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Castel. Savello.
del castello nel 1310 (n. 14); e ciò ha indotto alcuni scrittori
a determinare in esso l'autore del castello; ma ciò non è pro-
vato , perchè il castello è nominato in documenti anteriori. La
incorporazione di nuovi fondi seguitò sempre; e nel 1430 Fran-
cesco Savelli aggregò al Savello la tenuta Cancelliera (n. 19),
ch'è uno dei più cospicui fondi di quel terrirorio ('). Qui finisce
l'età dell'oro di Savello, ed incomincia quella di ferro, essendosi
i suoi padroni messi a combattere contro Eugenio IV, che qual
nemico del nepotismo feudale di Martino V, voleva l'unità po-
litica dello Stato. Savello fu preso ed arso non dal Vitelleschi,
come alcuni han creduto, ma dal Ricci (n. 20). Sembra che di-
spiacesse al pontefice questo fatto, non tanto per le abitazioni,
quanto per un monistero, della cui esistenza il Biondo ci è te-
stimonio, soggiungendo che fu instaurato dal card. Ludovico Sca-
rampo (n. 21). Ma pure il castello dovette essere alquanto ri-
sarcito, sia perchè Enea Silvio Piccolomini, visitandolo, non si
mostrò colpito dall'aspetto rovinoso (n. 22), sia perchè fu mili-
tarmente occupato nell'occasione della guerra col re di Napoli,
ciò che significa essere stato in condizioni strategiche normali.
Quando, per la guerra di Ferrara, Sisto IV s'inimicò con Napoli,
i feudatari romani si divisero in due parii principali, l'ima sotto
i Colonna di Paliano e i Savelli parteggiò per Napoli, l'altra
sotto gli Orsini tenne per la Chiesa. Ne seguì la celebre batta-
glia di Campomorto (1482), che fu vinta dal condottiero ponti-
ficio Eoberto Malatesta, contro Alfonso d'Aragona duca di Cala-
bria, il quale, insieme coi Colonnesi, dal campo di Albano-Savello
e Gandolfo (n. 23, Infessura) s'era appunto dipartito per accam-
parsi colà, ove fu disfatto. Savello si arrese subito al papa, e
conservò questa riputazione strategica di rocca Colonnese ; laonde
(') Nell'Analisi del Nibby non è notata. Spettò alla nobile famiglia
De Gancellariis di Roma, che possedevano pure la tenuta di Castiglione
inori la porta Salaria (cfr. Adinolfi, Roma nell'età dì messo I, pag. 97).
Castel. Savello.
del castello nel 1310 (n. 14); e ciò ha indotto alcuni scrittori
a determinare in esso l'autore del castello; ma ciò non è pro-
vato , perchè il castello è nominato in documenti anteriori. La
incorporazione di nuovi fondi seguitò sempre; e nel 1430 Fran-
cesco Savelli aggregò al Savello la tenuta Cancelliera (n. 19),
ch'è uno dei più cospicui fondi di quel terrirorio ('). Qui finisce
l'età dell'oro di Savello, ed incomincia quella di ferro, essendosi
i suoi padroni messi a combattere contro Eugenio IV, che qual
nemico del nepotismo feudale di Martino V, voleva l'unità po-
litica dello Stato. Savello fu preso ed arso non dal Vitelleschi,
come alcuni han creduto, ma dal Ricci (n. 20). Sembra che di-
spiacesse al pontefice questo fatto, non tanto per le abitazioni,
quanto per un monistero, della cui esistenza il Biondo ci è te-
stimonio, soggiungendo che fu instaurato dal card. Ludovico Sca-
rampo (n. 21). Ma pure il castello dovette essere alquanto ri-
sarcito, sia perchè Enea Silvio Piccolomini, visitandolo, non si
mostrò colpito dall'aspetto rovinoso (n. 22), sia perchè fu mili-
tarmente occupato nell'occasione della guerra col re di Napoli,
ciò che significa essere stato in condizioni strategiche normali.
Quando, per la guerra di Ferrara, Sisto IV s'inimicò con Napoli,
i feudatari romani si divisero in due parii principali, l'ima sotto
i Colonna di Paliano e i Savelli parteggiò per Napoli, l'altra
sotto gli Orsini tenne per la Chiesa. Ne seguì la celebre batta-
glia di Campomorto (1482), che fu vinta dal condottiero ponti-
ficio Eoberto Malatesta, contro Alfonso d'Aragona duca di Cala-
bria, il quale, insieme coi Colonnesi, dal campo di Albano-Savello
e Gandolfo (n. 23, Infessura) s'era appunto dipartito per accam-
parsi colà, ove fu disfatto. Savello si arrese subito al papa, e
conservò questa riputazione strategica di rocca Colonnese ; laonde
(') Nell'Analisi del Nibby non è notata. Spettò alla nobile famiglia
De Gancellariis di Roma, che possedevano pure la tenuta di Castiglione
inori la porta Salaria (cfr. Adinolfi, Roma nell'età dì messo I, pag. 97).