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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 172 (Luglio 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0186
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17G —

Lo stesso soggetto ci sembra di riconoscere in un
bel vaso del Reai Museo Borbonico, ove si scorge
.Ercole nelle medesime giovanili sembianze, come ap-
pare sul vaso del sig. Barone, ed alcuni altri degli
eroi che lo accompagnarono in quella spedizione (vedi
il catalogo di questi eroi nella citala mia memoria 1.
c. p. 290 seg.).
La regina delle Amazzoni favella egualmente con
Ercole, e tenendo in mano il cinto, ci addita esser
quello il soggetto de’ loro ragionamenti, lu distanza
si scorgono tre altre Amazzoni, ed una di esse in
animato movimento, qua’si spingendo le compagne a
liberar la regina dalle mani del tebano eroe. Ivi è
scolpitamente ritratto il racconto di Apollodoro:e
la presenza del cinto in mano dell’Amazzone accenna
pure alla circostanza dell’ antico mitografo che già
Ippolita era sul punto di consegnare quel marziale
arnese. Non dirò già che l’Amazzone, la quale eccita
le compagne, sia la trasformata Giunone, giusta quella
parlicolar tradizione, perchè non veggo in rapporto
di quella figura alcun attributo che simboleggi la dea;
ma non può dubitarsi che evidentemente si accenna
all’ ajulo procuralo dalla stessa Giunone alla regina
delle Amazzoni, per impedire la buona riuscita della
impresa di Alcide.
E assolutamente contrario alle tradizioni imma-
ginar l’amore di Antiope per Ercole , siccome pare
abbia supposto il primo illustratone (7?. Museo Bor-
lonico voi. VI tav. V ). Le tradizioni del poeta àgia,
da noi lungamente svolte nella citata memoria (1. c. p.
293 s.) , portavano l’amore di Antiope per Teseo: e
bene a ragione il dottissimo AVelcker (Buìlell. di corr.
arch. 1833 p. loO) richiama a quelle tradizioni un
vasculario dipinto pubblicato dal Millingen (anc.uned.
monum. pi. 19: cf. Panofka redi, sur les véril. noms
des ras. grecs. pi. Vili n. 4 ; Ingbirami pili, di vasi
fitt. t. Il tav. CLXV11I ). Da quelle tradizioni e da
quei confronti non siamo però autorizzali a sup-
porre simili narrazioni in rapporto ad Ercole, men-
tre nessuna traccia ce ne forniscono gli antichi scrit-
tori. Nè possiamo spiegare i monumenti con tali sup-
posizioni. Tanto più che la narrazione di Apollodoro
sul pacifico incontro di Ercole e d’Ippolita è suffici-
ente a dar la spiegazione del vaso del Reai Museo
e di questo che ora diamo alla luce (1).
(1) A spiegazione del vaso del R. Museo potrebbero richiamarsi
quelle tradizioni, per le quali la regina delle Amazzoni cede ad Er-
cole il cinto in riscatto di una sua sorella ( vedi la nostra memoria
1. c. p. 294, seg ); ma la mancanza della prigioniera, che dovrebbe
comparire in potere del vincitore, allontanano la nostra mente da
una tale conghiellura.

Non è dunque necessario concbiudere: « Secondo
« altre tradizioni Ercole era il favoreggiato di Anti-
« ope, e sopra due vasi lo troviamo rappresentato
« neH’atlo che Antiope gli porge la cintura » (Wel-
cker l. c. ). I due vasi , a’quali accenna il dotto ar-
cheologo sono il vaso del R. Museo, ed un altro già
pubblicato dal Millin ( vases voi. II tav. 71 e gal.
myth. CXV n. 4G0 : Inghirami vasi flit. t. II tav.
CVI1I ). Del primo ragionammo di sopra: in quanto
al secondo, il soggetto è assolutamente diverso. L’e-
roe col ramo ritorna da una vittoriosa spedizione: la
donna non porge il cinto ma lo ha ricevuto; essa non
addimostra affatto amazzoniche vestimenta. Io rico-
nosco nel vaso Ercole che ritorna dal Termodonte, ed
ha già consegnalo il desiato cinto ad Admeta figliuola
di Euristeo , che gliene aveva dato l’incarico (Apol-
lod. 1. c. ). La tenia sospesa simmetricamente nel
campo, e le patere, dinotano un santuario ed accen-
nano a religioso culto in rapporto ad Admeta sacer-
dotessa di Giunone (vedi la nostra memoria 1. c. p.
299 ). Ed allo stesso sacerdotale ministero si riferisce
1 asta, o il jeratico scettro, da lei tenuto; non altri-
menti che comparisce in mano ad Ifigenia in un vaso
dipinto della insigne raccolta Santangelo (Raoul-Ro-
chette mori. inéd. pi. XLI p. 201 seg.), ed in una
pittura di Pompei descritta in questo Ballettino an. I
p. 89-90.
Tornando al vaso del signor Barone , notevole ci
sembra la figura di Mercurio in rapporto con Ercole.
Noi crediamo ch’egli si offra come condoltiero di Al-
cide alla lontana e difficile impresa; nello stesso modo
che vedesi accompagnare altri greci eroi alle mala-
gevoli spedizioni. Notissimi sono i rapporti di Mer-
curio con Ercole , sin da quando ne ha cura nella
sua fanciullezza (vedi la nostra memoria sull’ Ercole
poppante nelle memorie della regale accad. Ercolanese
voi.VI p.317,s.). È poi da citare particolarmente lo
specchio etrusco ove l’Èrcole vittorioso, o xaXk/n-
xos (vedi questo Ballettino an. IV p. 35), è in mezzo
alle due divinità che ne proteggono le gesta, Pallade
e Mercurio {annali dell’ Ist. 1836 p. 179 segg. tav.
d’agg. E, F).
Non possono riputarsi senza una parlicolarsignifi-
cazione i tre oscuri simboli, che miransi figurati nel
campo. Noi vi ravvisiamo astronomiche indicazioni.
Ma differiamo ad altro tempo il confronto di altri mo-
numenti , e la esposizione delle nostre idee su questa
particolare ricerca.
Minervini.

Cav. Giulio Minervini—Editore

Tipografia di Giuseppe Cataneo
 
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