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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 157 (Dicembre 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0066
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56 —

mira la sicurezza del popolo ; perchè non provenisse
alcun danno dalla evasione delle fiere adoperale negli
spettacoli gladiatoria Lo stesso eli. Fiorelli illustrò i
pugiles calervarii, che formavano due differenti schie-
re, le quali fra lor comhaltevauo alla rinfusa:ed osservò
che i pyctae pugnavano a due a due, secondo il co-
stume de’ Greci ( I. c. p. XIII e XIV ). Ora tutte que-
ste dilucidazioni sono in strettissimo rapporto col sito,
di che abbiamo ragionato. Senza dubbio gli alhlelae,
o pugiles, o pyclae avevano mestieri di ungere il loro
corpo. Sicché il compreso novellamente scavalo po-
trebbe appellarsi un unctorium dei gladiatori meri-
diani o degli alhlelae di Pompei. Da tutta questa se-
rie di ricerche e d’ induzioni, mentre da un lato è
chiarita la intelligenza del simile deslrictarium oelaeo-
thecium della palestra alla strada Stabiana, dall’altro
viene a comprovarsi col fatto il costume degli spet-
tacoli glacliatorii nel Foro di Pompei, e quali fossero
i gladiatori meridiani, non che l’ufficio degli unclores
in rapporto a’ gladiatori.
Dimostralo probabilmente I’ uso del novello com-
preso , potrà investigarsi anche quello della oscura
stanza vicina, nella quale finora fu riconosciuta una
prigione. Questa determinazione non ci persuade ;
giacché avrebbe dovuto trovarsi traccia di una forte
chiusura di ferro, per supporre i.n quella fosca sot-
terranea spelonca una orribile segreta. Ponendo men-
te alla vicinanza di un sito pertinente a gladiatori ,
vorrei conghietturare che sia da ravvisar piuttosto lo
spoliarium, ove i gladiatori morti o spiranti si tra-
scinavano coll’ uncino , per essere ivi spogliati delle
loro sanguinose armature ( vedi il Lipsio Salumai.
lib. I cap.XVIH et de amphilheat. cap.XXI; cf. Ilen-
zen dissert. cil. p. 53, seg. ).
Al di sopra di questo , che noi appelliamo spolia-
rium, è un ampio compreso, il quale ha larga aper-
tura sulla strada che si protrae costeggiando il lato
settentrionale del Foro: segue ad esso un altro simi-
le compreso , con apertura sulla medesima strada.
Dalle rispettive soglie di queste due stanze rilevasi,

che eravi un tavolato che ne chiudeva l'ingresso, po-
tendo aprirsene solo una porzione, siccome si osser-
va in molte botteghe pompejane. È singolare che
queste due stanze sono collocate in piano superiore ;
per modo che si elevano circa quattro palmi dal mar-
ciapiede. Pare che questa singolarità sia dovuta alla
necessità di elevare la volta dello spoliarium: e forse
si volle ancora che non fossero agevolmente accessi-
bili al popolo quelle due stanze. In qualunque modo,
è improbabile che si tratti di due botteghe, essendo
incomodo prallicare dall’ alto con gli avventori, come
pure discendere nel sottoposto marciapiede. Io giu-
dico che in questi due compresi si ritenessero i gla-
diatori destinati a combatter nel Foro, affinchè a tem-
po debito potessero esser menali al sanguinoso spet-
tacolo. Non era certamente penoso un lieve salto a
quella classe di gente , eh’ era abituala a’ più faticosi
esercizii di forza e di ginnastica. E lo stesso numero
di due stanze dà un novello appoggio alla nostra con-
ghiettura. Di fatti, o che si traili di gladiatori armati,
o di pugiles calervarii, ovvero di pyctae , sempre
meltevansi alcuni a fronte di altri, costituendo quasi
due schiere nemiche, ovvero numerosi duelli : era
dunque mestieri che i rispettivi avversarli destinati a
combatter fra loro si tenessero in luogo separato e
distinto, per evitare le risse pria di cominciar lo spet-
tacolo.
Così avremo in un sol punto riunite e ravvicinate
tre costruzioni, riferibili tutte a’ ludi gladiatori del
pompejano Foro: il luogo di preparazione, 1’ unclo-
rium pe’gladiatori meridiani (alhlelae, pugiles, pyctae'),
e finalmente lo spoliarium. Dobbiamo dunque saper
grado all’egregio cav. Genovese, architetto Direttore
delle pompejane scavazioni, perchè ebbe la felice idea
di sgombrare dalle terre il silo da noi determinalo
per Y unctorium de’gladialori, dal quale venir potem-
mo ad altre conclusioni, che ci sembrano sostenute
da valide dimostrazioni.
(continua) Minervini.

Cav. Giulio Minervini—Editore

Tipografia di Giuseppe Cutaneo
 
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