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Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

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Nr. 6 (Novembre e Decembre 1866)
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Esame archeologico e critico della storia di s. Callisto narrata nel libro nono dei Filosofumeni, [4]
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Epilogo sull'autore dei Filosofumeni
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https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0107

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— 97 —

mostrerà dei monumenti testificanti la venerazione di lui,
che abbiamo veduto giunta all' apogeo nei primi anni
della pace. Il cemetero di Calepodio, nel quale Callisto
fu sepolto, e sul quale sorse la basilica eretta da Giu-
lio, non è negli ipogei di s. Pancrazio, come l'opi-
nione dei secoli moderni ci ha insegnato; ma giace
negletto in una lontana vigna presso la via Aurelia,

il cui sito preciso nella Roma sotterranea!.] p. 168
ho indicato. Faccia Iddio, che la Commissione di sacra
archeologia possa ai giorni nostri intraprendere lo ster-
ramento e la scoperta del cemetero Callisti via Au-
relia; come ha fatto e continua a fare di quello del
medesimo Callisto sull'Appia.

Epilogo sull'autore dei Filosofumeni.

Giunto al termine dello storico ed archeologico
esame della biografìa di Callisto, resta a cercarne l'au-
tore. Già da principio ho detto, che intorno a questo
punto in poche parole avrei accennato l'opinione mia.
La storica e cronologica discussione contiene in sè gli
elementi, che ognuno potrà a suo grande agio ado-
perare allo scioglimento del problema. L'avversario
di Callisto fu un dottore e personaggio importante,
che o visse in Roma, o a Roma venne sovente. Sem-
bra avere avuto famigliarità col papa Vittore ; certa-
mente le persone, i fatti, le minute circostanze dei tempi
di quel pontefice e della prefettura di Fusciano (cioè
al più tardi dell'anno 189), ed intimi segreti della
diaconale amministrazione egli ricorda vivacemente e
narra come testimone informatissimo. Insigne parte
sotto Zefirino egli prese nelle controversie monarchiane;
personale guerra fece a Callisto ; i canoni callistiani
circa la penitenza e la disciplina del clero impugnò.
Scrisse la confutazione delle eresie', non breve tempo
dopo morto Callisto: ed allora egli era capo o vescovo
d'una scismatica od eretica setta. Però le parti prese
nella controversia monarchiana non gli avevano frut-
tato scommunica; il titolo principale del suo scisma
sembra essere stato il rifiuto di communicare coi pec-
catori. Se cotesta opera egli non scrisse in età quasi
decrepita, essa sarà stata composta in circa nel de-
cennio, che corse dal 230 al 240.

Il Miller, che ce ne ha dato la prima edizione, per-
severa nella credenza l'autore essere Origene, come il
codice testifica. Da lungo tempo però quest'opinione
è concordemente rifiutala ; ed i caratteri storici da me
delineali ad Origene punto non convengono. Altri
hanno pensato a Tertulliano, altri a Cajo, altri a No-
vaziano; la comune dei dotti anche cattolici sta defi-
nitivamente per Ippolito. Le storiche condizioni del-
l'autore, nel corso del lungo esame da me discusse e
descritte, mettono innanzi in prima linea due perso-
naggi, Ippolito e Tertulliano. In brevi parole_riassu-
merò i titoli dell'uno e dell'altro.

Ippolito fu romano dottore, confutò Noeto, e nella
controversia monarchiana tenne in circa dalla parte me-
desima dell'autore dei Filosofumeni. Egli scrisse la con-
futazione di tutte le eresie; scrisse altresì sulla sostanza
dell'universo, opera citata come propria dall'autore
dei Filosofumeni. Fu discepolo di Ireneo e perciò con-
temporaneo di papa Vittore; del quale forse fu dia-
cono, diaconum valentinianistam chiamandolo il bar-

baro autore del falso concilio di Silvestro. Della sepa-
razione di lui dalla chiesa per il dogma di Novato,
cioè per la remissione dei peccati, parla il poeta Pru-
denzio, che ne celebra il ritorno alla catedra di Pietro
ed il martirio. Eusebio e Girolamo scrissero, che Ippolito
fu vescovo, ma ne ignorarono la sede; alcuni Bizan-
tini ed Orientali lo chiamarono papa di Roma. Tutto
s'intende e si concilia supponendo, che Ippolito sia
stato vescovo d'una setta in Roma. Poliziano, terzo
successore di Callisto, fu esiliato in Sardegna nel 235,
ed Ippolito prete con lui; nell'esilio Ponziano rinunciò
al pontificato. I corpi d'ambedue furono poi a Roma
portati, e sepolti quello del primo nel cemetero pa-
pale presso i colleghi, quello del secondo sulla via
Tiburtina nelle idi di Agosto. Appunto all' Ippolito
prete sepolto presso la via Tiburtina e festeggiato idi-
bus Augustis attribuisce Prudenzio lo scisma ed il ri-
torno alla chiesa. Adunque è probabile Ponziano ed
Ippolito essere stati esiliati come due capi del cristia-
nesimo in Roma; la rinuncia di Ponziano avere in-
dotto Ippolito a deporre lo scismatico episcopato, ed
a mettere termine allo scandalo circa il 235. Questo
sistema con squisito apparato d'erudizione e di critica
svolto dal Dollinger contradice a Prudenzio, che il
ritorno alla chiesa ed il martirio d'Ippolito non in
Sardegna pone, ma in Ostia o Porto. Altri antichi
eziandio l'Ippolito dottore chiamano vescovo di Porto.
Molte incertezze, equivoci, errori fanno della storia
d'Ippolito o degli lppolili un gruppo, che a prima
giunta sembra inestricabile; e forse assai debilitano o
rendono dubbio il valore dei principali tra gli storici
titoli di quel personaggio alla responsabilità dell'opera
controversa.

Veniamo a Tertulliano. Non temo le derisioni fatte
da parecchi dotti al Cruice , per avere timidamente
proposto il nome del dottore africano. I titoli di lui
meritano d'essere studiati al pari di quelli d'Ippolito;
ed invito i critici ad imprendere questa indagine, senza
preconcette opinioni. Tertulliano nella controversia mo-
narchiana ed anti-callistiana prese parte, assai più di
quella d'Ippolito, certa, violenta e conforme ad ogni
passo, ad ogni parola del libro nono dei Filosofumeni.
L'esame da me compiuto ne è prova perpetua dal
principio al fine. Anche le poche notizie, che abbiamo
circa i fatti di Tertulliano innanzi alla controversia
monarchiana, possono essere confrontate con le mie
osservazioni sulla prima parte della biografia di Cai-
 
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