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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 167 (Maggio 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0146
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— 136 —

chi furono fabbricati in epoca posteriore, quando più
non era in esercizio il teatro : e ciò si desume ezian-
dio dal differente livello delle due costruzioni. La
pianta fornitaci dal sig. Rega vale di necessario ac-
compagnamento a quanto fu da noi detto sulle nuove
scoperte avvenute alla strada S. Paolo ( v. questo
anno del Ballettino p. 73 segg. ). Solo noterò che
la base con la greca epigrafe di P. Elio Antigenide,
da me illustrata, fu rinvenuta in vicinanza del pa-
lazzo segnato colla lettera c ; la colonna ed il capi-
tello invece furono ritrovati in vicinanza dell’altro
cortile segnato con la lettera a. Non aggiungiamo al-
tre osservazioni sul nostro antico teatro ; giacché ci
riserbiamo di parlarne più ampiamente in altro spe-
ciale lavoro concernente i monumenti napolitani.
Con questa occasione, e perchè trattasi di un tea-
tro, non vogliamo tralasciare di avvertire che della
parte finora scoperta dell’odeo di Pietrabbondante,
del quale dicemmo nel passato anno del presente
Bullettino p.186, vedesi ora nel reai museo un mo-
dello eseguito dallo stesso signor Francesco Sforza,
del quale altrove notammo lo zelo per le patrie an-
tichità. Ci riserbiamo ancora di pubblicare il disegno
di quest’altro teatro, allorché ci sarà fornito dall’e-
gregio artista signor Ulisse Rizzi , il quale dopo del
cav. Genovese andò a dirigere quelle regie scavazioni.
MlNERVINl.
Iscrizioni sopra vasi dipinti.
Nella importante raccolta di S. A. R. il Conte
di Siracusa abbiamo veduto due vasi co’nomi de’pos-
sessori. Il primo è una patera a due manichi di picco-
le dimensioni, e dentro vi è graffito il nome BI0T0.
L’altro è un’anfora anche tutta nera di altezza
palmi 2, 5, co’ manichi attorcigliati: sotto imanichi
sono palmette ed all’orlo è ornamento di ovoli : vi
è pure il coverchio. Nella parte interna sull’ orlo è
graffito
V AIRIO : EMI

Importanti sono questi due graffiti pe’caralteri an-
golosi , come si raccoglie dal B, dal P, e dall' 0 :
anche la forma del X richiama la nostra attenzione.
Sicché presentano entrambi interesse paleografico,
e mostrano di appartenere alla medesima epoca. In
quanto alla lingua, noterò che BIOTO, XAIPIO sono
due genitivi invece di B/oroo, Xotipiou: e la soppres-
sione del dittongo è da attribuire in questi due nomi,
come nella voce EMI ad arcaica ortografia. Noi os-
serviamo che 1 antico nome Xa/pias ci persuada ad
attribuire i due vasi ad attici personaggi : e perciò a
jonici arcaismi riportiamo le forme grammaticali, sic-
come crediamo potersi supporre anche jonica ed at-
tica la paleografia ; il che per la forma del v fu da
noi precedentemente dimostrato ( v. questo ballet-
tino anno VI pag. 65). Noto finalmente la partico-
larità della punteggiatura di tre punti, che scorgesi
pure in altre antiche iscrizioni, e che comparisce al-
tresì in epigraG d’italico dialetto. Ma di ciò avremo
altrove la occasione di favellare. Minervin**
Postilla risguardante la Dichiarazione delle pitture di
un greco vaso inedito del Museo Santangelo inserita
nel precedente n.° 164.
Alquanti mesi prima che fosse venuto alla luce
questo breve mio scritto, era comparsa nella tav.XXIV
del VI tomo dei Mon. ined. dello Inst. arch. di Roma
l’incisione di uno specchio etrusco, il cui graffilo rife-
riscesi alla porzione delle suindicate pitture che ne mo-
stra la contesa sul possesso di Adone.
Vi ha tale analogia fra le due composizioni e tanta
simiglianza fra le figure, massime di Proserpina, che
non pure scambiansi luce ma pajono anzi tratte dallo
stesso originale. Recherà quindi sorpresa che, allor-
quando presi a dichiarare il citato vaso del Museo San-
tangelo , non mi fossi giovato di si fatto graffito ; ma
cesserà ogni meraviglia a tal riguardo col dichiarare
eli’ io fo sollecitamente come non mi ebbi conoscenza
dell’anzidetto avanzo delle arti etrusche prima che fosse
divolgato quel mio lavoro.
Filippo Gargallo-Grimaldi.

Cav. Giulio Minervini—Editore

Tipografia di Giuseppe Cataneq
 
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