Notizie epigrafiche
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3. • M FORTVNAE • TARVTTENIAE ■ PAVLINAE jxj
È incisa in un architrave marmoreo lungo met. 1,15, mu-
rato al presente come cornice di una rozza fenestra di una can-
tina, nel comune di Cave, nella via detta dell "indipendenza.
L'ho trascritta, non senza qualche difficoltà ; ma ora è più
leggibile perchè da me accuratamente lavata. Alle estremità del-
l'iscrizione, oltre i due quadrati decussati, vi sono due piccoli ca-
pitelli corinzi in rilievo. Abbiamo pertanto un architrave di un'edi-
coletta marmorea rettilinea dedicata alla fortuna di Tarrutenia
Paulina. Per le proporzioni e per gli ornati, parmi questa edicola
una di quelle che sono note agli eruditi come tempietti domestici (1).
Quanto alla forma Taruttenia invece di Tarrutenia, può essere ca-
gionata da un arbitrio del lapicida, ovvero anche da irregolare
uso della famiglia, come accadeva ed accade tuttora nei cognomi
e nomi, che hanno consonanti duplicate. Il gentilizio Tarrute-
nius non è nuovo nel Lazio, esistendone uno in una iscrizione
Tiburtina (C. I. L. XIV, 3517), ma è molto raro nell'epigrafia.
In Roma ricordiamo tutti quel Tarrutenius Maximilianus v. c.
viearius urbis Romae nel quinto secolo (C. I. L. VI, 1767, cf.
Cantarelli prof. L. in questo Bullettino 1890, pag. 40). Un altro
Tarrutenius (Julius Agrius Marcianus) fu prefetto urbano, non
dell'anno 384 (Borghesi, Oeuvres Vili p. 504, C. I. L. VI, 1735)
ma del 409, come ho notato altrove (cf. le mie Note sui Pref.
di Roma pag. 75). La dedicazione alla Fortuna, specialmente
in una lapide eh'è nel territorio di Preneste, farebbe pensare
alla famosa divinità. Nondimeno sembrami più spontanea la
supposizione di un genius individuale, attesa la semplicità
del relativo testo. Si potrebbe anche supporre che la Fortuna,
come genio, fosse invocata in questa dedica quale protettrice do-
(!) Cf. Venuti Filippo, Dissertazione sopra i tempietti degli antichi
nei Saggi ecc , dell'Accademia di Cortona, t. II, pag. 211-223.
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3. • M FORTVNAE • TARVTTENIAE ■ PAVLINAE jxj
È incisa in un architrave marmoreo lungo met. 1,15, mu-
rato al presente come cornice di una rozza fenestra di una can-
tina, nel comune di Cave, nella via detta dell "indipendenza.
L'ho trascritta, non senza qualche difficoltà ; ma ora è più
leggibile perchè da me accuratamente lavata. Alle estremità del-
l'iscrizione, oltre i due quadrati decussati, vi sono due piccoli ca-
pitelli corinzi in rilievo. Abbiamo pertanto un architrave di un'edi-
coletta marmorea rettilinea dedicata alla fortuna di Tarrutenia
Paulina. Per le proporzioni e per gli ornati, parmi questa edicola
una di quelle che sono note agli eruditi come tempietti domestici (1).
Quanto alla forma Taruttenia invece di Tarrutenia, può essere ca-
gionata da un arbitrio del lapicida, ovvero anche da irregolare
uso della famiglia, come accadeva ed accade tuttora nei cognomi
e nomi, che hanno consonanti duplicate. Il gentilizio Tarrute-
nius non è nuovo nel Lazio, esistendone uno in una iscrizione
Tiburtina (C. I. L. XIV, 3517), ma è molto raro nell'epigrafia.
In Roma ricordiamo tutti quel Tarrutenius Maximilianus v. c.
viearius urbis Romae nel quinto secolo (C. I. L. VI, 1767, cf.
Cantarelli prof. L. in questo Bullettino 1890, pag. 40). Un altro
Tarrutenius (Julius Agrius Marcianus) fu prefetto urbano, non
dell'anno 384 (Borghesi, Oeuvres Vili p. 504, C. I. L. VI, 1735)
ma del 409, come ho notato altrove (cf. le mie Note sui Pref.
di Roma pag. 75). La dedicazione alla Fortuna, specialmente
in una lapide eh'è nel territorio di Preneste, farebbe pensare
alla famosa divinità. Nondimeno sembrami più spontanea la
supposizione di un genius individuale, attesa la semplicità
del relativo testo. Si potrebbe anche supporre che la Fortuna,
come genio, fosse invocata in questa dedica quale protettrice do-
(!) Cf. Venuti Filippo, Dissertazione sopra i tempietti degli antichi
nei Saggi ecc , dell'Accademia di Cortona, t. II, pag. 211-223.