261
^M* ~> j»** ^.44, 4>4f> %v*fr *»"<*
ARISTOFONTE.
T) \usania (1) ed Tgino (2) raccontando il miserabil ca-
X so di Ancèo ferito dal cignale , ci presentano un ab-
bozzo di questa storia , per la quale si distinse Aristo onte .
Plinio assicura che nella tavola vi si vedeva As ìpale
addolorata pel tristo caso dell' amato consorte, e in
ciò il pittore mostrassi giudizioso, non potendosi scer-
re un momento di questa storia più interessante. 1 ale
non mi sembra nell'altro quadro, che il medesimo Pli-
nio dice numero-o, non so se per l'accordo ò per le mol-
te figure della composizione, vedendovi^ Priamo, Ele-
na, la Credulità, Ulisse, De'fobo, Dolone, oppure l'In-
ganno, come piace all'Arduino; poiché sebbene la cre-
dulità sia stata cagione di rovina a Priamo e ad Ele-
na, e l'inganno abbia resi famosi Ulisse e Dolone, non
vi si vede a rigore osservata 1' unità , ed inoltre vi è
un misto di persone e di simboli, che fanno a' pugni
benché dipinti 11 Sandrart scusa il pittore dicendo che
questi volle nel 'suo quadro esprimere due esempi di
credulità ,• Deifobo cioè per tradimento di Elena ucciso
dai Greci, e Dolone esploratore dei Trojani sorpreso da
Diomede e da Ulisse, e col noto inganno da essi con-
dotto a morte. Ma perchè due simili ma diversi esem-
pj in un sol quadro?
Platone (3) scrive che Aristofonte fu figliuolo di
Aglaotonte ; e se questi è il pittore di cui si trattò
poc'anzi, da esso avrà avuto i principi dell'arte. Plu-
tarco (4) gli attribuisce la pittura di Filottete intisichi-
to, e altri la Nenva, nelle g nocchia della quale sede-
va, .Alcibiade accarezzato, pitcura sommamente grata
(i) Uh. vili Arcui,
(a.) Fah 1>48.
(3) In Gorgia .
(I) Mai. Post.
^M* ~> j»** ^.44, 4>4f> %v*fr *»"<*
ARISTOFONTE.
T) \usania (1) ed Tgino (2) raccontando il miserabil ca-
X so di Ancèo ferito dal cignale , ci presentano un ab-
bozzo di questa storia , per la quale si distinse Aristo onte .
Plinio assicura che nella tavola vi si vedeva As ìpale
addolorata pel tristo caso dell' amato consorte, e in
ciò il pittore mostrassi giudizioso, non potendosi scer-
re un momento di questa storia più interessante. 1 ale
non mi sembra nell'altro quadro, che il medesimo Pli-
nio dice numero-o, non so se per l'accordo ò per le mol-
te figure della composizione, vedendovi^ Priamo, Ele-
na, la Credulità, Ulisse, De'fobo, Dolone, oppure l'In-
ganno, come piace all'Arduino; poiché sebbene la cre-
dulità sia stata cagione di rovina a Priamo e ad Ele-
na, e l'inganno abbia resi famosi Ulisse e Dolone, non
vi si vede a rigore osservata 1' unità , ed inoltre vi è
un misto di persone e di simboli, che fanno a' pugni
benché dipinti 11 Sandrart scusa il pittore dicendo che
questi volle nel 'suo quadro esprimere due esempi di
credulità ,• Deifobo cioè per tradimento di Elena ucciso
dai Greci, e Dolone esploratore dei Trojani sorpreso da
Diomede e da Ulisse, e col noto inganno da essi con-
dotto a morte. Ma perchè due simili ma diversi esem-
pj in un sol quadro?
Platone (3) scrive che Aristofonte fu figliuolo di
Aglaotonte ; e se questi è il pittore di cui si trattò
poc'anzi, da esso avrà avuto i principi dell'arte. Plu-
tarco (4) gli attribuisce la pittura di Filottete intisichi-
to, e altri la Nenva, nelle g nocchia della quale sede-
va, .Alcibiade accarezzato, pitcura sommamente grata
(i) Uh. vili Arcui,
(a.) Fah 1>48.
(3) In Gorgia .
(I) Mai. Post.