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Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

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Nr. 5 (Settembre e Ottobre 1866)
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Scoperte negli edifici cristiani di Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0083

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Scoperte negli edifìci cristiani di Ravenna.

Le basiliche, i battisteri, i mausolei di Ravenna
formano un gruppo di edifici cristiani del secolo quinto
e sesto unico al mondo, e che a me sembra quasi
rendere l'immagine d'una Pompei Italo-Bizantina. Il
eh. sig. cavaliere Filippo Laudani ha fatto molti studii
e tentato esplorazioni riuscite assai fruttuose in pa-
recchi di quegli edifici. Egli me ne ha communicato
succinte relazioni con accurati disegni, dandomi pieno
arbitrio di divulgare le une e gli altri nel Bullettino.
Del quale arbitrio mi prevalgo, rendendone grazie al
cortese autore : imperocché i predetti studii e le sco-
perte indi nate danno agli studiosi dell'antica cristiana
architettura nozioni assai diverse da quelle, che finora
avevamo, circa parecchi di quegli insigni monumenti.

Atrio del Braccio forte.

Comincio dalla meno importante di queste esplorazioni;
quella cioè, che è stata fatta nella cappella detta del
Braccio forte. Il qual nome lo viene da un atrio della
basilica edificala in onore del principe degli apostoli
per opera degli arcivescovi Pietro e Neone circa la metà
del secolo quinto. In quell'atrio era dipinta un'im-
magine del Salvatore in mezzo ai due apostoli Pietro
e Paolo ; il Salvatore teneva il braccio disteso ; e su
questo braccio Agnello, lo storico degli arcivescovi
di Ravenna, narra una leggenda meravigliosa, che
fu cagione del nome di Braccio forte fino ai nostri
giorni trasmesso e conservato in quel luogo (1). In-
torno a questo atrio così mi scrive il Lanciarli.

« Nel Maggio dell'anno scorso malauguratamente
» voleva atterrarsi la cappella detta di Braccio forte
» presso la tomba di Dante ; ma poi mutato consi-
» glio in meglio fu in gran parte conservata. Sapendo
» io sorgere quella moderna costruzione suW atrium
» s. Brachii, antico edifizio forse della prima metà
» del secolo quinto, ottenni dal Municipio di Ravenna
» di fare qualche scavo, che le angustie del tempo
» non permisero nè di molto estendere nò di lunga-
» mente proseguire. Questa esplorazione, che inci-
» dentalmente anticipò di qualche giorno la scoperta
» delle ossa di Dante, oltre ad avere rivelato un'ar-
» cala probabilmente di questo atriam s. Brachii,
» fruttò la scoperta di una lapida spezzata in tre parti.
» Noto che il luogo della scoperta è presso l'angolo
» a maestro del nartece, già anteposto alla chiesa di
» s. Pier maggiore, ora s. Francesco. Questa lapide
» appartenente alla metà del secolo Yll (2), in sè
» nulla ha di nuovo, leggendovisi la consueta for-
» mola imprecatoria : si qnis hunc mo(numentum) vio-

» laverit eie. cum Juda traditore (partem habeat) etc,
» della quale formola in Ravenna si hanno parecchi
» esempi raccolti e pubblicati dallo Spreti, De ori-
» gine et amplit. Urbis Ravennae ».

Battistero della basilica Ursiana.

Più importante è la notizia seguente sul battistero
appellato s. Giovanni in Fonte attiguo alla basilica
Ursiana, dedicata dall'arcivescovo Orso nella Pasqua
di Risurrezione dell'anno 407 (1); chiesa cattedrale
dell'antica Ravenna, ove perciò solennemente si am-
ministrava il battesimo. La pianta di cotesto battistero,
(uno dei più antichi superstiti) ò delineata nella fi-
gura 4. La tinta nera a indica le parti antiche vi-
sibili al piano attuale, il linealo b le sotterrate e sco-
perte dal eh. Laudani. Ecco le parole di lui.

« Il Ciampini {Monum. vet. T. I p. 234) dà
» l'icnografìa del Battistero, che è un ottagono con
» due nicchioni nei lati che precedono e susseguono
» quello opposto all'attuale porta d'ingresso. La stessa
» pianta offre il d'Àgincourt; la stessa Alessandro von
» Quart (Die alt-christlichen Bauwerke von Ravenna,
» Berlin 1842). Questa pianta però tanto eteroclita
» ed anlisimmetrica mi aveva desto il sospetto, non
» forse fosse mozza ed incompleta, tantoché dimandai
» ed ottenni i mezzi per fare le necessarie esplora-
» zioni. Queste mi valsero la scoperta di altri duo
» nicchioni diametralmente opposti ai primi, e quello
» che più monta, di un'altra porta omotetica all'at-
» tirale, che spicca dall' antico piano interno soggia-
» cento all'attuale metri 2, 99. L'asso principale A R
» è parallelo a quello dell'attigua basilica Ursiana;
» ed appunto in direzione di questo asse sono le fì-
» gure del Salvatore e del Battista nel Giordano, che
» veggonsi entro il Battistero al sommo della cupola.
» Prescindendo dal pregio, che acquista la pianta per
» la sua perfetta simmetria anche delle porte, po-
» trebbe subito chiedersi, se una delle due sia stata
» aperta per ragioni di pura simmetria. Io però pen-
» serei che no, perchè i nostri antichi nei sacri mo-
» numenti nulla facevano a caso, ma tutto era ordi-
» nato ad un fine, e tutto simbolico nelle forme o
» nelle decorazioni. Queste due porte pertanto dove-
» vano essere destinate a speciali unici (2); forse an-
» che la sintesi delle due porte e dei quattro nicchioni
» poteva essere in qualche modo destinata a supplire
» alla mancanza di locali esterni al battistero (come
» veggonsi in Salona), dove i battezzandi si prepara-
» vano per poi scendere ed immergersi nella fonte ».

(1) V. Agnelli, Vitae poni. Rav. T. I p. 241 e segg. (1) V. Bacchini, 1. c. p. 192.

(2) Dalle lettere residue (imperocché l'epitaffio e mutilo) raccolgo (2) Credo clic passano essere state assegnate l'una agii uomini, l'altra
la data precisa dell'anno 632. alle donne.

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