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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.5.1856-1857

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Nr. 104 (Novembre 1856)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12304#0049
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BALLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE
N° 104. (6. dell' anno V.) Novembre 1856.

Nuove scoperte al Tifata.—Nuove osservazioni sul celebre vaso de' Persiani, ora nel real Museo Borbonico.—

Bibliografia.

Nuove scoperte al Tifata.

Furono sempre reputate di sommo interesse ar-
cheologico le antichità di Capila , e principalmente
quelle che riferisconsi al celebralissirao tempio della
Diana Tifalina. Già molli favellarono delle reliquie di
quel famoso edificio, a cui è fondala opinione fosse so-
praimposta 1' attuale chiesa di S. Michele Arcangelo ,
detta 5. Angelo in Formis. Ma la nuova coslruzione
non è tanto vasta da occupare l'intero recinto del-
l' antico tempio : e di quando in quando parlossi di
nuove scoperie in quel medesimo silo, le quali di
quanta importanza sieno non è malagevole immagi-
nare. Noi per quel che finora se ne conosce riman-
diamo a coloro , che ultimamente ne favellarono ; e
dopo il nostro chiarissimo collega sig. ab. Rucca [Ca-
pita Vetere pag. 76 segg. ), si legga ciò che scrissero
il eh. Corcia ( Storia delle Due Sicilie t. II pag. 76
seg. ), l'egregio architetto sig. Luigi Catalani ( La
Chiesa di S. Angelo in Formis alle falde del monte Ti-
fata fuori Capua antica, ricerche, Napoli 1844 in 8),
ed il Raoul-Rochetle [fouilles de Capoue p. 20 segg.).
Fu giustamente credulo che in epoca posteriore si for-
masse intorno al tempio un pago; al che porgeva ar-
gomento una importante iscrizione, ove ricordasi un
Praefeclus turi dicundo monlis Dianae Tifalina
(Mommsen ». r. neap. lat. n.3920), e l'altra ove sem-
bra rammentarsi un vico in quella medesima dipenden-
za: viam Dianae aporia Vollurnensi ad VICVM usque
( Id. n. 3633): vedi Mazzocchi in mutil. Camp, am-
pliti, tit. p. 48, e Corcia op. cil. voi. cit. p. 79. E
sulla citata iscrizione di C. Terenzio Carino prefetto
iuridicundo del monte di Diana Tifalina vedi le cose
anno r.

più recentemente dette dal eh. collega sig. Gervasio
( in questo bullellino an. IH p. 31 e segg. ), il quale
l'ha giustamente rivendicata da' sospetti e dalle dub-
biezze di alcuni dotti. (Vedi pure il eh. Preller der
Fluss Avens und die Gottin Yacuna, neBerichle dell'ac-
cad. reale di Sassonia 1855 p. 193 ). Lo stesso mio
valoroso collega richiama la epigrafe di C. Velleio Ur-
bano,che dicesi magislerfani Dianae Ti/citoae(Momm-
sen n. 3634); e crede che quel Velleio fosse di una
condizione non inferiore a Carino (Le. p.32 not.l). Su
di che mi permetto di osservare che il praefeclus iu-
ridicundo è una carica municipale con giurisdizione,
laddove il magister fani sembra piuttosto una carica
sacra ristretta unicamente all' amministrazione ed al
governo di quel vetusto edifizio colle sue dipendenze.
Comunque sia di queste osservazioni, veniamo a dire
alcuna cosa delle novelle scoperte, siccome da prin-
cipio annunziammo.

Sono queste dovute al eh. sig. Capitano di arti-
glieria Giuseppe Novi, noto per'non pochi suoi scien-
tifici lavori, segnatamente per quelli, che all' arte
militare si riferiscono. Il sig. Novi intento ad alcune
ricerche idrauliche , per esaminai e la possibilità di
utili acquidotli, fu spinto a fare alcune scavazioni in
vicinanza del tempio di S. Angelo in Formis. E con
questa occasione , come istruito nelle buone lettere
ed intelligente amatore degli sludii archeologici, pen-
sò di riunire le ricerche scientifiche alle sloriche; e
mercè una scavazione difficile e costosa, venne a c;;-
po di alcune scoperte , le quali meritano di essere
qui rammentate.

1. A poca disianza dal suddetto tempio il terreno

si mostra confuso e gremito di varii oggetti in parte

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