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AG L A OFON TE
SOno divisi gli scrittori nell' asserire chi precisamente
e donde sia stato questo Pittore ; poiché notammo
poc' anzi che Aglaofonte è detto padre e maestro di
Polignoto. Di Aglaofonte Tasio fa menzione Simonide ap-
presso Pausania (i) ed altri con Platone e Quintiliano.
Ma questo Pittore è da Plinio annoverato tra quelli che
fiorirono prima dell'Olimpiade novantesima, in tempo
cioè non abbastanza preciso; sebbene a un dipresso-si
sappia che fiorì intorno al tempo della battaglia di Ma-
ratona e però anche il celebre Arduino tiene che Aglao-
fonte, il quale fiorì con Ceffissodoro, Frilo, ed Evenore
padre e maestro del famo?o Parrasio nell'Olimpiade novan-
tesima , sia stato diverso dal Tasio. Plinio dopo essersi
protestato di non voler egli farci la storia de'Pittori,
appena nominati costoro, salta ad AP°iiodoro Ateniese,
il quale ftor\ neii' oiimpiaflc novantesimaquarta, ed im-
paziente, di giungere ai primi lumi dell'arte Greca, ap«
pena fa motto di alcuni che sopra gli altri si distinse-
ro. Si narra di Alcibiade, che tornato da Olimpia in
Atene dedicò due tavole dipinte da Aglaofonte; in una
delle - quali questo Eroe era coronato da Pizia e da
Olimpiade, nell'altra egli sedeva sulle ginocchia della
Ninfa Nemea con volto più bello del vero e femminile.
Polignoto operò quella nuova maraviglia , che a' giorni nostri è
comune in molte pitture a fresco ne'muri, e specialmente nelle
volte e anche ne* quadri, ne'quali si vede un cavallo o altra
\ figura voltarsi, accorciarsi, o allungarsi a misura della distanza,
onde si mirano. Ma il merito di Polignoto fu di essere stato
forse il primo a saperlo ben eseguire, siccome Timante a far ciò
con eccellenza dell' artificio. Del rimanente il moto che sem-
bra avere una figura dipinta in iscorto dipende dal muoverci noi
a mirarla da varj punti, nei quali si varia l'angolo della luce
dalla pittura nell' occhio nostro riflessa .
{I) Lib. x. p. 660.
AG L A OFON TE
SOno divisi gli scrittori nell' asserire chi precisamente
e donde sia stato questo Pittore ; poiché notammo
poc' anzi che Aglaofonte è detto padre e maestro di
Polignoto. Di Aglaofonte Tasio fa menzione Simonide ap-
presso Pausania (i) ed altri con Platone e Quintiliano.
Ma questo Pittore è da Plinio annoverato tra quelli che
fiorirono prima dell'Olimpiade novantesima, in tempo
cioè non abbastanza preciso; sebbene a un dipresso-si
sappia che fiorì intorno al tempo della battaglia di Ma-
ratona e però anche il celebre Arduino tiene che Aglao-
fonte, il quale fiorì con Ceffissodoro, Frilo, ed Evenore
padre e maestro del famo?o Parrasio nell'Olimpiade novan-
tesima , sia stato diverso dal Tasio. Plinio dopo essersi
protestato di non voler egli farci la storia de'Pittori,
appena nominati costoro, salta ad AP°iiodoro Ateniese,
il quale ftor\ neii' oiimpiaflc novantesimaquarta, ed im-
paziente, di giungere ai primi lumi dell'arte Greca, ap«
pena fa motto di alcuni che sopra gli altri si distinse-
ro. Si narra di Alcibiade, che tornato da Olimpia in
Atene dedicò due tavole dipinte da Aglaofonte; in una
delle - quali questo Eroe era coronato da Pizia e da
Olimpiade, nell'altra egli sedeva sulle ginocchia della
Ninfa Nemea con volto più bello del vero e femminile.
Polignoto operò quella nuova maraviglia , che a' giorni nostri è
comune in molte pitture a fresco ne'muri, e specialmente nelle
volte e anche ne* quadri, ne'quali si vede un cavallo o altra
\ figura voltarsi, accorciarsi, o allungarsi a misura della distanza,
onde si mirano. Ma il merito di Polignoto fu di essere stato
forse il primo a saperlo ben eseguire, siccome Timante a far ciò
con eccellenza dell' artificio. Del rimanente il moto che sem-
bra avere una figura dipinta in iscorto dipende dal muoverci noi
a mirarla da varj punti, nei quali si varia l'angolo della luce
dalla pittura nell' occhio nostro riflessa .
{I) Lib. x. p. 660.