A P E L L E. 131
veccMo calvo sostenente in alto un sasso con ambe
le mani, ma non perchè sii fosse vietato porvi il suo
nome, avendo detto di sopra a 160. che nella base
della Minerva d'oro fatta da Fidia ( la quale io sti-
mo la medesima che quella di cui si parla) era il
nome dell' artefice. E questo è molto verisimile che
egli desiderasse, e anche l'ottenesse, avendo sempre
avuto gran premura di collocarlo nell'opere più sin-
golari , tra le quali ripone Luciano nel Dialogo della
Tmmàg. a 588. la .Minerva Lemnia , anzi ad ogn'altra
la preferisce , solamente perchè Fidia si degnò di scri-
vere in essa il suo nome. E Pausania nel lib.v. nar-
ra che a'piedi del Giove Olimpio era scritto.- <PEI-
Al- E X PMIAOT TiOS AQHNAIOS M'ETIOTHGE,
FIDIA FIGLIUOLO DI CARVI IDE ATENIESE MI
FECE. Ma sia detto ciò di passaggio, per trattarne
exprofesso nelle Vite deocli Scultori . Ripigliando il
filo del nostro discorso, ingegnosa invenzione fu pa-
rimente quella di Saurone e Batraco Architetti , i
quali non potendo di se lasciare iscritta qualche me-
moria nel tempio che già. fu nelle logge d' Ottavia,
vi collocarono animali che i nomi loro esprimevano.
Plinio lib. xxxvi. 5. Nec Sauron atque Batradium obli-
terali convenite qui fecere tempia Offavi* poriicibus in-
clusa, natione ipsi Lacones. Quidam & opibus prtrpo-
tentes Juisse eos putant, ac sua impeusa construxisse,
inscriptionem sperantes . Qua negata, hoc tamen alio lo-
co & modo usurpasse . Sunt certe etiamnum in colum*
narutn epistyliis inscalpta nominum eorum argumenta,
rana atque lacerta. Simigliante artifìcio, benché di-
verso per ottenere il medesimo intento, usò Sostrato
Gnidio architetto della torre eretta nel Faro d'Ales-
sandria, per quanto è riferito da Luciano nel libro
del Modo di scriver la Storia verso la fine . Dubitan-
do questi che non gli fòsse permesso porvi il suo no-
me , scolpito che l'ebbe in piena lo ricoperse d'in-
tonaco, e iscrissevi sopra quelìo del Re, avvisando-
si, come avvenne, che indi a non gran tempo scor-
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veccMo calvo sostenente in alto un sasso con ambe
le mani, ma non perchè sii fosse vietato porvi il suo
nome, avendo detto di sopra a 160. che nella base
della Minerva d'oro fatta da Fidia ( la quale io sti-
mo la medesima che quella di cui si parla) era il
nome dell' artefice. E questo è molto verisimile che
egli desiderasse, e anche l'ottenesse, avendo sempre
avuto gran premura di collocarlo nell'opere più sin-
golari , tra le quali ripone Luciano nel Dialogo della
Tmmàg. a 588. la .Minerva Lemnia , anzi ad ogn'altra
la preferisce , solamente perchè Fidia si degnò di scri-
vere in essa il suo nome. E Pausania nel lib.v. nar-
ra che a'piedi del Giove Olimpio era scritto.- <PEI-
Al- E X PMIAOT TiOS AQHNAIOS M'ETIOTHGE,
FIDIA FIGLIUOLO DI CARVI IDE ATENIESE MI
FECE. Ma sia detto ciò di passaggio, per trattarne
exprofesso nelle Vite deocli Scultori . Ripigliando il
filo del nostro discorso, ingegnosa invenzione fu pa-
rimente quella di Saurone e Batraco Architetti , i
quali non potendo di se lasciare iscritta qualche me-
moria nel tempio che già. fu nelle logge d' Ottavia,
vi collocarono animali che i nomi loro esprimevano.
Plinio lib. xxxvi. 5. Nec Sauron atque Batradium obli-
terali convenite qui fecere tempia Offavi* poriicibus in-
clusa, natione ipsi Lacones. Quidam & opibus prtrpo-
tentes Juisse eos putant, ac sua impeusa construxisse,
inscriptionem sperantes . Qua negata, hoc tamen alio lo-
co & modo usurpasse . Sunt certe etiamnum in colum*
narutn epistyliis inscalpta nominum eorum argumenta,
rana atque lacerta. Simigliante artifìcio, benché di-
verso per ottenere il medesimo intento, usò Sostrato
Gnidio architetto della torre eretta nel Faro d'Ales-
sandria, per quanto è riferito da Luciano nel libro
del Modo di scriver la Storia verso la fine . Dubitan-
do questi che non gli fòsse permesso porvi il suo no-
me , scolpito che l'ebbe in piena lo ricoperse d'in-
tonaco, e iscrissevi sopra quelìo del Re, avvisando-
si, come avvenne, che indi a non gran tempo scor-
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