vato a Pesto, laddove l’altro dicesi rinvenuto in Bari.
D'incerta provenienza son poi gli altri due, cioè
quello della collezione Torrusio, ov’è forse la sce-
nica parodia del mito di Procruste ( Millingen pem-
tur. de vas. gr. tav. XLVI ), e 1’ altro del nostro
Reai Museo con corsa di quadrighe (Gargiulo Rac-
colta tav. 100: Inghirami vasa/ìta’h* t.III tav. CCXCIV).
Ora comparisce un altro vaso pestano del medesimo
pittore, che può fornire argomento a stabilire per
gli altri tre la medesima provenienza: e può supporsi
che Astea lavorasse nella Lucania piuttosto che
nell’ Apulia. Onde può egli riputarsi uno de’ più va-
lenti pittori di vasi delle lucane popolazioni. Dall’e-
same de’ monumenti, che di lui si conoscono, può
rilevarsi ch’egli amava, nel trattare i miti, le sim-
boliche personificazioni. Quindi nel vaso di Cadmo
vedi Tebe, la fonte Crenea ed il fiume Ismeno. È
pur da notare che questo artista aveva il costume di
effigiar delle prolomi fralle intere figure , profittan-
do del poco spazio per fare intervenire numerosi

personaggi, i quali non avrebbero potuto introdursi
nel principale soggetto. Così nel vaso di Cadmo scor-
gonsi le protomi dell’ Ismeno e della fonte Crenea, in
quello delle Esperidi compariscono ben quattro pro-
tomi di Giunone , di Pane, forse di Minerva , e di
Mercurio. Anche nel nuovo vaso, di cui ragioniamo,
vedesi nella principale faccia la figura di Nefele ascosa
in parte dalle montagne della Beozia , e la protome
del villoso Sileno che si fa strada per le boscose col-
line. E dall’ opposta faccia ben quattro protomi di
Sileni e Baccanti dimostrano meglio la consueta abi-
tudine del dipintore.
In tal modo potrà cominciarsi a stabilire qualche
dato positivo sullo stile e sulla maniera de’ pittori di
vasi ; e forse ancora sulla scuola di taluno che ci
venga additato da particolare iscrizione.
Minervjni.
Chi era egli Bacchio Giudeo ?
Nella serie delle medaglie di Famiglie Romane una
delle più belle ed importanti si è la seguente della
Plaulia.
A PLAVTIVS AED • CVR • S • C. Testa di donna
con corona turrita.
)( BACCHIVSIVDAEVS . Bacchio Giudeo vestito
di anassiridi e di pallio svolazzante, che tenendo colla
s. un cammello per la briglia, protende con la d. un
ramicello di olivo, e piega il ginocchio d. a terra in
allo di supplicante.
Quanto certa e ben cognita si è la persona di que-
sto A. Plautio edile curule , altrettanto incerta ed
ignota agl’ istorici si è quella di Bacchio Giudeo. A.
Plautio, o Plotio che dir si voglia (1), famigliare di Ci-
cerone, fu tribuno della plebe nel 698 (Dio, XXXIX,
16) , edile curule nel 700, pretore urbano nel 703
e propretore della Bitinia nel 705 (Orelli, onom. Cic.
(1) Cicerone lo chiama per Io più A. Plotius, e A. Plautius
una sol volta ( ad Fam. XIII, 29, 4 ) ; onde si pare che allora
il popolo Romano comunemente così pronunciava quel gentilizio;
ma pure questo personaggio mostra si piacesse meglio dell’ altra
pronuncia PLAVTIVS costante nelle sue monete.
 
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