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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo secondo: Antichità Romane
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0026
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Curiosità spingerà subito il riguardante,
a ricercar con l’occhio cotefie tanto nomi-
nate colonne Doriche, sopra le quali prin-
cipalmente fondarono alcuni la regola di
farle posar sui piano senza base , nè cinta
sotto; ma ricercherà in vano, perchè nul-
la di Dorico vedrà in tutta la sacciata che
comparisce, e in vano però altri talvolta le
ha ricercate per la Città tutta. Convien
dunque sapere, come dietro la fronte eh’ or
contempliamo, altra ne fu prima, non più
dinante d’un piede, e mezo , parimente
con due aperture, e poco men’alta, ma di
quella fragil pietra che si chiama da’ Vero-
nesì mattone; anzi il corpo del muro , fu
di cotto. Or quella era d’ordine Dorico,
e due frammenti, che ancor ne avanzano,
ben vagliono l’incomodo d’entrar nella ca-
sa per olservargli. Salendo adunque fra 1’
uno, e l’altro de gli antichi muri, si ve-
drà un pezzo di Sopraornato Dorico mol-
to ben’inteso, delle cui parti diede il Ser-
bo le misure per minuto : cornice con bei
membri, e gocciolatoio largo, ma non in-
cavato; fregio co’trisolchi, e le soli te me-
tope; architrave in due fasee, il fondo del-
le quali (benché si osservi anche nell’ altr’
opere antiche i membri, non esser perpen-
dicolari, ma alquanto a scarpa ) alza più
dell’ ordinario. La colonna modrata nel
suo libro dal Serlio, e per cui tutti hanno
poi parlato di quede Doriche senza base ,
non è delle grandi del primo piano, come
parrebbe nella dampa, ma una delle pic-
cole del superiore, per le quali si divideva
in quadri lo spazio. Si può veder quella
colonnetta benché assai consumata, montan-
do ancora, e dopo girato per una danza,
entrando fra i due muri dall’ altro lato .
Appar veramente, che posavano sopra u-
na faseia, qual veniva a servir di zoccolo
continuato . Si veggono altresì più pezzi
dell’antico muro, lavorato di quadri Ro-
mani, con la solita malta a sassètti: mal’
intera elevazione , che fu publicata dal
Serlio, e da’nofìri, è supplita di capriccio
in gran parte , e spezialmente ne’ basììrile-
vi, che nè pur potean’esservi.
Tornando fuori, l’altezza, eia nobiltà
di quest’opera, ricca, e non carica d’orna-
menti , comparisce ancora, benché il re-
darne non poca parte sepolta in terra levi
assai della maestà, e guadi la proporzione.
Altra piladrata, che pare cominciar su la
dritta, e la cornice in alto, che si tronca,
c non proseguisee nel fianco, fanno inten-
dere, che la sabrica non terminava così,
ma continuava ancora, o era congiunta a
qualch’ altra colà. L’ordine è Composito,
ma con le proporzioni del Corintio, npn

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deviando da esso se non nel capitello. Per-
rault, ed altri per esempio del Composi-
to, che ci rimari degli Antichi,soglion da-
re I’ Arco di Tito , e queda reliquia. Il
Serlio nella prima Carta ben modra i due
capitelli del primo piano, che son molto
belli, e 1’ altre parti di elio; se non che
supplisce alquanto di santasia la cornice, e
il frontone, di cui da secoli non riman che
il vedigio, e non fa vedere il fiorame dell’
erte . Nella seconda modra fenestre, capi-
telli, ed altro de’piani superiori, ma al-
tera alcune parti, e fa lisee le colonne del-
la cima, quando sono canalate tortuosa-
mente, anzi le pose in dileguo il Blondel
per esempio della Spirale perfètta. Ma da
ninno si è fatta considerazione sopra una
particolarità, che non credo vederi! altro-
ve, e che se fosse data avvertita, di gran
ragionamenti avrebbe dato motivo a gli
Architetti ne’lor volumi; cioè che esiendo
Compodi i capitelli delle colonne inferiori,
son poi Corinti! quei delle superiori. Trion-
fava molto con tal notizia loScamozio nel-
la sua particolar’opinione intorno all’Ordi-
ne Compodo, che non vuole dal Corintio
diverso; e che avanti d’essere da’ moderni
reso più svelto, potea veramente preten-
derli non altro, che una diversa modifica-
zion del Corintio . Lodò molto il Serlio
quel capitello, che dille Corintio puro, e
il non aver l’architrave se non due fasee in
quell’ altezza . Lodò singolarmente anche
l’ordine di mezo, che potrebbe quali chia-
marli Attica, esfendo tanto minor degli
altri; il lodò, diHì, per la cornice mode-
da, e ben compartita, e con graziosa pro-
iettura: e per aver 1* Architetto accordate
ingegnosamente le colonnette maggiori con
le minori senza disunirle, e facendo che l9
une e l’altre avessero convenevol base. li-
na cosa è in qued’opera che par molto dra-
na, e che mi dupiseo parimente non sia
data avvertita. Le due colonne di mezo
del piano superiore sembrano posare infalso;
1 perchè non solamente cadono nel vano del-
la porta, ma sui pendìo del frontispizio.
Forsè P Architetto vi fu tratto dalla neces-
sità impodagli di quello spazio, che si ve-
de in alto, e di cui parleremo or ora ; e
forsè si credette salvo a bafianza dal fra-
mezare di quella giunta, che disunisee un
piano dall’ altro.
Reda da ricercare a che servide queda
doppia porta- II vederla geminata me la
fece già credere della Città; ma le mura,
se ben non molto lontane, non poteano
capitare a quel sito, anzi non piegavano a
quella parte; e il vedere come la facciata
è nel di dentro, non nel di fuori, ci fa si-
curi.
 
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