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NICIA ATENIESE.
QUahmque volta i grandi ingegni, dalla natura ar-
ricchiti di forze a superar gli emuli, trovano oc-
cupata la via principale da altri, ai quali o l'età loro
o le favorevoli circostanze giovarono a renuerli famosi,
quasi torcendo alcun poco da quelle il passo, in un
punto si fermano, e in esso con tanto studio fissano 1 in-
tendimento, che segnalati ciò nonostante divengono e
benemeriti dell'arte. Nicia Ateniese fu uno di questi;
poiché ogni sua diligenza collocando nel pinger femmi-
ne, e nel far soprattutto il miglior uso dei.lumi e dell'om-
bre per dar rilievo a'suoi dipinti, a questa parte della
pittura aggiùnse utili insegnamenti e si rese immortale .
Tra i suoi quadri è celebre quello della Nemèa, da Si-
lano pronipote d'Augusto dall'Asia portato in Róma e
collocato, come si disse, nella Curia. Altri vogliono che
Augusto medesimo lo incassasse nel muro di quella',
trovandosi in varj Scrittori fatto memoria dell' uso che
avevano gli antichi d'incassare le tavole dipinte nelle
pareti de'luoghi pubblici. Si vuole che questo quadro
rappresentasse una ninfa sedente sopra, un lione colla
palma in mano, e vicino ad essa un vecchio appoggia-
to al bastone , sopra del quale vedevasi in una biga
la Vittoria salire al cielo. Alludeva questa pittura
al trofeo d' Ercole uccisore del lione Nemèo, così de-
nominato dalla selva -del Peloponneso dalla fiera in-
festata, e da questo soggetto per adulare Alcibiade
trasse l'idea di altro quadro Aristofante , ove que-.
gli vedevasi in braccio della Nemèa (i), come narra Plu-
\ -• ' ' • ■: ^ ■ ■ . . ., P
(i) Alcibiade nobilissimo Ateniese, alunno di Socrate e de-
gno di esserto per le rare sue prerogitive celebrate da Tucidide
e da altri gravissimi scrittori, mostrossi in ogni suo atto con ele-
ganza e decoro. Pausanh ( l'i Atticis) riferisce che Alcibiade
fu dipinto in Atene da Polignoto vicino alla Nemèa coi sim-
■ boli
NICIA ATENIESE.
QUahmque volta i grandi ingegni, dalla natura ar-
ricchiti di forze a superar gli emuli, trovano oc-
cupata la via principale da altri, ai quali o l'età loro
o le favorevoli circostanze giovarono a renuerli famosi,
quasi torcendo alcun poco da quelle il passo, in un
punto si fermano, e in esso con tanto studio fissano 1 in-
tendimento, che segnalati ciò nonostante divengono e
benemeriti dell'arte. Nicia Ateniese fu uno di questi;
poiché ogni sua diligenza collocando nel pinger femmi-
ne, e nel far soprattutto il miglior uso dei.lumi e dell'om-
bre per dar rilievo a'suoi dipinti, a questa parte della
pittura aggiùnse utili insegnamenti e si rese immortale .
Tra i suoi quadri è celebre quello della Nemèa, da Si-
lano pronipote d'Augusto dall'Asia portato in Róma e
collocato, come si disse, nella Curia. Altri vogliono che
Augusto medesimo lo incassasse nel muro di quella',
trovandosi in varj Scrittori fatto memoria dell' uso che
avevano gli antichi d'incassare le tavole dipinte nelle
pareti de'luoghi pubblici. Si vuole che questo quadro
rappresentasse una ninfa sedente sopra, un lione colla
palma in mano, e vicino ad essa un vecchio appoggia-
to al bastone , sopra del quale vedevasi in una biga
la Vittoria salire al cielo. Alludeva questa pittura
al trofeo d' Ercole uccisore del lione Nemèo, così de-
nominato dalla selva -del Peloponneso dalla fiera in-
festata, e da questo soggetto per adulare Alcibiade
trasse l'idea di altro quadro Aristofante , ove que-.
gli vedevasi in braccio della Nemèa (i), come narra Plu-
\ -• ' ' • ■: ^ ■ ■ . . ., P
(i) Alcibiade nobilissimo Ateniese, alunno di Socrate e de-
gno di esserto per le rare sue prerogitive celebrate da Tucidide
e da altri gravissimi scrittori, mostrossi in ogni suo atto con ele-
ganza e decoro. Pausanh ( l'i Atticis) riferisce che Alcibiade
fu dipinto in Atene da Polignoto vicino alla Nemèa coi sim-
■ boli