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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 134 (Gennaio 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0088
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— 80 —

doversi leggere Étowiipow] ovvero nay^ry), finì poi col
riconoscere in quella anche Afrodite ritenendo lo stesso
nome di na^ao], o adottando l'altro diEtópA](bull,
arch. nap. N. S. to. II p. 125): quivi è ancora una
donna con cassetta e fascia , ed altra con serto di co-
rimbi : 1' Amore vedesi volante presso la dea, e arre-
candole un serto (1).

Una gemma del Museo Fiorentino ( 1 tav. LXXXII
n. 3) ci mostra ancora Venere assistita da due figure
intente ad ornarla, e in queste il Gori credè anche ri-
conoscere le Grazie, il cui numero più anticamente
reslringevasi a due soltanto.

Nelle donne sedenti della nostra pittura manca qua-
lunque indizio di sostegno, cosa peraltro sovente tra-
scurata dagli antichi artisti, i quali non si curavano
molto di questi accessorii (Millin a Dub. Maison. I
pi. XXVIII p. 55).

La figura presso Afrodite colla gamba sinistra sol-
levata anche non ha sostegno. La sua posizione, non-
ché P atto di stendere la mano sul petto della dea è
da paragonarsi con quella della donna conpyxis nella
gemma del Museo Fiorentino , e coli' atto dell' altra
donna di questo medesimo monumento, la quale sten-
de la mano sotto l'omero della dea. Che anzi lo stesso
atteggiamento, e in modo speciale il poggiare il sinistro
braccio sulla gamba sollevata, sembra essere stato io
certo modo convenzionale nell'antichità , giacché ri-
trovasi quasi identicamente anche altrove ( v. Miner-
vini Mon. Ined. tav. XIX; Bull. arch. nap. N. S. t. 1
tav. IH, fìg. 4). Lo stesso è a dirsi del modo di tenere
con ambo le mani quel serto di foglie o di corimbi per
formarne corona (2).

È assai naturale trovarsi presso Venere il mirto che
era a lei specialmente consecrato (cf. Mus. Florent.
Geni. I lab. LXXII n. 9 LXX1II n. 3 ).

Le figure della nostra pittura non hanno calzari di

(11 Venere con Amore ed altre Ggure , una delle quali tiene la
solila cassetta: vedi Minervini Mon. Ined. tav. XV.

(2) Oltre le pitture sopra citate v. anche Mon. d. Inst. i8'ò'i tav.
LII, LUI.—Pausaaia L. V p. 408 dice che fra le altre figure nella
base del trono dì Giove Olimpio vedovasi Venere sorgendo dal mare
con Amore, e Peilho che apprestavate una corona.

sorla alcuna, e però la posizione dell'Amore con un
ginocchio piegalo a terra presso Afrodite sembra ac-
cennare alla cura di lavare o ungerci piedi della dea.
Un insigne confronto di questo atto dell' Amore tro-
vasi in una tazza della raccolta Fauvel ( Slackelberg
die Grab. der Hel. taf. 31 ), dove l'Amore è talmente
simile al nostro, che non vi mancano persino le più
piccole particolarità, come sarebbe quella di piegare
le due diti della sinistra mano e stendere l'indice ed
il mignolo. In altra gemma del Museo Fiorentino (I
lab. LXX11 n. 2) è Venere interamente nuda, la quale
solleva la gamba destra, mentre Amore poggiando a
(erra un ginocchio sostiene o terge colla mano il di
lei piede. A tal proposito è qui da richiamarsi quel
vasellino che tiene in mano una delle figure della pa-
tera di Fasano , nel quale il eh. Editore ravvisò ap-
punto un unguentario. Una pittura vascularia (Raoul.
Roch. Mon. ìnéd. pl.XLIX A p. 269) ci mostra Amo-
re che adatta un calzare a Venere (1).

La cassetla che tiene in mano l'altra donna ò pro-
priamente la Pyxis per contenere gli oggetti destinati
all'abbigliamento ( v. Millin. mon. ìnéd. I, 22G, 1!,
103, Tischb. 111,36 ; IV, 1, 28. Milling. Peint. de
div. coli. pi. XLV p. 68 ).

Questa pyxis non di raro trovasi in tal senso presso
a Venere, come vedevasi presso alla statua del palazzo
Chigi (Millin mon. inéd. II, 103)); e a ciò allude an-
cora quella pittura di Ercolano ( toni. II tav. VII Vi-
gnetta), nella quale vedesi una colomba tirare col ro-
stro una fascia da una cassetla semiaperta. Sono no-
tevoli i piedi di animali che vedonsi sotto la pyxis, cosa
ordinaria ad osservarsi nei mobili antichi ( Mùller
Handb. §. 300 ). Troviamo sovente cosiffatte cassette
con piedi che si allungano al di sotto del fondo, e che
terminano con qualche semplice lavoro (v. Minervini
mon. inéd. tav. XV. Bull. arch. nap. N. S.t.II. tav.
II n. 1 ). Altri monumenti ancora ci danno il con-
fronto di cassette con piedi di animale simili alla no-
stra (Dubois Maisonneuve li pi. XLIII: Flirt die Braul-
schau: cf Avellino opusc. II p. 169 tav. VI).

I globetti, che indicano gli ornamenti che vi sono
riposti, corrispondono ai serti di simili globetti oco-
rimbi che veggonsi in altra (Milling. Peint. de div.
coli. pi. LX ). Teodoro Avellino.

(1) Amore che attende alla calzatura di una donna nuda: Gerhard
Griech Myslerienbild. VII. Nello slesso atto è Amore presso una
figura femminile che fu riputala Casandra o Filonoe sposa di Belle-
rofonte ( Tischb. I, 2 ). La posizione del nostro Amore è da parago-
narsi ancora con quella di una donna che attende alla medesima
cura in una pittura del R. Museo Dorbon. VII, tav. 20.

Cav. Git'uo Minervini—Editore

Tipografia di Giuseppe Cataxeo
 
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