La serie dei vicarii urbis Romae
45
15. Séptìmiùs.
C. XII, 1858 = Allmer, Inscriptions de Vienne, IV. 465
(Vienna): ... S]eplimius ... [ab adu~]lesceul[_i]a sua [_... Vjtèn-
nensis. ...arius in Macedonia ? ... it]ermn in pròvin[cia]
...arius, procon[_sul Achaiae?, consularis AJcmilia[_e'] IfójffU-
r[iae ...] vie arius ur[bis Roma e qui seenni [_lalit an-
nos XL ?] tres ... ka[_le.ndas~] ... [f]n pac^v].
Da questa iscrizione di Vienna, nella Gallia Narbonese, assai
mutila, come si vede, ' ut de piena restitutione desperandum
videatur ' come die j l'Hirschfeld, il suo ultimo editore, non si
può desumere in qual tempo Settimio sia stato vicario di Roma.
Forse è identico al L. Valerius Septimius Bassns, noto per un
epistilio marmoreo del forti romano (G. VI, 1184°) che fu pre-
fetto di Roma fra il 379 e il 383.
16. Simplicius.
Amm. M. XXVIII, 1, 45: Huic \_Ursicino~] successil Ilemonensis
Simplicius, Maximini consiliarius ex grammatico, post admi-
nistratam nec crectus nec tumidus sed obliquo aspectu terri-
biliSj qui conpositis ad modesliam verbis acerba medilabalur
in mullos.
Cod. Th., IX, 29, 1 : Imppp. Valcntinianus, Valcns et Gratianus
AAA. Simplicio vicario. — Proposito) Romae X Kal. Aprii,
(iratiano A. III. et Equilio v. c. coss. (23 marzo 374).
Simplicio, maestro, un tempo, di lingua greca e poi consi-
gliere di Massimino, sostituì Ursicino (che durò poco in carica)
nel vicariato di Roma, forse lino dal 373. Il rescritto di Valeu-
tiniano, del 23 marzo 374, senza dubbio, essondo datato da Roma,
non può riferirsi che a lui, sebbene, nella iscrizione, la intitola-
zione non sia completa. In una lettera di Graziano diretta ad
45
15. Séptìmiùs.
C. XII, 1858 = Allmer, Inscriptions de Vienne, IV. 465
(Vienna): ... S]eplimius ... [ab adu~]lesceul[_i]a sua [_... Vjtèn-
nensis. ...arius in Macedonia ? ... it]ermn in pròvin[cia]
...arius, procon[_sul Achaiae?, consularis AJcmilia[_e'] IfójffU-
r[iae ...] vie arius ur[bis Roma e qui seenni [_lalit an-
nos XL ?] tres ... ka[_le.ndas~] ... [f]n pac^v].
Da questa iscrizione di Vienna, nella Gallia Narbonese, assai
mutila, come si vede, ' ut de piena restitutione desperandum
videatur ' come die j l'Hirschfeld, il suo ultimo editore, non si
può desumere in qual tempo Settimio sia stato vicario di Roma.
Forse è identico al L. Valerius Septimius Bassns, noto per un
epistilio marmoreo del forti romano (G. VI, 1184°) che fu pre-
fetto di Roma fra il 379 e il 383.
16. Simplicius.
Amm. M. XXVIII, 1, 45: Huic \_Ursicino~] successil Ilemonensis
Simplicius, Maximini consiliarius ex grammatico, post admi-
nistratam nec crectus nec tumidus sed obliquo aspectu terri-
biliSj qui conpositis ad modesliam verbis acerba medilabalur
in mullos.
Cod. Th., IX, 29, 1 : Imppp. Valcntinianus, Valcns et Gratianus
AAA. Simplicio vicario. — Proposito) Romae X Kal. Aprii,
(iratiano A. III. et Equilio v. c. coss. (23 marzo 374).
Simplicio, maestro, un tempo, di lingua greca e poi consi-
gliere di Massimino, sostituì Ursicino (che durò poco in carica)
nel vicariato di Roma, forse lino dal 373. Il rescritto di Valeu-
tiniano, del 23 marzo 374, senza dubbio, essondo datato da Roma,
non può riferirsi che a lui, sebbene, nella iscrizione, la intitola-
zione non sia completa. In una lettera di Graziano diretta ad