SCOPERTA DI PITTURE
NELLA CRIPTA DI SANTA CECILIA
però osservare uri fatto che ha una grande importanza per
la storia medioevale di questa venerata cripta, ed è che delle
due tinte fatte in età diverse, la più recente venne eseguita
quando l'altra, nella parte del soffitto, era quasi del tutto
annerita. Ora questo annerimento è perfettamente uguale a
quello prodotto dai lumi usati dal Bosio e dagli altri esplo-
ratori delle catacombe sulle vòlte delle cripte da essi visitate ;
si può quindi concludere che tale annerimento è l'effetto delle
torcie o di altri mezzi d'illuminazione di cui fecero uso i
pellegrini per visitare quel santuario.
Tutto ciò, ed i frammenti di lampade pensili coi relativi
apparecchi per la sospensione delle medesime, venuti alla
luce negli scavi ivi eseguiti quattro anni or sono, così fecondi
di scoperte, provano una volta di più la grande venerazione
in cui fu tenuto il santuario e l'immenso concorso dei pel-
legrini a questi limino, sanctorum durante i primi secoli del
medioevo, concorso che dovè costringere qualche pontefice
nel secolo v o nel vi ad aprire anche nella cripta di S. Cecilia
il lucernario ancora esistente, o almeno ad allargarlo talmente
da sopprimervi quasi tutto il soffitto o la vòlta che la copriva,
com'erasi già operato forse fino dal secolo iv nella contigua
cripta dei pontefici.
Queste osservazioni potranno far nascere una nuova di-
scussione circa l'età dei vari dipinti eseguiti nella tromba del
lucernario. Certo si è ad ogni modo che lo stile delle tre figure
di santi ivi dipinte nell'allargamento del medesimo è ancora
classico, e nulla ha che fare con lo stile delle imagini bizan-
tine che abbiamo considerato. Pertanto v'è ancora in questa
famosa cripta di S. Cecilia materia di studio, ed io sarei lieto
che queste mie brevi considerazioni attirassero nuovamente
sopra di essa l'attenzione degli archeologi.
P. Sisto Scaglia,
Monaco Cistereiense.
NELLA CRIPTA DI SANTA CECILIA
però osservare uri fatto che ha una grande importanza per
la storia medioevale di questa venerata cripta, ed è che delle
due tinte fatte in età diverse, la più recente venne eseguita
quando l'altra, nella parte del soffitto, era quasi del tutto
annerita. Ora questo annerimento è perfettamente uguale a
quello prodotto dai lumi usati dal Bosio e dagli altri esplo-
ratori delle catacombe sulle vòlte delle cripte da essi visitate ;
si può quindi concludere che tale annerimento è l'effetto delle
torcie o di altri mezzi d'illuminazione di cui fecero uso i
pellegrini per visitare quel santuario.
Tutto ciò, ed i frammenti di lampade pensili coi relativi
apparecchi per la sospensione delle medesime, venuti alla
luce negli scavi ivi eseguiti quattro anni or sono, così fecondi
di scoperte, provano una volta di più la grande venerazione
in cui fu tenuto il santuario e l'immenso concorso dei pel-
legrini a questi limino, sanctorum durante i primi secoli del
medioevo, concorso che dovè costringere qualche pontefice
nel secolo v o nel vi ad aprire anche nella cripta di S. Cecilia
il lucernario ancora esistente, o almeno ad allargarlo talmente
da sopprimervi quasi tutto il soffitto o la vòlta che la copriva,
com'erasi già operato forse fino dal secolo iv nella contigua
cripta dei pontefici.
Queste osservazioni potranno far nascere una nuova di-
scussione circa l'età dei vari dipinti eseguiti nella tromba del
lucernario. Certo si è ad ogni modo che lo stile delle tre figure
di santi ivi dipinte nell'allargamento del medesimo è ancora
classico, e nulla ha che fare con lo stile delle imagini bizan-
tine che abbiamo considerato. Pertanto v'è ancora in questa
famosa cripta di S. Cecilia materia di studio, ed io sarei lieto
che queste mie brevi considerazioni attirassero nuovamente
sopra di essa l'attenzione degli archeologi.
P. Sisto Scaglia,
Monaco Cistereiense.