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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0152
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PARTE III. MONUMENTI CLASSE 11.

Ii5l

sdii, i nostri poi si dimostrano interamente contrarj all'indicato uso; perciocché
avendo la traccia della attaccatura nella parte inferiore, non possono mai supporsi
essere stati sospesi in alto: ma solo sollevati dal basso su di un piede, e nel modo
stesso ho conosciuto esser state praticate le attaccature in altri dischi egualmente
formati. D'altronde si questi, che gli altri simili dischi, si trovano fatti della grandezza
alquanto maggiore di un palmo, mentre varia è la proporzione degl'intercolunni
negli edifizj ; e se effettivamente si fossero tenuti sospesi tra essi, per quanto piccole
fossero le colonne, sempre sarebbero scomparsi alla vista, e non si sarebbe al certo
distinto ciò che venne su di essi scolpito ; per cui a mio parere rendesi anche per gli
altri simili dischi non ben contestata la esposta opinione. Però è da osservare che
due metodi distinti si conoscono essersi tenuti dagli antichi in simili decorazioni.
L'uno stabile impiegando grandi scudi, come più particolarmente trovasi dichiarato
in diverse opere in bassorilievo di terra cotta ; ed in questo genere di decorazione
non potevano al certo aver luogo i suddetti dischi, perchè negli stessi monumenti
vedonsi dalla varia loro forma dimostrati esser stati impiegati scudi effettivi. L'altro
momentaneo, che si soleva praticare per celebrare alcune festività, facendo uso di
festoni composti con erhe e fiori diversi, come in particolare ne offrono diversi esem-
pj le pitture ercolanesi e le pompejane; ed in questa decorazione soltanto potevano
essere stati impiegati alcuni dei suddetti dischi che si conoscono avere le attaccature
dalla parte superiore, e non mai quei che le avevano all'opposto. Quindi da ciò in
certo modo verrebbe a confermarsi la opinione già fissata dal cav. Gerhard, par-
lando di alcuni simili dischi del museo di Berlino, che si dovessero considerare
quali clipei votivi ; né a quest' uso si opporrebbe il conoscere che alcuni si tenevano
sospesi dall'alto, e così si verrebbe pure a prescrivere loro un qualche uso ragionato,
invece di crederli di semplice ornamento: ma nulla poi può determinarsi con incon-
trastabili documenti. Da queste considerazioni può pertanto dedursi che alcuni dei
surriferiti dischi poterono bensì esser stati sospesi negli intercolunnj degli edifizj,
ma soltanto in quegli apparati festivi e momentanei frapponendoli a festoni; ed altri,
dovendo necessariamente esser stati collocati in piedi, furono posti o sopra i plutei o
sopra alcuna base per riprendere le cascate dei medesimi festoni. Se poi erano que-
sti dischi impiegati per stabile ornamento, soltanto in quei plutei, che frapponevansi
tra 1 una e l'altra colonna per impedire una ulteriore comunicazione, potevano esser
convenientemente collocati; perciocché pure con lastre traforate di marmo sisole-
vano inflitti spesso comporre i medesimi plutei, come ampiamente ho fatto cono-
scere nella sezione terza della mia opera sull'architettura antica.

VASO DI MARMO

TAVOLA XXXIX. Il vaso che offresi delineato in questa Tavola fu discoperto
nell'ottobre dell anno 1 839 negli scavi che feci eseguire per comandamento di S. M.
la regina M. Cristina in quella casa sottoposta al lato settentrionale delle mura del
 
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