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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 6.1878

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Gatti, Giuseppe: Iscrizioni inedite ed osservazioni varie epigrafiche
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https://doi.org/10.11588/diglit.13206#0042

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BULLETTINO DELLA COMMISSIONE

divinare quale fosse la parola ora perduta nel nostro marmo
dopo il predetto appellativo. Forse v'era un altro epiteto dato
a Silvano, il quale più di ogni altra divinità ne ebbe svaria-
tissimi. Nessuna relazione di luogo può avere la voce castrensis
col castrum fpraetoriumj deU'Esquilino; essendo inammissibile
che una base sì grande e sì pesante possa essere stata trasportata
a s. Saba, come una lastra di marmo, da un punto diametral-
mente opposto della città e separato dalle alture del Viminale
e del Celio. Essa ha tutto il carattere di essere stata fino ab
antico su quella ultima sommità dell'Aventino, ove trovasi anche
oggi. Nello stesso giardino di s. Saba il d'Agincourt vide e
trascrisse un'altra iscrizione votiva a Silvano « che serve per
gradino di una porta che si entra nella navata di fuori 1 »;
ma ora da quel luogo è scomparsa, avendone io più volte fatto
diligente e sempre inutile ricerca. Nè pure parmi poter am-
mettere, che il Silvano collocato su detta base potesse esser
appellato castrense, per relazione di luogo, dalla stazione della
quarta coorte dei Vigili, che il eh. comm. de Eossi ha dimostrato
essere stata appunto nelle vicinanze della chiesa di s. Saba 2;
dacché negli antichi monumenti epigrafici non trovo alcun esempio,
che le stazioni dei Vigili'fossero appellate castra.

Dobbiamo adunque rivolgerci ad altro significato del vo-
cabolo castrensis, a quello cioè eli cui frequentissimi esempi ci
offre l'epigrafia. Abbiamo infatti il procurator, il tabularius e
il tabellarius castrensis; la ratio castrensis coi vari uffici da
essa dipendenti; il fiscus castrensis e il procurator e il dispen-
sato!- del medesimo; il mensor ex castrensibus; la familia ca-
strensis ed altri uffici diversi, come a suppellectile, a veste ca-
strensi ecc. 3. E dal secolo quarto in poi restò ancora in uso

1 Marini, sched. Vatic; 0. I. L. VI, 673.

2 Ann. delllnstit. Arch. 1858 p. 285.

3 Troppo lungo sarebbe noverare e citare le singole iscrizioni, che ricor-
dano questi uffici: si veggano negli indici (Ielle collezioni e dei Corpi epigrafici.
 
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