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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0065
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L'ANTICO TU SCULO

Superiormente a tutte le indicate ville s'inalza quella che, per esser situata più
da vicino all'antico Tusculo, dicesi Tusculana, e per aver appartenuto nel suo primo
stabilimento alla villa Rufina, qui primieramente indicata e fondata da monsignor
Filippo Rufini sotto il pontificato di Paolo III, venne denominata Rufinella, nome
che conserva tuttora quantunque sia passata in diverse proprietà. In tale primo
stabilimento doveva essere di non grande vastità ed avere soltanto una piccola fab-
brica dipendente dalla grande villa della Rufina. Passò quindi in proprietà dei Sac-
chetti , i quali lo dovettero in qualche parte ingrandire ed adornare con giardini
particolari, come si dimostra delineata nelle tavole prospettiche inserite nella grande
descrizione del Lazio del Kircherio. Passando in possesso del collegio Romano, venne
maggiormente ampliata la fabbrica con architettura di Luigi Vanvitelii, la quale
ampliazione ebbe principio circa neh' anno mille settecento quarantadue, e per
prevalersi del materiale occorrente alla costruzione di essa furono distrutte le reliquie
di una grande villa antica che esistevano vicino, e che si trovarono adorne di prezio-
sissime opere, delle quali nel seguito faremo menzione. Nell'anno mille settecento
novanta fu data in enfiteusi per piccolo canone a certo Pavesi. Rescissa la enfiteusi
ne fu per chirografo pontificio del mese di giugno dell'anno milleottocento quattro
consentita la vendita al principe Luciano Bonaparte, il quale la rese in ogni modo
amena con nuovi viali e giardini, e l'ampliò maggiormente con l'acquisto di terreni.
Si fecero durante il possesso di questo principe diversi scavi precisamente nella parte
occupata dalla antica città, che frutturano bensì diverse opere di pregio, quali si
dimostreranno nella Parte terza: ma recarono poi maggiori danni alle reliquie di
quelle antiche fabbriche, perchè furono per più gran parte sconvolte e distrutte per
frugare con maggior risparmio di lavoro. Rimasero quasi solo intatti i gradi inferiori
della cavea del teatro, perchè non potevansi facilmente distruggere. Nel mese di no-
vembre dell'anno mille ottocento venti passò questa villa con tutte le sue attinenze in
proprietà della Duchessa di Chablais, e dopo la sua morte fece parte del patrimonio
del re Carlo Felice di Sardegna, ed in fine venne in eredità a S. M. la regina Maria
Cristina di lui consorte. Amministrando il marchese Biondi i beni di Roma del me-
desimo patrimonio, fece eseguire con miglior intelligenza e più amore delle cose
antiche diversi scavi nel luogo occupato dall'antica città tusculana, ove discuoprì le
principali vie che mettevano a tale municipio e precisamente quella proveniente dalla
via Labicana colla colonna denotante il quindicesimo miglio. Tornarono alla luce
dai medesimi scavi alcune opere di scoltura e pittura antica di ragguardevole pregio,
le quali furono trasportate in adornamento del reale castello di Aglio. È con egual
amore delle antichità ed anche per illustrare e restituire un qualche decoro a sì rino-
mato luogo, che S. M. la regina Maria Cristina ha ordinato che si continuassero non
solo i dissotterramenti delle reliquie tusculane, ma si facessero pure i più necesarj
lavori per maggiormente conservarli, ed ancora si riponessero al loro posto quelle
pietre che si trovarono smosse negli antecedenti scavi, come ne offre chiara prova il
totale scuoprimcnto e l'istauro delle reliquie appartenenti al teatro che è uno dei mo-
numenti piìi interessanti dell'antico Tusculo.

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