La u Venere » dell'Inquilino
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Quanto maggiori però erano le differenze delle opinioni ri-
spetto al significato della statua, tanto più unisono era l'accordo
di chiunque un poco si intendeva del fare dell'arte antica, intorno
al posto cui attribuire detta scultura nello storico svolgimento
della medesima arte. Poiché a nessuno poteva sfuggirò la stretta
attinenza, che lega la statua alla così detta famiglia di Pasitele,
attinenza, che colpisce gli occhi di chiunque la metta in con-
fronto pi es. col gruppo di «■ Oreste od Elettra » a Napoli. Ma
a tutti ugualmente destava sorpresa l'incontrare fra le statue da
attribuirsi a questa scuola eclettica una figura femminile, che
fosse assolutamente nuda. Furono molte e vivaci lo discussioni
a voce di faccia alla statua, perchè appunto in quegli anni in-
cominciava a guadagnare terreno fra gli archeologi d'allora una
opinione fondata principalmente sulle note figure d'Apolline, che
voleva riconoscere nei lavori di quella scuola degli studi più o
meno esatti dogli originali dell'antica scuola attica. Prontissima
fu la domanda, come mai avesse potuto entrare nella cerchia di
quella scuola attica — i cui lavori gli artisti romani avrebbero
voluto imitare (sempre secondo le opinioni prevalenti allora) —
una statua silVatta di donna ignuda, mai veduta, per quanto sap-
piamo, nella grande scoltura greca anteriore all'epoca di Scopa
e Prassitele.
Mai veduta si nell'arte plastica monumentale, ma non del
tutto insolita in quella scoltura industrialo, che serviva a soddisfare
i bisogni della toeletta (cf. p. es. Ardi, epigr. Mitt. aus Oesierr. II,
tav. Vili), o ai capricci e giuochi fanciulleschi, come le bambole
dalle gambe e mani mobili ecc., per non parlare di quegli idoli di
un'arte arcaicissima, colla quale qui non abbiamo da fare.
Mai veduta neppure nella pittura. L'arte plastica monumen-
talo ne' secoli anteriori ad Alessandro Maguo serviva, come tutti
sanno, ai bisogni del culto ; era un'arto di carattere prettamente
religioso; anche la scoltura iconografica, i monumenti sepolcrali
significavano altrettanti atti di devozione religiosa. La pittura in-
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Quanto maggiori però erano le differenze delle opinioni ri-
spetto al significato della statua, tanto più unisono era l'accordo
di chiunque un poco si intendeva del fare dell'arte antica, intorno
al posto cui attribuire detta scultura nello storico svolgimento
della medesima arte. Poiché a nessuno poteva sfuggirò la stretta
attinenza, che lega la statua alla così detta famiglia di Pasitele,
attinenza, che colpisce gli occhi di chiunque la metta in con-
fronto pi es. col gruppo di «■ Oreste od Elettra » a Napoli. Ma
a tutti ugualmente destava sorpresa l'incontrare fra le statue da
attribuirsi a questa scuola eclettica una figura femminile, che
fosse assolutamente nuda. Furono molte e vivaci lo discussioni
a voce di faccia alla statua, perchè appunto in quegli anni in-
cominciava a guadagnare terreno fra gli archeologi d'allora una
opinione fondata principalmente sulle note figure d'Apolline, che
voleva riconoscere nei lavori di quella scuola degli studi più o
meno esatti dogli originali dell'antica scuola attica. Prontissima
fu la domanda, come mai avesse potuto entrare nella cerchia di
quella scuola attica — i cui lavori gli artisti romani avrebbero
voluto imitare (sempre secondo le opinioni prevalenti allora) —
una statua silVatta di donna ignuda, mai veduta, per quanto sap-
piamo, nella grande scoltura greca anteriore all'epoca di Scopa
e Prassitele.
Mai veduta si nell'arte plastica monumentale, ma non del
tutto insolita in quella scoltura industrialo, che serviva a soddisfare
i bisogni della toeletta (cf. p. es. Ardi, epigr. Mitt. aus Oesierr. II,
tav. Vili), o ai capricci e giuochi fanciulleschi, come le bambole
dalle gambe e mani mobili ecc., per non parlare di quegli idoli di
un'arte arcaicissima, colla quale qui non abbiamo da fare.
Mai veduta neppure nella pittura. L'arte plastica monumen-
talo ne' secoli anteriori ad Alessandro Maguo serviva, come tutti
sanno, ai bisogni del culto ; era un'arto di carattere prettamente
religioso; anche la scoltura iconografica, i monumenti sepolcrali
significavano altrettanti atti di devozione religiosa. La pittura in-