CARLO BAUDELAIRE CRITICO D'ARTE
257
Keratry, un altro davidiano, li ripiomba in-
vece nel sentimentalismo più puro. « Salvator
Rosa, Michallon et Regnier vous jctteront dans
des terreurs romantiqucs b.1
* * *
Per Baudelaire l'espressione più vera della bel-
lezza è il romanticismo: artista grande,sarà dun-
que, per il critico ragionevole ed appassionato,
colui che unirà alla semplicità e alla spontaneità
naturale il massimo possibile di romanticismo;
cioè a dire « l'exprcssion la plus récente, la plus
actuellc du beau ».2
Onesta definizione così sintetica nella forma,
ma per il contenuto molto lata, ci permetterebbe
l'inclusione di ogni forma di arte, quando questa
fosse improntata a modernità, cioè fosse con-
forme all'attuale maniera di sentire. Ma non è
da credere che il Baudelaire .ricusasse perciò un
carattere proprio al romanticismo. Anzi egli ri-
conosce che hanno torto coloro che non vogliono
dare a questa parola un significato reale e positivo:
« come si può infatti affermare che una generazione
abbia combattuto una battaglia di più anni sotto
una bandiera che non è che un simbolo? È che
il numero dei romantici è diminuito mano mano
poiché pochi di essi hanno trovato il romanticismo:
ma tutti l'hanno cercato sinceramente e lealmente.
Soltanto il concetto che quasi tutti se ne erano
fatti era troppo unilaterale e quindi portava in
se stesso il germe dell'errore ».
« Qui dit romantisme dit art moderne, c'est-à-
dire intimité, spiritualité, couleur, aspiration vers
l'infini, exprimés par tous les moyens que con-
tiennent les arts »,3 Quali sono questi mezzi ? A
ciò egli risponde con un giro un po' lungo di pen-
siero, ma che ci precisa meglio ciò che sia per lui
arte vera. E innanzi tutto, qual è l'ideale patria
di questo romanticismo? I paesi del Nord, i paesi
delle pioggie e delle brume, ove l'assente bellezza
non è più che il ricordo di una vita anteriore,
come un vivo chiarore verso la sera, un sogno di
anime avvolte nel gelo e assetate di luce e di co-
lore.
« Le romantisme est fils du Nord et le Nord est
coloriste (intendi, e lo si vedrà più tardi, che il
Nord solo sa fondere ed orchestrare i colori) les
rèves et les féeries sont enfants de la brume. L'An-
gleterre, cette patrie des coloristes exaspérés, la
Fiandre, la moitié de la Franco sont plongées dans
1 Keratry, Du beau, p. 21.
2 — Qu'est ce que est le romantisme? — (Curiosités
esth., p. 64). — Pour tabi le romantisme est l'expression la
plus récente, la plus actuelle du beau.
3 Curiosités esth., p. 86.
les brouillards: Vcnise elle-méme trempe dans les
lagunes. Quant aux peintres espagnols, ils sont
plutót contrastés que coloristes ».
Al contrario, egli seguita, il Mezzogiorno è natu-
ralista (riproduttore cioè meccanico della natura
senza soffi di lirismo e melodia colorata)1 poiché
la natura vi è così bella e così chiara che l'uomo,
non avendo nulla a desiderare, non trova niente
di più bello di ciò che vede: perciò qui l'arte è in
piena libertà, e qualche centinaio di leghe più in
alto i sogni profondi e gli sguardi della fantasia
annegati negli orizzonti bigi.
Così il Baudelaire, pur dimostrandoci in questo
caso una visione unilaterale, arbitraria e sostan-
zialmente falsa, spiritualizza la teoria dei climi,
istituita da M.me de Staél. Essa aveva scritto che
« le climat est certainement l'une des raisons prin-
cipales des différences qui existent entre les ima-
ges qui plaisent dans le Nord et celles qu'on aime
à se rappeler dans le Midi >>; 2 e precede i pensieri
del Nostro quando dice che i poeti del Mezzo-
giorno mescolano senza posa l'immagine della fre-
schezza dei boschi folti, dei ruscelli limpidi a tutti
i sentimenti della vita; e che sembrano voler am-
mantare'tutte le feste del cuore nell'ombra bene-
vola che deve preservarli dagli ardori brucianti
del sole.
Baudelaire paragona il Mezzogiorno allo scul-
tore, brutale e positivo nelle sue composizioni:
questi accenni alla scultura sono frequenti nelle
Curiosités esthétiques-, il tormentato poeta dei
Fleurs non poteva avere simpatia per un'arte che
gli appariva così inadatta a tradurre il suo ideale 3
e che egli non comprendeva certamente. Tutta-
via egli aggiunge che il Nord, sofferente ed in-
quieto, si consola con l'immaginazione e « s'il fait
de la sculpture, elle sera plus souvent pittoresque
que classiq.ue ».
Arte vera sarà dunque quella ove predominerà
1 Curiosités esth., p. 86. Baudelaire con queste osserva-
zioni si rivolge evidentemente all'arte italiana e particolar-
mente a quella del Rinascimento e della tradizione rinasci-
mentale. •
2 Mme de Stael, De la littérature du Nord, in CEuvres
complètes, p. 252.
3 Per la supposta rigidità delle sue linee. Se avesse
conosciuto Medardo Rosso ne sarebbe stato entusiasta.
F.cco come di B. parla il primo scultore impressionista: « Nella
sua critica severa della scultura, Baudelaire... poteva egli
ingannarsi? Non aveva forse ragione di trattare la scultura
d'arte inferiore, poiché vedeva gli scultori materializzare
un essere nello spazio mentre in realtà,Ogni oggetto fa parte
di un tutto, e che questo tutto è dominato da una tonalità
che si stende all'infinito come la luce? ». (Lettera di M. Rosso,
citata da A. Soffici nel Caso Medardo Rosso, Sceber ed.,
1908).
L'Arte. XXI, 33-
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Keratry, un altro davidiano, li ripiomba in-
vece nel sentimentalismo più puro. « Salvator
Rosa, Michallon et Regnier vous jctteront dans
des terreurs romantiqucs b.1
* * *
Per Baudelaire l'espressione più vera della bel-
lezza è il romanticismo: artista grande,sarà dun-
que, per il critico ragionevole ed appassionato,
colui che unirà alla semplicità e alla spontaneità
naturale il massimo possibile di romanticismo;
cioè a dire « l'exprcssion la plus récente, la plus
actuellc du beau ».2
Onesta definizione così sintetica nella forma,
ma per il contenuto molto lata, ci permetterebbe
l'inclusione di ogni forma di arte, quando questa
fosse improntata a modernità, cioè fosse con-
forme all'attuale maniera di sentire. Ma non è
da credere che il Baudelaire .ricusasse perciò un
carattere proprio al romanticismo. Anzi egli ri-
conosce che hanno torto coloro che non vogliono
dare a questa parola un significato reale e positivo:
« come si può infatti affermare che una generazione
abbia combattuto una battaglia di più anni sotto
una bandiera che non è che un simbolo? È che
il numero dei romantici è diminuito mano mano
poiché pochi di essi hanno trovato il romanticismo:
ma tutti l'hanno cercato sinceramente e lealmente.
Soltanto il concetto che quasi tutti se ne erano
fatti era troppo unilaterale e quindi portava in
se stesso il germe dell'errore ».
« Qui dit romantisme dit art moderne, c'est-à-
dire intimité, spiritualité, couleur, aspiration vers
l'infini, exprimés par tous les moyens que con-
tiennent les arts »,3 Quali sono questi mezzi ? A
ciò egli risponde con un giro un po' lungo di pen-
siero, ma che ci precisa meglio ciò che sia per lui
arte vera. E innanzi tutto, qual è l'ideale patria
di questo romanticismo? I paesi del Nord, i paesi
delle pioggie e delle brume, ove l'assente bellezza
non è più che il ricordo di una vita anteriore,
come un vivo chiarore verso la sera, un sogno di
anime avvolte nel gelo e assetate di luce e di co-
lore.
« Le romantisme est fils du Nord et le Nord est
coloriste (intendi, e lo si vedrà più tardi, che il
Nord solo sa fondere ed orchestrare i colori) les
rèves et les féeries sont enfants de la brume. L'An-
gleterre, cette patrie des coloristes exaspérés, la
Fiandre, la moitié de la Franco sont plongées dans
1 Keratry, Du beau, p. 21.
2 — Qu'est ce que est le romantisme? — (Curiosités
esth., p. 64). — Pour tabi le romantisme est l'expression la
plus récente, la plus actuelle du beau.
3 Curiosités esth., p. 86.
les brouillards: Vcnise elle-méme trempe dans les
lagunes. Quant aux peintres espagnols, ils sont
plutót contrastés que coloristes ».
Al contrario, egli seguita, il Mezzogiorno è natu-
ralista (riproduttore cioè meccanico della natura
senza soffi di lirismo e melodia colorata)1 poiché
la natura vi è così bella e così chiara che l'uomo,
non avendo nulla a desiderare, non trova niente
di più bello di ciò che vede: perciò qui l'arte è in
piena libertà, e qualche centinaio di leghe più in
alto i sogni profondi e gli sguardi della fantasia
annegati negli orizzonti bigi.
Così il Baudelaire, pur dimostrandoci in questo
caso una visione unilaterale, arbitraria e sostan-
zialmente falsa, spiritualizza la teoria dei climi,
istituita da M.me de Staél. Essa aveva scritto che
« le climat est certainement l'une des raisons prin-
cipales des différences qui existent entre les ima-
ges qui plaisent dans le Nord et celles qu'on aime
à se rappeler dans le Midi >>; 2 e precede i pensieri
del Nostro quando dice che i poeti del Mezzo-
giorno mescolano senza posa l'immagine della fre-
schezza dei boschi folti, dei ruscelli limpidi a tutti
i sentimenti della vita; e che sembrano voler am-
mantare'tutte le feste del cuore nell'ombra bene-
vola che deve preservarli dagli ardori brucianti
del sole.
Baudelaire paragona il Mezzogiorno allo scul-
tore, brutale e positivo nelle sue composizioni:
questi accenni alla scultura sono frequenti nelle
Curiosités esthétiques-, il tormentato poeta dei
Fleurs non poteva avere simpatia per un'arte che
gli appariva così inadatta a tradurre il suo ideale 3
e che egli non comprendeva certamente. Tutta-
via egli aggiunge che il Nord, sofferente ed in-
quieto, si consola con l'immaginazione e « s'il fait
de la sculpture, elle sera plus souvent pittoresque
que classiq.ue ».
Arte vera sarà dunque quella ove predominerà
1 Curiosités esth., p. 86. Baudelaire con queste osserva-
zioni si rivolge evidentemente all'arte italiana e particolar-
mente a quella del Rinascimento e della tradizione rinasci-
mentale. •
2 Mme de Stael, De la littérature du Nord, in CEuvres
complètes, p. 252.
3 Per la supposta rigidità delle sue linee. Se avesse
conosciuto Medardo Rosso ne sarebbe stato entusiasta.
F.cco come di B. parla il primo scultore impressionista: « Nella
sua critica severa della scultura, Baudelaire... poteva egli
ingannarsi? Non aveva forse ragione di trattare la scultura
d'arte inferiore, poiché vedeva gli scultori materializzare
un essere nello spazio mentre in realtà,Ogni oggetto fa parte
di un tutto, e che questo tutto è dominato da una tonalità
che si stende all'infinito come la luce? ». (Lettera di M. Rosso,
citata da A. Soffici nel Caso Medardo Rosso, Sceber ed.,
1908).
L'Arte. XXI, 33-