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nio per ora di discutere a quali monetarie divisioni
appartengano tutti questi differenti pesi ; riserbandoci
di trattarne in altra occasione.

3. Toro a riliew a d., sopra A9VM.

)( Toro a rilievo a s. Ar. 7.

4. Toro a d. sotto 8VM.

)( Nettuno che lancia il (ridente a d. innanzi è un
uccello volante, dietro la epigrafe A9VM. Ar. 7.

La prima moneta vedesi pubblicata nella nostra
tavola IH n. 3, e pesa gr. 8,23. Lo stesso cav. San-
tangelo ne possiede una divisione più piccola, del peso
gr. 1,26. L'altra moneta, da noi pubblicata nella tav.
Ili n. 2, pesa grammi 8, 10 : e n esiste nella colle-
zione Santangelo una piccola del peso gr. 1,33. Le
due piccole monete sono da ritenere per due dioboli.

Il didrammo, da noi riferito sotto il n. 3, è rimasto
inedito ed unico, sebbene siu dal 1821 ne annun-
ziasse la esistenza nel musco Santangelo il eh. signor
principe di S. Giorgio [Descrizione di alcune monete
urbiche inedite del mus. del pr. di S. Giorgio, e della
collezione del can. de Jorio p. 13). L'altro didrammo
da noi riportalo sotto il n. 2 sembra pure inedito ;
sebbene ne avessimo osservato un altro esemplare as-
sai ben conservato presso il sig. Sambon, ove si vede
pure l'uccello innanzi alla figura di Nettuno. Sembra
a prima vista non poco malagevole fissar 1' epoca in
cui queste due monete vennero battute ; nulla potendo
desumersi di certo dalla loro fabbrica, e dalla paleo-
grafia delle epigrafi. Quello che ci sembra importante
a considerare iu tale ricerca si è la circostanza che il
toro non più rivolge la testa. Or se l'antico toro di
Sibari, per le cose da noi sopra dichiarate, accennava
alle primitive origini dall'acaica Elice ed al Nettuno
Eliconio ; bisogna dire che la gloria di Sibari esser
doveva eclissata , quando dismise il primitivo tipo
simbolo della patria degli Achei Sibariti. Perciò dee
giudicarsi ragionevole quel the già sostenne il eh. si-
gnor principe di S. Giorgio, che questi due didram-
mi colle loro divisioni appartennero al tempo poste-
riore alla prima caduta di Sibari (v.descr.cit. p. 13:
e memor. numism. p. 13). Vero è che sappiamo da
Erodoto che i dispersi Sibariti domandarono ospita-
lità a' loro coloni di Lao e di Scidro (lib. VI c. 21);

ma pare anche probabile che una gran parte si sta-
bilisse in Posidonia ; ove già erano divenuti potenti
que'Trezenii, pria discacciati dagli Achei Sibariti. Cer-
to è che Strabone (lib. Vp. 251 Cas.)e Scimno diChio
(v. 245) parlano di colonia Sibaritica in Posidonia;
sebbene sembra che Scimno la confonda colla prima
fondazione per opera de'Trezenii di Sibari. La pru-
denza della popolazione caduta dal suo antico splendo-
re fece adottare il semplice tipo del toro, senza dargli
quella movenza che rammentar poteva le antiche ni-
micizie degli Achei, i quali avendo ora bisogno di
essere tollerati da' Posidooiati, non potevano ricor-
dare la razza particolare di un popolo, che qualche
secolo innanzi aveva discacciato quell'altro di cui ora
aveva bisogno. E poiché la lontananza de' Sibariti
dalla loro patria durò per ben 58 anni ; spiegasi pure
come com'nciasscro a batter moneta col semplice
tipo del toro, però privo della sua originaria signifi-
cazione, ed in seguito (fatta più stretta alleanza co'loro
vicini) ne ripetessero il tipo colla figura di Nettuno,
divinità che pur da essi era venerala. Ed è notabile
nelle due medaglie possedute dal cav. Santangelo e
dal sig. Sambon l'augello, che precede il dio, quasi
fausto conduttore della colonia, che andava guidata
da Nettuno a porsi sotto la protezione del dio presso
la stessa città di Nettuno.

E da richiamare in confronto una piccola mone-
tina di Sibari, già pubblicata dal eh. sig. principe di
S. Giorgio, e da noi più volte veduta, che presenta
da un Iato il Nettuno vibrante il (ridente, e dall'altro
l'augello più in grande colla epigrafe MV (retr.)
(descr. cit. tav. 2 n. 16 cf. p. 11 e seg. vedi pure
Avellino opusc. t. II tav. 5 n. 20). Ed è da notare l'a-
cuta conghiettura del primo editore , che riconobbe
in quell'augello i fausti auspitii ricevuti nella riedifi-
cazione della città : solo noi diremmo per la nuova
fondazione della colonia Sibaritica di Posidonia.

Un' altra simile moneta fu pubblicata dal eh. si-
gnor Duca de Luynes, che nell'augello riconobbe la
colomba di Venere (annali dell' Ist. 1841 p. 134), e
l'Avellino ritenendo che fosse colomba, vi ravvisò il
tipo di Laos colonia di Sibari (bullelt. arch. nap. an.
II p. 26). Ma pare che il confronto della moneta,
 
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