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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 156 (Novembre 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0057
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diurn Balbinum imperatores creavit. Imperocché al
tempo in cui egli scriveva si era già introdotto il co-
stume di premettere l’EX alle cariche che si erano
avute, ma che più non si avevano , del che un altro
esempio ci porge egli stesso (Gord. c.21) quando ripe-
te: Senatus Pupienum Maximum et Clodium, Balbinum
Augustos appellarti ambos EXCONSULIBUS.Mm una
più grave difficoltà si genera dall’esser noto chi teneva
quella dignità negli ultimi tempi di Massimiuo. Non
tanto i soliti Erodiano e Capitolino quanto Vittore, de
Caesaribus , testificano che appena fu divulgata per
Roma l’elezione de’Gordiani confermata dall’autorità
del senato scoppiò 1’ odio pubblico contro i fautori
del precedente governo, nel qual tumulto il prefetto
della città per nome Sabino restò morto di un colpo
di bastone sul capo , mentre tentava d’ imporre un
freno alla furia popolare. Quindi il Corsini, per dar
luogo alla sua opinione, è stato costretto di ammette-
re che nel posto dell’ ucciso Sabino fosse sostituito
Pupieno, il quale non l’avrebbe ritenuto se non che
pel breve spazio di venti o pochi più giorni quanti
abbiamo veduto esser decorsi fino al dì, in cui egli
stesso fu eletto imperatore , e nel quale fu pure no-
minato il nuovo prefetto Vettio Sabino ( Capit. Max.
et Balb. c. 4). Ma in questo caso dopo che Roma
cominciò a reggersi a nome dei Gordiani in tanta lo-
ro lontananza chi avrebbe conferita a Pupieno la
prefettura, e in cosi breve tempo, mentre la città tro-
vavasi in uno stato di sedizione, come avrebbe egli
potuto dar saggio della previdenza e della severità ,
che i precitati scrittori nell’esercizio di quella gli at-
tribuiscono ? A me par verisimile, che dopo l’ucci-
sione del prefetto di Massimino quella carica restasse
vacante, e che le sue attribuzioni fossero concentrate
nella straordinaria e suprema magistratura dei XX
VIRI CONSVLARES AD REM P. TVENDAM se-
condo che li chiama Capitolino (Gord. c. 10, c. 14),
o dei XXVIRI COS EX SENATVS CONSVLTO R.
P. CVRANDAE, siccome s’ intitola Cesonio Lucilio,
uno di loro in una sua lapide presso l’Orelli num.
3042, corretta dall’ Henzen (Bullett. archeol. 1853
p. 86). Furono essi istituiti dal senato in quel fran-
gente, ut dividerei bis Ilalicas regiones conira Maxi-

minum prò Gordianis tuendas, e dei quali fecero parte
effettivamente Balbino e Pupieno al momento della
loro esaltazione per attestato dello stesso Capitolino
(Gord. c. 22). La di lui prefettura si ha dunque da
collocare alquanto più presto, e sicuramente innanzi
a quella del primo di quei due Sabini. Io reputo che
F età precisa ne venga determinata dal libro pontifi-
cale citato dal Tillemont ( Mem. Eccl. T. 3 p. 278,
e pag. 694), da cui si riferisce che ai 3 Gennaro del
consolato di Massimino e di Africano, o sia nel 236,
il Papa S. Anlero fu coronato dal martirio in Roma
per ordine del Prefetto Massimo. I tempi egregiamen-
te convengono per ritenere che questi due prefetti
omonimi siano la medesima persona , e vedremo in
seguito qualche altra considerazione, che aiuta que-
sta congettura.
Maggiori sono gl’ imbarazzi cagionali dalle digni-
tà ipaliche di Pupieno, delle quali non ci lascerebbe
dubitare la sua prefettura essenzialmente consolare ,
ancor che non se ne fosse udita di sopra la formale
testimonianza del solilo Capitolino ; Pupienum Ma-
ximum et Clodium Balbinum ambos ex consulibus. Il
Panvinio in un esemplare scorretto dei fasti Greci di
Teone, detti altrimenti i fasti Fiorentini minori, aven-
do osservato notarsi nel 227 BocXfyvoS xod
pensò che i successori nel principato ai due Gordiani
fossero stali parimenti colleglli nella precedente am-
ministrazione dei fasci ordinari di quell’ anno. Ma il
Noris nella prima epistola consolare gli oppose che
Balbino fino dal 213 era già stato console per la se-
conda volta in compagnia di Caracalla, e coll’autori-
tà di molti rescritti di Alessandro Severo , di una i-
scrizione Romana del Reinesio (cl. Vili, n. 37), e di
un’altra Gruteriana di Magonza (pag. 7 n. 3) ripetu-
ta dallo Steiner, (Coti. Insci'. Rlien. n.415), non che
col consenso delle migliori collezioni di antichi fasti
provò che in quelli veduti dal Panvinio si aveva da
emendare AX|3/yo$ zcd McdufwS. Lasciò poi ad altri
la cura d’indagare a quali famiglie spettassero, e so-
lo per parte sua congetturò che il primo di loro fos-
se figlio del Nummio Albino console nel 206, e padre
viceversa dell’ altro M. Nummio Albino console nel
246, e di nuovo nel 263. Alcuni tuttavolta, come
 
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