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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 153 (Settembre 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0020
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— io¬

di Bacco e della sua consorte, conosciuta nelle italiche
contrade sotto il nome di dea Libera, non poteva me-
glio rappresentarsi che sotto 1’ aspetto d’una divina
coppia, emergente dal suolo terrestre col solo capo
o busto e celebrata nulla di meno nel primo suo a-
spetto dalla divota schiera del dio delle vendemmie e
dell’ allegrezza.
Se queste riflessioni ci possono forse bastare per
riconoscere in una parte della tazza Sanlangelo, non
meno che nelle due altre dipinture suddette , la ri-
comparsa di Bacco e della sua consorte nel tempo di
primavera, sarà egualmente facile d’interpretare an-
che 1’ opposto lato della tazza medesima. Parmi che
questo si riferisca alla stessa comparsa di Bacco, ri-
condotto, come in Elide (1), dalle Grazie e di più
dall’ Ora di primavera : la quale assistenza al neonato
nume non escluse affatto, che egli in seguito ricondu-
cesse anche la sua consorte, e che in conseguenza l’ar-
gomento dell’una e dell’altra apparizione fosse trattato
in due diverse rappresentanze sceniche, assolutamente
nel modo stesso, come si vede ne’ due dipinti esterni
del nostro monumento. Restano per altro alcune dif-
ficoltà, prodotte piuttosto che tolte dalle antiche leg-
gende di questa tazza. Trapasso come meno rilevanti
le iscrizioni di quelle due donne, che stanno incon-
tro a Dioniso: 1’ una delle quali, secondo il mio pa-
rere una della Grazie, porta l’epiteto KAAIS , va-
riato forse in vece di cioè bella , mentre la sua
compagna, da me intesa per l’Ora di primavera, con
un usuale predicato de’ Sileni (2) è segnalata con XIME:
e forse questa leggenda doveva alludere alla natura
del zaXei Shòv. Ran. 482. Si confronti la mia memoria accademica
intorno le feste degli Antesterj, negli alti della reale accademia
di Berlino 1838 not. 33.
(1) Secondo la preghiera delle donne Elee , conservata presso
Plutarco qw. gr. 36: ’\3-s~v &ióvvtft...<rvv raì$ X^xplrtacriv.
Essendo conosciuto che, secondo un costume più antico della solila
triade , le Grazie comparvero talvolta nel numero di due, ragion
vuole che nella terza donna di questo dipinto, distinta così per
un ramoscello come ancora pel capo scoperto, si riconosca 1’ Ora
di primavera.
(2) La parola o*/|xòs, usata più volte come appellativo de’ Si-
leni (Rapp. volc. not. 6 n. 71 ; lahn. Vasenb. Ili 2, p. 22; Welcker
Denkm. Ili, 136) si riferisce non solo alle fattezze schiacciale de’
seguaci di Bacco, ma eziandio alla loro allegrezza, siccome si
rileva dall’espressione o'/p.à yeXwv presso Meleagro epigr. 91.

rianimata, rappresentata in qualche ritorno di Bacco
e di Kora per mezzo della figura dello stessoSileno (1).
Assai più significante è quella leggenda, la quale sull’
altro lato della nostra patera aggiunge a Bacco, muni-
to di una tazza, il noto nome di AIONTXOXed alla
sua consorte, la quale con particolare gesto dirige la
sua mano verso la bocca, il nomedi£EMEAE. Una
simile riunione di Bacco con Semele sua madre è at-
testata presso Plutarco per le mistiche cerimonie della
delfica festa chiamata heroìs (2), nella quale com-
parve Semele ricondotta da Bacco dal mondo infer-
nale. D’altronde non è probabile, che nelle simili
riunioni di capi o busti di Bacco con una sua con-
sorte, questa abbia da intendersi per Semele, poiché
un numero maggiore delle testimonianze e de’ monu-
menti spettanti al consorzio di Bacco ci fa conoscere
nella sua sposa o Arianna o pure la dea sovrana de’
riuniti misteri di Bacco e di Cerere, vale a dire Per-
sefone Kora.
Quantunque difficile riesca di determinare con si-
curezza un tal problema , mi lusingo nulladimeno
di giungervi, mercè delle distinzioni, che lo stile del
disegno dipinto ci somministra (3). 11 fatto si è , che
nelle asiatiche dipinture a figure nere Dioniso spesse
volte trovasi rappresentato in compagnia di Kora,
massimamente in occasione del suo ritorno al mondo
luminoso. Se l’unione del dio stesso con Arianna si
riconnosce più raramente sulle stoviglie di quel me-
desimo stile arcaico, fa mestieri al contrario di rile-
vare la frequenza, colla quale quel consorzio di Bacco
ed Arianna trovasi figurato nelle dipinture d’un’e-
poca posteriore, sia quella de’ vasi di Nola, sia quella
ancora de’ vasi dell’ Italia inferiore. Ragionando poi
sulle cagioni probabili di questa diversità, non può du-
bitarsi che l’alleanza di Dioniso e di Kora si adattasse
meglio all’arcaico stile dell’ arte per motivo del mi-
sterioso suo carattere, mentre il matrimonio con A-
(1) In fatti vedesi un Sileno precedente la quadriga di Kora ri-
nascente, accompagnata da Bacco nel dipinto arcaico di un balsama-
rio Nolano da me posseduto (Abh. ub. d. Antestherien t. II, 1).
(2) Plut. qu. gr. 12.
(3) Queste distinzioni si trovano più estesamente esposte ed
appoggiate nella ridetta mia memoria intorno le feste degli Anle-
sterj p. 164 seg.
 
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