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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Sogliano, Antonio: Il tempio nel Foro triangolare di Pompei
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0112

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191

IL TEMPIO NEL FORO TRIANGOLARE DI POMPEI

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di lava, posti nell'asse del tempio, sul limitare po-
steriore del pronaos, appartenessero all' antico tem-
pio dorico, formando la soglia del" vano d'ingresso
al naos.

Nell'interno del naos sorge tuttora l'antico basa-
mento circolare per la statua della divinità, del dia-
metro di m. 1,06 e dell'altezza di m. 0,65, monoli-
tico di tufo con rivestimento d'intonaco, e sovrapposto
ad una fondazione di blocchi di tufo, di pianta metri
1,35 X 1,45 e di altezza 0,47. Nella pianta del naos,
quale prima si presentava, sorprendeva il fatto che
tale basamento non ne occupasse il mezzo, ma si tro-
vasse regolarmente piantato nel suolo più verso il lato
destro : gli scavi recentemente fatti ci mettono in grado
di riferire la posizione del detto basamento alle an-
tiche fondazioni rintracciate; e dalla relazione risulta
che il basamento sorge tangente all'asse del naos, e
con esso anche la fondazione giace tutta a destra del-
l'asse medesimo. Sicché la congettura, già messa in-
nanzi (cfr. Overbeck-Mau, op. cit. Anm. 34), che questo
tempio potesse essere stato dedicato a due divinità,
ora vien dimostrata probabile dalla disposizione no-
tata, per la quale sarebbe stata anticamente possibile
la presenza di un secondo basamento dall'altra pa'rte
dell'asse. Basterebbe però sempre a spiegarsi la man-
canza assoluta di qualsiasi fondazione per questo se-
condo basamento, salvo che si volesse immaginarlo
tutto di legno, la qual cosa sembra poco plausibile.

Nessuna luce al contrario ha ricevuto dai recenti
saggi di scavo quella specie di basamento A, che sorge
esternamente al lato destro del tempio. Esso è formato
di blocchi di tufo squadrati e commessi senza cemento,
i quali, presentando alcune riseghe, offrono in base
la lunghezza di m. 2,80 e la larghezza di m. 0,69, e
nel sommo la lunghezza di m. 2,10 e la larghezza di
m. 0,53, con un'altezza di m. 0,90 : conservano tuttora
qualche avanzo d'intonaco sul lato lungo non adia-
cente al tempio. L'unico risultato ottenuto dai nuovi
scavi è che il detto basamento si addentra nel suolo
per una profondità di m. 0,60 ; e che simmetricamente
nell'altro lato nessun segno si è rintracciato che po-
tesse far supporre l'esistenza di altra simile costru-
zione (cfr. Overbeck-Mau, op. cit. pag. 87 sg., fìg. 42).
Dalla quale circostanza di fatto è lecito desumere che
questo unico basamento, il quale non è parte essen-
ziale del tempio, dovesse servire a qualche cosa da

tenersi o farsi agli occhi del pubblico, sorgendo ap-
punto dal lato del tempio più esposto alla vista.

Nell'annessa pianta si trovano del pari segnate a
semplice contorno le sostruzioni a e b, delle quali a
è un avanzo di costruzione in lava della lunghezza
di m. 1,90 e della larghezza di m.0,45 ; b è un sodo
di tufo di m. 1,19 X 0,99.

Di quanto prima dei saggi era visibile, resta solo
ora a parlare del lato lungo sinistro e del lato di fondo.
Ambedue non hanno fondazioni di sorta, nò presentano,
nella piccola altezza che hanno in media di m. 0,40,
in nessun punto della loro lunghezza lo due facce pa-
rallele di un muro, salvo che nella estremità del lato
sinistro, il quale prima di attaccarsi a quello di fondo
offre due blocchi squadrati e più grandi, rivestiti d'in-
tonaco rustico in base della loro faccia interna; nella
rimanente lunghezza, piuttosto che muri, sono serie
di pietre di varia grossezza, ove calcaree, ove di tufo,
ove di lava, solo esternamento allineate, non lavorate
nolle commessure, e eoa le facce interne lasciate scabre.
A ridosso del lato di fondo sporgono di poco dal suolo
due blocchi c, l'uno calcareo e l'altro di tufo, anche
privi di fondazione ; e nell'ingresso al pronaos sta
tuttora l'avanzo di una soglia di lava, che al pari di
quella dell'ingresso al naos è ritenuta dal prof. Man
(op. cit. pag. 85) come appartenente all'antico tempio
dorico.

Tracce di un pavimento di opus signinum esistono
ancora appiè del basamento circolare della divinità
e nell'angolo formato dai lati sinistro e di fondo, dove
l'avanzo di tal pavimento aderisce all'intonaco rustico,
già notato nel lato sinistro e scio conservato nell'al-
tezza del pavimento stesso. Dall'insieme di elementi
siffatti, quali i blocchi squadrati, con avanzi d'intonaco
e di pavimento aderente, si potrebbe alla prima ar-
gomentare l'antichità dell'angolo descritto ; ma vi si
oppone decisamente la mancanza assoluta di qualsiasi
fondazione angolare e il rinvenimento di un compatto
strato di cenere al di sotto di quell'avanzo di pavi-
mento. Anche in tutto lo stilobate si vedono qua e
là notevoli pezzi di pavimento signino; cosa di già
osservata dal Mau (op. cit. pag. 85), il quale non du-
bita di affermare che tanto la cella quanto l'ambulacro
in giro ad essa aveva un siffatto pavimento. E qui
devo aggiungere un'osservazione non ancor fatta da
altri, che cioè il piano dell'ambulacro in giro alla
 
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