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Castel Savello.
Aricini presero a vendere le loro terre presso Savello (n. 41), ad
imporre gravami su qualle rimaste (n. 42); insomma il castello
deperì. L'ultimo sforzo di Giulio Savelli fu l'assunzione del ti-
tolo ducale di questo castello, col ristauro della chiesa parroc-
chiale e delle case; sforzo che non valse a ripopolarle, perchè
le cause della decadenza non furono rimosse. Senza riassumere
le notizie catastali del luogo nell'età recente, eh'è la meno im-
portante, noterò che, di vendita in vendita, il latifondo si è
spezzato in numerose proprietà, nel 1771, cioè: Santo Spirito,
marchese Giuseppe llandanini, Annibale Nervi, monsignor Costan-
tino Patrizi, poi marchese Prospero Costaguti, poi nel 1812 conte
Sigismondo Malatesta, poi nel 1890 Frascati e Grandjacquet,
restando la Castelluccia al conte Sigismondo Malatesta (1891).
Queste ultime successioni di proprietà riguardano il fondo il La-
ghetto ('). L'altra parte spetta al cav. Salustri. Galli, col nome
di Torretta (2). La parte superiore, vero Castel Savello, venne
in dominio del Seminario vescovile di Albano, il quale nel 1794,
6 novembre (atti de Mariis) la concesse in enfiteusi a Pietro
Antonio Giorni, e ne cedette poi il diretto dominio al principe
Doria Pamphili nel 2 agosto 1855 (atti Ferri).
Lo chiese che sorsero un tempo in questo già popolatissimo
territorio, ora scomparse, furono: di s. Teodoro, di s. Eufemia,
(') Visitando il Laghetto, per cortesia dei proprietarii sig. Frascari
e Grandjacquet, ho notato il palazzo grandioso, stile 'seicento, l'ingresso
del quale guarda Roma, e vi si accedeva da un magnifico viale, ora quasi
scomparso ; vi ho trovato due sottili colonne marmoree, uno stemma mar-
moreo di un commendatore di santo Spirito (due uccelli che beccano fiori;
sopra tre stelle ad 8 punte, e sotto un fiordaliso sbocciato). Una bella fon-
tana con mosaici colorati si scorge tuttora presso il montano. Era infine
una deliziosa villetta, oggi ridotta ad oliveto e vigna. Il nomo di s. spirito
resta tuttora alla strada che, da quella di Anzio, conduce a Malatesta.
(') Anche alla Torretta Salustri Galli ho trovato un avanzo di fon-
tana del seicento, sulla strada che conduce ad Anzio. Nel casale vi sono
enormi sostruzioni e cantine vastissime che indicano esservi stato un grande
edifizio.
Castel Savello.
Aricini presero a vendere le loro terre presso Savello (n. 41), ad
imporre gravami su qualle rimaste (n. 42); insomma il castello
deperì. L'ultimo sforzo di Giulio Savelli fu l'assunzione del ti-
tolo ducale di questo castello, col ristauro della chiesa parroc-
chiale e delle case; sforzo che non valse a ripopolarle, perchè
le cause della decadenza non furono rimosse. Senza riassumere
le notizie catastali del luogo nell'età recente, eh'è la meno im-
portante, noterò che, di vendita in vendita, il latifondo si è
spezzato in numerose proprietà, nel 1771, cioè: Santo Spirito,
marchese Giuseppe llandanini, Annibale Nervi, monsignor Costan-
tino Patrizi, poi marchese Prospero Costaguti, poi nel 1812 conte
Sigismondo Malatesta, poi nel 1890 Frascati e Grandjacquet,
restando la Castelluccia al conte Sigismondo Malatesta (1891).
Queste ultime successioni di proprietà riguardano il fondo il La-
ghetto ('). L'altra parte spetta al cav. Salustri. Galli, col nome
di Torretta (2). La parte superiore, vero Castel Savello, venne
in dominio del Seminario vescovile di Albano, il quale nel 1794,
6 novembre (atti de Mariis) la concesse in enfiteusi a Pietro
Antonio Giorni, e ne cedette poi il diretto dominio al principe
Doria Pamphili nel 2 agosto 1855 (atti Ferri).
Lo chiese che sorsero un tempo in questo già popolatissimo
territorio, ora scomparse, furono: di s. Teodoro, di s. Eufemia,
(') Visitando il Laghetto, per cortesia dei proprietarii sig. Frascari
e Grandjacquet, ho notato il palazzo grandioso, stile 'seicento, l'ingresso
del quale guarda Roma, e vi si accedeva da un magnifico viale, ora quasi
scomparso ; vi ho trovato due sottili colonne marmoree, uno stemma mar-
moreo di un commendatore di santo Spirito (due uccelli che beccano fiori;
sopra tre stelle ad 8 punte, e sotto un fiordaliso sbocciato). Una bella fon-
tana con mosaici colorati si scorge tuttora presso il montano. Era infine
una deliziosa villetta, oggi ridotta ad oliveto e vigna. Il nomo di s. spirito
resta tuttora alla strada che, da quella di Anzio, conduce a Malatesta.
(') Anche alla Torretta Salustri Galli ho trovato un avanzo di fon-
tana del seicento, sulla strada che conduce ad Anzio. Nel casale vi sono
enormi sostruzioni e cantine vastissime che indicano esservi stato un grande
edifizio.