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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 170 (Giugno 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0164
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— 154 —

rive dell’ Aniene ad una nuova tribù che crearono
per loro, non essendo i latini ascritti a veruna certa
tribù, e dal nome del fiume la dissero Aniense (1).
Ma il Cicolano da S. Anatolia a Capradosso non ha
monumento veruno che ricordi la tribù Aniense;in-
vece è qui da per tutto la Claudia alla quale sono a-
scritti (2). Questa tribù poiché propria era della gente
Claudia sabina potrebbe far credere, che gli Equico-
lani vi fossero censiti prima degli Equi, se non faces-
sero sospettare le lapide scoperte finora, che questo
censimento non ebbe luogo prima della legge giulia
municipale. Perocché non vi ha monumenti anteriori
a quest’epoca, nei quali sia memoria della tribù Clau-
dia, ed un Tito Stazio non solo ingenuo, ma edile e
questore, la cui epigrafe può stimarsi anteriore a que-
sta legge, non nomina tribù veruna.
Prima di Plinio ( III, 12 ) e di Tolomeo, che pon-
gono Cliternia e Carsioli fra gli Equicoli ( quanto a
Carsioli si può aggiugnere Livio X, 13), la sola città
degli Equicoli a noi nota era Nursae o Nersae, poiché
avevamo in Virgilio ( Aen. VII, 744):
Et te montosae misere in praelia Nersae,
Ufens, insignem fama et felicibus armis,
Horrida praecipue cui gens adsuetaque multo
Venalu nemorum duris acquicola (3) gtebis.
(1) La città più orientale che sia ascritta all’Aniense èia colonia
Carseoli; Alba, e, come risulta dai monumenti, gli Anxates Alar-
si, che si mostrano nel territorio Albense tra Carsoli ed Alba, fu-
rono censiti nella Fabia : di che dirò avanti. Nel Cicolano si trova
una sola memoria della tribù fabia; e questa è a s.Anatolia.È quindi
chiaro che Lucio Petronio, il quale se ne mostra insignito, appar-
tenne ad altro territorio. L’ epigrafe di lui fu divulgata dal Martelli
n. 5. 11 Mommsen l’ha posta fra le false n. 872 avvertendo che ben
poteva esser genuina, lo l’ho veduta, è in pietra calcarea e leg-
ge cosi:
L • PETRONIVS • C• F
FAB • EX • TES
HS • CCCC
La ragione poi d’ essersi l’Alba Fucense ascritta alla tribù fa-
bia fu, cred’ io, perchè gli Albani de’ quali era colonia, a quella
tribù appartennero.
(2) La tribù Claudia, denominata da Atlius Claudius o Atta Clan-
sus sabino l’anno 250, ebbe le terre di là dall’Aniene inferiore
(Liv. li, 16): parca quindi conveniente che gli Equi popolo cosi
strettamente Sabino fosse censito nella tribù medesima: nulladl-
meno gli Equi ne furono separati. Intorno al luogo citato di Livio
propose il Niebuhr trans Anienem veterem invece di trans Anie-
nem vetus Claudia tribus appellata (H.Rorn. II, n. 450 ed. Golb.).
(3) Vogliono col Niebuhr (ZL R. I, n. 125, ed. Golb.) cambiar

Queste Nersae, non essendo nè prima nè dopo me-
morate da verun altro scrittore, vengono ora fuori d’
ogni aspettazione maravigliosamente scoperte per una
lapida in sannitica lingua trovata nel recinto di un as-
sai antico edifizio nella valle di Nesce. Il qual ritro-
vamento ha dimostrato ancora che il nome odierno di
Nesce corrisponde veramente, come il Martelli aveva
opinato, alle antiche Nersae (cf.^lnn. dell'Inst. 1834,
116). La epigrafe tradotta dice così (v. la Parte epigr.
n. 8): Pupidio? Erennio magistrato supremo di Nerse
ad Èrcole ha consecrato. L’interpretazione della epigrafe
non ha difficoltà (vedine il commentario più avanti);
malagevole peraltro è di spiegare come gli Equicoli
furono dominati dai Sanniti , ovvero dagli Osci, non
avendo mai veruno di noi udito che le conquiste di
costoro passarono oltre Sora, Arpino e Fregellae, e
queste medesime or occupate, ora perdute. Di Fregel-
lae compresa una volta nel territorio degli Osci Si-
dicini dobbiamo la notizia a Livio (Vili, 22), il quale
ancora ci avverte al e. 23, che i Sanniti se ne erano
resi padroni ; pel quale avvenimento essi l’anno 426
confinavano coi Privernati ( ivi, 20 ).
E quanto alle conquiste dei Sanniti in Campania ,
egli è certo che da questo lato essi non si allargarono
prima di essersi stabiliti in Casino, il che accadde nel
340. Or gli Equi erano già soggetti a Roma fin dal
324 (Liv.IV,23,26): onde non si capisce come avreb-
bero i Romani permesso ai Sanniti di molestare le
terre loro soggette senza muoversene alla difesa.
Nè può poi supporsi che i Sanniti penetrassero nel
Cicolano dalla parte dei Vestini ovvero dei Marsi, sulle
terre delle quali nazioni, loro sorelle, non ebbero mai
dominio. Resta quindi soltanto che vi siano stati am-
messi dagli Equicoli come presidio contro i Romani,
ovvero come loro alleati. Perocché egli è noto che i
in aequicula l'acquicola del testo. Io penso che si debba ritenere,
perchè gli antichi interponevano spesso 0, dove poi si scrisse U,
fra la muta e la liquida. Siane esempio Singolus, Patrieoles, Her-
coles, pocolum, popolus, tabola, e Lariscolus, il qual vocabolo
fu falsamente credulo composto da colo, di che dissi già nella nota
a p. 41 delle Lezioni elem. di Numismatica del P. Eckhel, Na-
poli, 1847. La quistione adunque sarebbe se Virgilio usurpò in Ac-
quicola l’arcaica forma, nel che si deve stare all’ autorità dei ma-
noscritti.
 
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