Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

DOI Heft:
Nr. 147 (Luglio 1858)
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0187
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
— 179 —

assai Lene come sia stato adottalo da città che vanta-
vano la medesima origine. Nulla sapendosi delle pri-
mitive origini di Bussento, possiamo trarre dalla nu-
mismatica, che appartenesse alle medesime colonie jo-
niche, le quali fondarono Siri: perciocché, coni5 è
nolo, in antichissime monete, si scorge la federazione
di Siri e di Bussento. Per quel che concerne a Pan-
dosia, è detto espressamente da Scimno di Chio che
fondatori ne furono gli Achei (v. 325): e perciò rien-
tra nel medesimo ordine d'idee il tipo del bue elice,
accennando agli Elicei di Acaia, ed al Nettuno Elico-
nio. E così ci sembra di aver dato soddisfacente spie-
gazione di questo difficilissimo tipo, di cui 1'Eckhel
non si attentava di indovinare la significazione (doct.
t. I p. 160) , e che non parrai sia stala finora indo-
vinala da altri dotti nummologi.

Tornando al fondatore della colonia Sibaritica, os-
servo che il Coray nel citato luogo di Strabone, sup-
pose che vi fosse una lacuna, e che il nome di quel
condottiero si vedesse abbrevialo nelle lettere Oh...
'EXrsiiuS : nel che fu seguito eziandio dal Millingen
(considerai, p. 6), e dal Cramer (Slrab. 1. e). Ma os-
servava più recentemente il dollissimo Meineke che
nel codice si vede ó istXixsus; e dopo aver pensato al
nome tI<7gs , soggiunge : Al {orlasse ne hac quidcm
mulalionc opus esl, sed scribendum ni in codice liabe-
lur 6 'Is 'Ekizzòs ( vindic. Strabon. p. Ci). Questa
conghiettura del dotto filologo vien tramutata incer-
tezza, quando si consideri che uno de'fiumi che scor-
revano presso Posidonia appcllavasi 'Is, come ne in-
segnano Licofrone (Alex. 724), ed Erodiano (v. fxov.
X. p. 19, 5) citando Partace ne! lib. 2 'IraXtxtuy(v.
fragm. hislor. graec. tona. Ili p. 641,21, ed. Miiller);
c come raccogliamo dalle monete slesse di Posidonia
di fabbrica antichissima ( v. Barlhélemy nelle mém.
des inscr. ci beìl. lellr. tona. XLVII p. 179-180; A-
vellino bullelt. ardi. nap. an. 1 p. 24 ; cf. questo
lullellino an. I pag. 47 ed il nostro saggio di osserv.
num. p. 128). E dunque probabile che, quando i
Trezenii dividendosi dagli Achei fondarono Posidonia,
era già estinto il condottiero Is della colonia riunita
venuta dall'Acaja. E perciò essi diedero il suo nome
medesimo al fiume che incontrarono presso la loro

nuova dimora. Così veniamo ad intendere la origine
tutta greca del fiume posidoniate, senza pensare al
fiume omonimo di Babilonia, che potrebbe dare una
falsa idea di orientale derivazione per la cillà di Po-
sidonia. E pur da osservare che queste medaglie, ove
comparisce il nome del fiume FSSM, sono da riputare
più auliche delle altre, e senza dubbio le primitive ;
giacché nelle posteriori non vi è più memoria di
quella novella denominazione. Ora è notevole che la
medesima paleografia si ravvisa in esse e nelle più
antiche monete di Sibari ; per modo chela forma del
M e dell' $ si riscontra identica a quella che osser-
vasi nel MV e nel NSKA della singolare medaglia da
noi pubblicala. Dal che viene a confermarsi 1' epoca
e la circostanza in cui venne questa battuta ; secondo
che abbiamo di sopra conghiellurato.

Or qui mi sia lecito osservare che siccome il toro
elice fu adottalo come tipo degli Elicci ; così il Net-
tuno fu preso da'popoli di Trezene, che fu della pri-
mamente Posidonia (Slrab. Vili p. 37: Sleph. Byz.
v. Uotrii^wn'y.). E forse non senza una significazione
fu effigialo il nume in quel!' allo violento , facendo
uso della sua forza (<s) (1), per accennare al nome del
condottiero della più antica colonia: nella quale idea
credersi potrebbe che la epigrafe FiSM accenni a quel
fondatore del pari che al fiume, che da lui venne de-
nominato.

2. Toro a s. che volgesi a d. sollo VM
)( MV Ar. 5.

Questa monetina (tav. Ili n. 5) è già conosciuta
per precedenti pubblicazioni (Magnan mise. t. I lab.
36 n. II : Garelli labulae CLX1V n. 10-11). Noi l'ab-
biamo qui riportala , per metterla a confronto di
quella più grande ed incusa ; appartenendo presso a
poco alla medesima epoca. È pur da notare che il
suo peso è di 43 centigrammi, laddove il peso della
più grande medaglia da noi riportala sotto il n. 1 òdi
grammi 7,83. Mi avverte il cav. Suulangelo che si
conserva nella sua raccolta un altro esemplare della
stessa monetina, che pesa 0,67 ed un peso anche
maggiore ritrovasi in altra del Carelli. Noi tralascia-
ti) ?s z^ra^oTo- !>• 0>, V. 3S6.
 
Annotationen