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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 18.1890

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Gatti, Giuseppe: Trovamenti risguardanti la topografia e la epigrafia urbana, [41]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13632#0075

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e la epigrafia vrbana

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colonnato misurano, siccome ho detto, m. 3,40. Potrebbe quindi
sospettarsi che le basi ritornate in luce appartenessero al portico
di Filippo, il quale era congiunto a quelli d'Ottavia verso occi-
dente e ad essi coordinato. Se non che un frammento della pianta
marmorea capitolina, e la base di una delle Muse prese in Am-
bracia da Fulvio Nobiliore, trovata al suo posto nel 1868 presso
la chiesa di s. Ambrogio, dimostrano che il portico di Filippo,
nel mezzo del quale trovavasi Yaedes Hercidis Musarum, si
estendeva poco oltre la via di s. Ambrogio; e perciò non poteva
giungere fino all'odierna via della Reginella, al di là della quale
ora si sono scoperti i descritti avanzi di un colonnato.

Questi dunque spettano ad un altro portico, il quale trova-
vasi sulla stessa linea e doveva essere coordinato con quelli di
Filippo e di Ottavia. Basta ricordare ciò che scrisse il eh. Lanciani
intorno ai portici della regione nona (Ann. d. Istit. 1883 p. 19 segg.).
per convincersi che gli avanzi testé tornati all'aperto facevano
parte delle porticus maximae ; ossia appartenevano ad uno di
quei bracci trasversali, con cui nel secolo quarto furono congiunti
i \ ari portici del campo Marzio, formando una serie continua di
colonnati dal ponte Elio alla porta Ostiense. 11 tratto ora scoperto
è parte di quella costruzione, che raccordava i portici di Pompeo
con quelli di Filippo e di Ottavia.

Le porticus maximae erano menzionate nella iscrizione del-
l'arco trionfale ch'era stato costruito dagli imperatori Graziano.
Valentiniano e Teodosio incontro al ponte Elio, appunto per de-
corare splendidamente il termine del colonnato che dal portico di
Pompeo essi avevano eretto fino a quel punto, collegandovi gli altri
grandiosi portici preesistenti nella parte meridionale della città
fino alla porta Ostiense ('). Nel codice Vat. palatino 833 (f. 35)

(') L'iscrizione dice: Imperatore Cacsares ddd.nnn. Gratianus Va-
lentinianus et Theodosius pii fclices semper autjg. arcum ad conciti
dendurn opus omne porticuum max imarum aeterni nominis sui
pecunia propria fieri ornariq. iusserunt (C. I. L. VI, 1184).
 
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